Loredana Bertè torna in tv ad una settimana dalla delusione per il quarto posto al “Festival di Sanremo”. La cantante […]
Loredana Bertè torna in tv ad una settimana dalla delusione per il quarto posto al “Festival di Sanremo”. La cantante calabrese, ospite di Fabio Fazio a “Che tempo che fa”, viene accolta con una standing ovation prima di intonare “Cosa ti aspetti da me”, il brano scritto da Gaetano Curreri degli Stadio che ha presentato sul palco dell’Ariston.
“Sono emozionata, commossa”, commenta. Le lacrime le rigano il volto mentre il conduttore lancia un filmato sulla sorella Mia Martini evocata nel film tv “Io sono Mia” andato in onda martedì scorso su RaiUno. “Io mi sono congratulata con Serena Rossi che ha fatto un lavoro strepitoso – dice – L’ha studiata per un anno. Mi ha fatto piangere. Grazie Serena”.
Parlando del “Festival di Sanremo” e del premio di consolazione annunciato per lei in conferenza stampa dopo la contestazione a suon fischi del pubblico per il suo quarto posto, la Bertè precisa: “Il premio Ariston, secondo me, l’hanno inventato per calmare il pubblico. Questo premio io non l’ho visto. Ce l’ha Bisio. Però io ho nel cuore la gente che si è alzata per me. Tre standing ovation e i cori da stadio all’Ariston sono il sogno di ogni artista”.
Riguarda al futuro la cantante ha le idee chiare: “Per me è l’ultimo Sanremo. Si è chiuso un cerchio come ho detto stamattina al ‘Corriere della Sera’”. Nell’intervista alla quale fa riferimento a “Che tempo che fa”, la Bertè dichiara testualmente: “Sinceramente non mi aspettavo che non mi facessero salire sul podio. E, sì, speravo di vincere anche per riscattare mia sorella Mimì… Io credo che sarebbe fondamentale che la giuria d’onore fosse composta da addetti ai lavori: musicisti, manager, produttori, dj. E sarebbe bello che i voti fossero palesi”.
Quindi fa sapere che d’ora in avanti il Festival la vedrà al massimo come super ospite, ma mai più come concorrente. “Nel Sanremo di Baglioni mi sono trovata bene. Però ne sono uscita con le ossa rotte. E con un innegabile senso di ingiustizia”, sentenzia.
