Pisner, la prima birra a base di urina arriva dalla Danimarca

Pisner, la prima birra a base di urina arriva dalla Danimarca (ma non è come sembra)

Germana Bevilacqua

Pisner, la prima birra a base di urina arriva dalla Danimarca (ma non è come sembra)

| 16/02/2023
Pisner, la prima birra a base di urina arriva dalla Danimarca (ma non è come sembra)

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La birra a base di urina esiste? Diciamo di sì ma non è esattamente come sembra. Partiamo dall’inizio. L’idea è nata in occasione di una kermesse musicale, il Roskilde Festival, che si tiene in Danimarca. Si tratta di una delle più antiche manifestazioni musicali europee. In quell’occasione, sono stati collocati degli speciali orinatori per poter raccogliere la pipì degli oltre 100.000 spettatori del Festival. Ma a quale scopo? La premessa è che negli anni precedenti il Roskilde Festival aveva apportato numerosi danni al sistema fognario e all’ambiente circostante. Da qui, la decisione di ridurre l’impatto di migliaia di persone attraverso un’opera di beerciclyng. Insomma, grazie a questa idea, l’urina si è trasformata in preziosa risorsa.

Birra a base di pipì, l’amministratore delegato del birrificio chiarisce

L’idea di un imprenditore danese era quella di produrre un’ottima birra Pisner realizzata riutilizzando in qualche modo l’urina umana raccolta durante il Festival. Una cosa disgustosa, penseranno in tanti. Tuttavia, dietro questa storia si cela un gigantesco malinteso. Sì perché alla notizia della commercializzazione di questa particolare birra danese tutti hanno storto il naso pensando fosse una trovata orribile. Ma le cose non sono come sembrano. L’amministratore delegato del birrificio che ha prodotto la Pisner, infatti, ha tenuto a chiarire un piccolo dettaglio che piccolo non è: “Quando hanno iniziato ad essere pubblicate le prime notizie relative alla produzione della Pisner, molte persone hanno subito pensato che filtrassimo l’urina per metterla direttamente nella birra. Ovviamente ci siamo fatti una bella risata!”.
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Un’idea di riciclo che potrebbe aprire le porte a nuovi orizzonti

La cose stanno così, in realtà si è utilizzata l’urina per produrre la birra, ma non utilizzandola come ingrediente al posto del luppolo. Il birrificio non ha fatto altro che raccogliere e riciclare i famosi 50.000 litri di urina raccolti in occasione del festival musicale con un obiettivo diverso che ha a che fare con la sostenibilità ambientale. La pipì è stata destinata alla concimazione dei campi di orzo, con cui la bevanda alcolica viene prodotta. In fin dei conti, un’idea brillante e amica dell’ambiente. Del resto, gli effetti diuretici della birra sono noti a tutti. Un esperimento per aprire le porte a nuove forme di riciclo persino delle sostanze di scarto del nostro stesso corpo. Insomma, contribuire a salvare l’ambiente bevendo buona birra si può!

Pubblicato il 16/02/2023 15:28

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