Andrea Bocelli a cuore aperto: "Stavo per affondare nel gorgo del vizio" - Perizona Magazine

Andrea Bocelli a cuore aperto: “Stavo per affondare nel gorgo del vizio”

Daniela Vitello

Andrea Bocelli a cuore aperto: “Stavo per affondare nel gorgo del vizio”

| 11/12/2016

In un’intervista rilasciata ad Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”, Andrea Bocelli si racconta senza filtri. A cominciare dalla malattia che lo ha condotto alla cecità. “Il glaucoma si è manifestato fin da subito – esordisce – A pochi mesi ho avuto una serie di interventi chirurgici, di cui non ho memoria. A sei anni sono andato in collegio, a Reggio Emilia, per imparare a leggere in braille. Mia nonna mi aveva già insegnato a scrivere normalmente. Fino a 12 anni vedevo ombre, contorni. Poi una pallonata in pieno viso mi ha reso del tutto cieco…La cecità non mi ha scosso più di tanto. Mi sono sempre sentito in debito con il mondo. Fortunato. Felice…Non ho nostalgie, ho un’idea precisa del mondo”.

Come è stato non potere guardare i propri figli? (Bocelli ne ha tre, ndr.) “Io so benissimo come sono fatti – spiega – Mi sono cresciuti tra le mani. Sono molto fisico, ho bisogno di contatto; e se loro non lo volevano, lo imponevo. La mancanza della vista non accentua solo gli altri sensi; te ne dona un sesto. Capisci subito chi hai di fronte”.

Il tenore svela il motivo per cui è finito il suo primo matrimonio: “Per mancanza d’amore. Colpa mia, che ero più maturo: lei aveva solo 17 anni, io già 30. Ma fatico a considerare un errore l’unione da cui sono nati due figli meravigliosi come Amos e Matteo”.

Tra la separazione e l’incontro con l’attuale moglie Veronica Berti, Bocelli ha vissuto – per sua stessa ammissione – un periodo da “brutale libertino”: “Ho sempre tentato di lasciare un buon ricordo di me, anche se a volte temo di aver recato dolore. La penso come Nietzsche: l’uomo ama il gioco e il pericolo; e la donna è la giocatrice più pericolosa”.

Tra le sue ‘prede’ preferite “quelle che mi piacevano. Che mi suscitavano qualcosa. Che mi davano l’impressione di riempire la parte mancante di me…Il comportamento vuol dire molto. L’atteggiamento, il modo di parlare. Mi sono sempre piaciute le donne di forte femminilità. Ma neppure i miei traguardi affettivi mi guarivano dall’inquietudine. Il libertinaggio diventa una droga. Tutte le sere hai bisogno di riuscire nel tuo obiettivo. La sera che non ci riesci, stai male…Il successo rende tutto più facile. Ma alla fine ti ritrovi con un pugno di mosche. E ti senti affondare nel gorgo del vizio. A un certo momento ci sono andato molto vicino”.

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