"Quarto Grado", Picozzi sulla madre di Elena Del Pozzo: "Il male, purtroppo, esiste"

“Quarto Grado”, Picozzi sulla madre di Elena Del Pozzo: “Il male, purtroppo, esiste”

Daniela Vitello

“Quarto Grado”, Picozzi sulla madre di Elena Del Pozzo: “Il male, purtroppo, esiste”

| 25/06/2022
“Quarto Grado”, Picozzi sulla madre di Elena Del Pozzo: “Il male, purtroppo, esiste”

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Ieri sera, in prima serata su Rete 4, nuovo record stagionale per “Quarto Grado” con l’11.87% di share e 1.364.000 spettatori totali. Il programma condotto da Gianluigi Nuzzi con Alessandra Viero ha toccato picchi del 14.86% di share e di 1.845.000 spettatori. La puntata di ieri dell’approfondimento giornalistico che passa in rassegna alcuni gialli irrisolti della cronaca recente e passata si è aperta con il caso di Elena Del Pozzo, la bimba di 5 anni uccisa dalla madre Martina Patti nel Catanese.

Elena Del Pozzo (Foto da video)

Martina Patti è in isolamento in carcere

Dopo aver confessato il delitto, la donna si trova in isolamento in carcere ed è sorvegliata 24 ore su 24 per il timore che possa farsi del male o che possa essere aggredita dalle altre detenute. Dopo aver detto che la figlia era stata rapita da tre uomini incappucciati (versione subito smontata dagli inquirenti, ndr.), Martina Patti è crollata. Tuttavia, la sua confessione è piena di “non ricordo”.

Martina Patti preleva la figlia dall’asilo (Foto da video)

Picozzi: “Quella donna aveva bisogno di indossare una maschera”

Ieri sera, a “Quarto Grado, Massimo Picozzi, criminologo, psichiatra ed esperto di profiling, ha analizzato alcuni particolari dell’omicidio di Elena Del Pozzo. “Come fanno a convivere amore e orrore?”, ha chiesto Gianluigi Nuzzi. “Il male esiste, dobbiamo dare anche per scontato che verrà effettuata una perizia psichiatrica – ha esordito l’esperto – Probabilmente questa donna cercava una maschera di normalità e sotto questa maschera invece covava dei sentimenti assolutamente ambivalenti. Evidentemente questa donna aveva bisogno di indossare sempre la maschera della mamma perfetta, della persona che curava la casa, che comprava i giocattoli per la bimba”.

Martina Patti, madre di Elena Del Pozzo (Foto da video)

La casa era troppo ordinata? “C’è un assonanza con quella di Cogne”

A colpire è l’estremo ordine, quasi maniacale, in cui è stata trovata la casa dove vivevano mamma e figlia. Massimo Picozzi è entrato nelle case di altre mamme assassine e non può fare a meno di sottolineare “un’assonanza con la casa di Cogne (dove Anna Maria Franzoni uccise il piccolo Samuele, ndr.)”. “Una delle cose che mi aveva colpito della casa di Cogne – svela – era come se seguisse un principio, quello di spazzare la polvere sotto il tappeto. C’erano suppellettili messe via ancora sporche, come se qualcosa scattasse nella mente di queste persone e volessero isolare e prendere le distanze”.

La casa dove vivevano Martina Patti e Elena Del Pozzo (Foto da video)

“Facendosi la doccia, l’assassino vuole lavarsi la coscienza”

Dopo aver ucciso Elena probabilmente nel campo dove è stata ritrovata cadavere, Martina Patti è tornata a casa e si è fatta una doccia. “Il particolare della doccia lo troviamo in tanti casi – rileva il professor Picozzi – E’ un po’ come se simbolicamente l’assassino volesse lavarsi la coscienza”. Riguardo al finto rapimento dice: “In realtà questa donna premedita il delitto ma non è una criminale professionista. Tutto il suo pensiero è concentrato sull’eliminazione di quella che evidentemente non era più sua figlia, era un oggetto, come purtroppo spesso accade”.

Gianluigi Nuzzi (Foto da video)

“Il movente prevalente è la sindrome di Medea”

“Qui la predominanza del movente è la sindrome di Medea – aggiunge – cioè ‘me la prendo con la persona che ho amato un tempo colpendola proprio nei sentimenti più profondi’”. Ma si può davvero dimenticare il momento in cui si uccide il proprio figlio o avere ricordi frammentati? “Se qualcuno dice ‘ricordo perfettamente questo e non ricordo perfettamente quello’ è un po’ sospetto”, sostiene il criminologo.

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Martina Patti, madre di Elena Del Pozzo (Foto da video)

“Non è pazza, la lucidità gioca a suo sfavore”

“La lucidità non è collegata a una patologia di mente – conclude – Se questa donna avesse asserito di aver ucciso la propria figlia perché ordinato dagli alieni, sarebbe stato un delirio, e qui la lucidità gioca a suo sfavore. Generalmente, le mamme che uccidono i propri figli lo fanno all’interno di una depressione post partum, per cui i bambini sono molto più piccoli. Quello che dobbiamo riuscire a concepire in questo caso, ed è difficilissimo, è che il male, purtroppo, esiste”.

Pubblicato il 25/06/2022 15:53

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