“Stava male. Ma era un uomo così forte, non avrei mai immaginato un epilogo simile”. A parlare così al settimanale […]
“Stava male. Ma era un uomo così forte, non avrei mai immaginato un epilogo simile”. A parlare così al settimanale “Chi” è Valeria Favorito, la 29enne che ha un debito eterno con Fabrizio Frizzi. Nel 2000 il presentatore dal cuore d’oro, scomparso lo scorso 26 marzo a 60 anni, le donò il midollo salvandole la vita. Da allora i due erano “fratelli di sangue” e si erano incontrati diverse volte. L’ultima quando Valeria ha portato al conduttore, già malato, la sua partecipazione di nozze.
“Fabrizio non voleva farmi preoccupare, conosceva la mia sensibilità – racconta al settimanale – Quando l’ho invitato al mio matrimonio a settembre, manifestandogli il desiderio di averlo come testimone, mi ha risposto in maniera differente dal solito. Dicendomi che non poteva assicurarmi nulla, anche se avrebbe fatto di tutto per esserci… Ho pensato a un impegno di lavoro, e invece, probabilmente sapeva che non ce l’avrebbe fatta. Ma era fatto così. Avrebbe voluto vivere ancora, adorava sua moglie e la sua bambina. Credo abbia sperato fino all’ultimo. Anche quel giorno ci siamo salutati con un ‘Ti voglio bene’, ‘Anche io'”.
“Fisicamente ho qualche problema dovuto alla reazione alla malattia, purtroppo. Nel mio cuore invece prego per Fabrizio, ho avuto la fortuna di conoscerlo e di averlo vicino per quasi 20 anni e so che mi proteggerà tutta la vita, da lassù”, aggiunge la giovane che ha voluto a tutti i costi essere presente ai funerali di Frizzi celebrati nella Chiesa degli Artisti, a piazza del Popolo, a Roma. In quell’occasione, la Favorito ha stretto Carlotta Mantovan, vedova del presentatore, in un lungo e commosso abbraccio.
Valeria chiamava Frizzi “il mio fratellone”. Ecco come la ragazza racconta la sua malattia in un post su Instagram: “Avevo solo 11 anni quando un mostro è entrato nella mia vita con prepotenza: si chiamava leucemia mieloide acuta e aveva scelto me, il mio corpo acerbo di bambina, i miei sogni….Il 21 maggio del 2000, a quasi 12 anni, mi vennero trapiantate le cellule staminali emopoietiche da un donatore non consanguineo, anonimo. Da quel momento tornai a sorridere. Qualche mese più tardi, dopo estenuanti ricerche, scoprii che l’uomo che mi aveva salvata era il noto conduttore Fabrizio Frizzi. Testarda come sono, feci di tutto per incontrarlo, fino a quando ci riuscii. Oggi il ‘mio fratellone’, così mi piace chiamarlo, è una figura importante nella mia vita”.
