Evade dal carcere di Bollate, uccide una donna, ferisce un collega e si toglie la vita. Sembra una sequenza tratta da un film dell’orrore ma è una vicenda realmente accaduta a Milano. Il killer Emanuele De Maria stava scontando una condanna a 14 anni di carcere per un femminicidio commesso nel 2016. Ammesso al lavoro esterno, da meno di due anni lavorava come receptionist all’hotel Berna, in zona Stazione Centrale. Due mesi fa, per lui era arrivato un contratto a tempo indeterminato. Qui ha conosciuto la vittima, la 50enne di origine cingalese Chamila Wijesuriya, sposata e con un figlio, con cui aveva intrecciato una relazione. Nello stesso albergo lavora come barista l’egiziano Hani Fouad Abdelghaffar Nasr la cui unica colpa è stata quella di aver messo in guardia la collega Chamila sulla pericolosità di quel legame.
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Il marito di Chamila a “La Vita in Diretta”: “Ottima mamma e ottima moglie”
Lunedì 12 maggio, “La Vita in Diretta” ha dato voce al marito di Chamila Wijesuriya. Diviso tra rabbia e dolore, l’uomo ha deciso di parlare per preservare la memoria di sua moglie dipinta come una lavoratrice instancabile che ha vissuto una vita di sacrifici per suo figlio e la famiglia. “Senza di lei non lo so come andrò avanti – ha esordito al microfono dell’inviata Barbara Di Palma – Era un’ottima mamma e un’ottima moglie. Non mi ha mai fatto mancare niente in 30 anni di matrimonio. È sempre stata presente nella mia vita e lo sarà anche nella vita che mi resta. Non so cosa è successo dentro quell’albergo, quali rapporti avevano tra loro tre. Lei non mi ha detto niente”.
“Le ho detto di fare attenzione, quell’uomo aveva ucciso una donna”
Chamila aveva parlato al marito di Emanuele De Maria quando era stato assunto come receptionist nell’hotel in cui lavorava da anni. “All’inizio era preoccupata e aveva paura”, ha confidato il consorte. Il marito della donna non si è sottratto alle domande sulla relazione tra la moglie e il suo assassino ma nulla può scalfire il suo amore verso di lei. “Le ho detto: ‘Ha commesso un omicidio volontario, ha ammazzato una donna, fate attenzione’ – ha raccontato – Non so se lei aveva un sentimento o un’attrazione verso questa persona, ma dentro il nostro rapporto non ha fatto mai vedere problemi o sospetti. Se c’era qualcosa tra loro, a me non interessa perché lei non c’è più. Lei è la mia vita. La mia vita girava intorno a lei”.
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Il marito di Chamila: “Perchè il killer usciva dal carcere? Non era per niente cambiato”
Adesso il suo pensiero è per il figlio 17enne nato dal matrimonio con Chamila. Allo stesso tempo, il marito della vittima si chiede perché ad Emanuele Di Maria sia stata data la possibilità di uscire dal carcere: “Mi domando: è stata fatta una perizia psichiatrica prima di farlo lavorare in un posto pubblico? Una reception in cui vengono migliaia di persone…Secondo me, lui non era cambiato per niente”. L’uomo parla di “copertura per uscire dal carcere”. “Dobbiamo sempre ricordarci che la missione primaria del carcere, come dice la Costituzione, è quella di rieducare i detenuti. Però in questo caso il tentativo mi pare ampiamente fallito”, il commento di Alberto Matano.
