Cacciato di casa dopo aver rinnegato il figlio gay, “C’è posta per te” a Palermo

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17 Gennaio 2016, 10:45

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Un’altra storia di contrasti familiari tiene banco a “C’è posta per te”. A chiamare la redazione del programma di Maria De Filippi è Salvatore, padre e marito “padrone” di Palermo. L’uomo è stato messo alla porta con i vestiti raccolti in due sacchi per la spazzatura dalla moglie Tania. A fare scoppiare la coppia, dopo 22 anni, sono stati due sms inviati da Salvatore al figlio Emanuele dopo aver scoperto che il ragazzo è gay. “Mi sono pentito di averti messo al mondo, non voglio più vederti, devi morire”, recitano i messaggi che, un mese fa, hanno fatto andare su tutte le furie la moglie che lo caccia via. “Se non accetti nostro figlio, da questa casa te ne devi andare”.

“Sono pentito, voglio chiedere perdono…Ho una mentalità all’antica, sono stato un po’ un marito padrone”, ammette Salvatore. “Per quanto riguarda Emanuele – spiega – ho sempre avuto il sospetto che fosse gay, però era qualcosa che io allontanavo dalla mia testa perché mi faceva paura, per ignoranza. Spesso dicevo ‘non mi piace come si comporta, non mi piace come parla, non mi piace come si veste’. La parola gay non riuscivo a dirla, a mia moglie dicevo ‘Emanuele è strano’. E lei rispondeva: ‘E’ educato’. Sia mia moglie che i parenti sapevano che Emanuele è gay”.

Emanuele, nel frattempo, va a vivere con la nonna paterna e il rapporto con il padre si fa sempre più freddo. Un mese e mezzo fa, durante un pranzo organizzato dal fratello di Tania, Salvatore apprende la verità: Emanuele vuole tornare a casa ma non lo fa perché ha paura di dirgli che è gay. Seguono gli sms di disprezzo. Poi Salvatore si pente, chiede perdono a Emanuele ma è troppo tardi: viene bannato, da Facebook, da WhatsApp, nessuno gli risponde più.

In studio, Salvatore si rivolge prima al figlio: “Ti chiedo perdono per non essere mai stato un padre affettuoso, per i brutti messaggi che ti ho scritto e non mi importa se sei gay. Sei e sarai sempre mio figlio. Ti voglio bene”. Poi è la volta della moglie: “Amore, ti chiedo perdono se ti ho sempre trattato male, ti chiedo perdono se per colpa mia non hai parlato con tua mamma, ti prometto che sarò un uomo migliore, un padre migliore e un marito migliore. Senza di voi la mia vita non ha senso, ti amo, ti prego fammi tornare a casa”.

Sia Tania che Emanuele non credono al pentimento di Salvatore e sono convinti che stia cercando di rimediare solo per rientrare a casa. “Per 22 anni è sempre stato così – dice la moglie – mi ha trattato sempre male. Per me è finita. Da quando se ne è andato di casa io sono felice, adesso non c’è più chi mi dice ‘sei una spazzatura’. Hai perso la migliore famiglia”. Il figlio rincara la dose: “Quando l’ha fatto mai il padre? Anche i familiari lo vedevano, lui adorava solo mia sorella, non mi ha dato mai affetto, né una carezza, non mi ha chiesto mai ‘come è andata a scuola?’”.

Nel finale, prima che i due chiedano di chiudere la busta, Maria De Filippi si lascia andare ad una considerazione: “Tania, in 22 anni la possibilità di scelta l’avevi. Tuo figlio ha subito tanto, tu avresti potuto scegliere prima quello che hai scelto oggi”.

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17 Gennaio 2016, 10:45

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