Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, ha rotto con la compagna Nabila Ben Chahed alla quale era legato dal 2018 e da cui nel 2020 ha avuto la figlia Emilia. “Ho una bambina di 5 anni e sono separato”, confessa al “Corriere della Sera” prima di essere premiato al Sardinia Film Festival. Al quotidiano il 53enne racconta anche la sua esperienza da “ragazzo padre” a Gardaland: “Mi sento un sopravvissuto, è stato massacrante, mia figlia dopo un’intera giornata al parco giochi sulle navi dei pirati era lì sorridente come se fosse appena arrivata”.
Nel 2022 il settimanale “Oggi” parlò di “relazione complicata” tra l’attore e regista palermitano e la madre di sua figlia (Nabila Ben Chahed collabora con la Onlus Refugees Italia, ndr). La loro prima uscita pubblica avvenne nel 2021, quando la coppia si presentò sul red carpet della Festa del Cinema di Roma. A “Oggi” Pif spiegò perché non ha mai preso in considerazione l’idea del matrimonio: “Penso che dovrebbe essere una cosa conclusiva, non è che sei all’inizio e dici “ce l’abbiamo fatta”, prima devi farcela. È la ciliegina sulla torta. Se solo penso alla cerimonia e agli invitati mi sento male… Casomai si può fare con due testimoni e via?”.
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Pif vorrebbe che la figlia avesse l’accento palermitano
L’attore e regista palermitano ammise che la paternità lo ha parecchio cambiato: “Ho vissuto senza figli per 48 anni, diciamo che ci ho messo un po’ ad abituarmi. La prima volta che mi hanno fatto gli auguri per la festa del papà ho chiesto: ‘Auguri, perché?’ Oggi faccio i tripli carpiati pur di riuscire a portare Emilia al nido. E se sono via per lavoro mi lancio in videochiamate penosissime in cui di solito lei guarda da tutt’altra parte”.
Pif vorrebbe che la figlia avesse l’accento palermitano ma le speranze sono pressoché nulle. “Sua madre Nabila è mezza tunisina e mezza torinese, viviamo a Roma – argomentò – Il rischio un giorno di sentirmi chiamare ‘Aò, papà…’ è consistente”. Pierfrancesco Diliberto non vorrebbe che Emilia prendesse da lui la timidezza. “Si fa una fatica immonda a essere timidi”, asserì. Un concetto che ribadisce nell’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” in occasione del Sardinia Film Festival.
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“Su un set di Zeffirelli ho fatto il dogsitter, non riuscivo ad aprire bocca”
“Io agli studenti di cinema qui in Sardegna l’ho appena detto, non siate come ero io – racconta il 53enne – essere timidi ti fa perdere un sacco di occasioni e invece le persone bisogna conoscerle. Non sono uno che sgomita, la vita poi mi ha offerto delle occasioni. Volevo fare il regista perché era il mestiere di mio padre in tv”. La timidezza non gli ha però impedito di fare “Le Iene” in tv. “La telecamera è un meccanismo che ti permette di fare cose che non faresti mai nella vita”, spiega.
Pif torna indietro con la memoria a quando era assistente di Franco Zeffirelli per “Un tè con Mussolini”: “Ero l’ultima ruota del carro, in realtà ero dogsitter, non riuscivo ad aprire bocca. Mi fece pure fare la comparsa ma mi vergognai e non andai nemmeno a ritirare il compenso. Non mi feci più sentire da lui. Poi certe cose ti rimangono addosso. Io per esempio non faccio mai i complimenti a un attore o a un regista perché non so cosa dire, i miei veri amici sono quelli a cui chiedo se hanno visto i miei film e mi rispondono no, non li abbiamo visti”.