In coma dopo aver mangiato salmone contaminato

In coma dopo aver mangiato salmone contaminato: “Due mesi in ospedale”

Daniela Vitello

In coma dopo aver mangiato salmone contaminato: “Due mesi in ospedale”

| 10/03/2025
In coma dopo aver mangiato salmone contaminato: “Due mesi in ospedale”

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Roberta Fallavena, 63 anni, di Bologna, racconta in un’intervista al “Corriere della Sera” il suo calvario iniziato due anni fa dopo aver ingerito del salmone affumicato contaminato da Listeria. La donna è finita in coma, ha trascorso due mesi in ospedale e, come sottolinea il suo avvocato, ha avuto “un’invalidità riconosciuta dalla commissione medica Inps, passata dal 100% dell’inizio al 35% di oggi”. Tra gli effetti devastanti di questa intossicazione alimentare accusati dalla donna, meningite, paralisi, encefalite, attacchi epilettici, trombosi e problemi cardiaci. Roberta Fallavena ha dovuto fare i conti con “un enorme spavento e un cambiamento di abitudini radicale”.

Nel luglio del 2023 la 63enne bolognese ha acquistato un lotto di salmone affumicato al supermercato e lo ha consumato insieme al marito (“Una busta io e una lui”). I due coniugi non immaginavano di certo che il batterio Listeria si fosse annidato in quantità “enormi”. “Già il giorno dopo sono iniziati i primi problemi di stomaco e la febbre – racconta al Corriere della Sera” – Domenica sera abbiamo consumato una pizza e io facevo davvero fatica a digerirla, pochi giorni dopo sono arrivati i brividi e un freddo stranissimi. Da quel momento in poi non ho più ricordi, sono diventata catatonica e quindi mi hanno portata al Sant’Orsola”.
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In coma dopo aver mangiato salmone contaminato, nessuno vuole risarcirla

Roberta Fallavena ha trascorso una ventina di giorni in terapia intensiva. Dall’ospedale è uscita due mesi dopo il ricovero “in carrozzina”. “Avevo bisogno di assistenza 24 ore al giorno e solo molto lentamente e con la fisioterapia sono riuscita a fare dei progressi: prima il deambulatore e poi le due stampelle”, confessa. La vita della donna è stata letteralmente stravolta. Ai danni fisici si aggiungono quelli psicologici aggravati dalle difficoltà incontrate nell’ottenere un risarcimento. Roberta Fallavena parla chiaramente di “scaricabarile” tra i soggetti coinvolti.

Secondo i Nas, la responsabilità sarebbe “tanto degli importatori, quanto dei negozianti”. Attraverso il suo legale, la donna ha provveduto a sporgere querela nei confronti di tutta la catena: “dal produttore, che è lituano, all’importatore, un’azienda di Ancona, fino al distributore, ovvero un supermercato di San Lazzaro di Savena”. “Siamo in attesa dell’udienza preliminare dell’unico imputato: l’importatore di Ancona, per cui il pm ha ritenuto di chiedere il rinvio a giudizio per il reato di lesioni colpose e personali e il commercio di sostanze alimentari e nocive”, spiega il suo avvocato.
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“Mi affatico subito, quando parlo a volte ho dei vuoti di memoria e faccio fatica a camminare”

La 63enne si dice basita: “Non mi sarei mai immaginata questo sgravamento di responsabilità, è qualcosa di veramente scorretto”. L’Ausl, spiega il suo legale, “ha rinvenuto delle quantità esagerate di Listeria, di addirittura 3 milioni di unità per grammo, sulle altre confezioni di salmone rimaste” e, come se non bastasse, “la signora non era per niente un soggetto fragile, non aveva patologie: mi chiedo cosa sarebbe successo se l’intossicazione l’avesse presa un bambino, o comunque qualcuno con le difese immunitarie basse”.

La quotidianità per Roberta Fallavena è tutt’altro che semplice. “Se mi agito mi affatico subito, quando parlo a volte non mi vengono le parole che vorrei e ho dei vuoti di memoria – spiega – Faccio fatica a camminare, i gradini alti mi mettono in difficoltà e il mio progresso più grande è aver raggiunto la velocità da passeggiata sul tapirulan”. La vicenda ha avuto ripercussioni anche sulla sua famiglia: “Sono stata costretta a mettere mia madre, di cui prima mi potevo occuparmi, in casa di riposo”.

Pubblicato il 10/03/2025 13:28

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