Selvaggia Lucarelli "infilza" Giletti: "Ha un conflitto irrisolto col giornalismo di guerra"

Selvaggia Lucarelli “infilza” Giletti: “Ha un conflitto irrisolto col giornalismo di guerra”

Daniela Vitello

Selvaggia Lucarelli “infilza” Giletti: “Ha un conflitto irrisolto col giornalismo di guerra”

| 04/04/2022
Selvaggia Lucarelli “infilza” Giletti: “Ha un conflitto irrisolto col giornalismo di guerra”

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Il ritorno in Ucraina di Massimo Giletti ha ispirato la penna tagliente di Selvaggia Lucarelli che già in passato non le ha mandate a dire al conduttore di “Non è l’Arena”, specie da quando lui ha deciso di mettere piede nei territori martoriati dal conflitto ucraino-russo. All’accusa di spettacolarizzare la guerra per fare hype, Giletti aveva così risposto ai microfoni dell’Adnkronos: “Credo che la Lucarelli esprima il suo meglio quando alza le palette a Ballando con le Stelle. Non merita nessun altro tipo di commento”.

Massimo Giletti a Mykolaiv (Foto da video)

Immediata la controreplica di Selvaggia Lucarelli: “La povertà intellettuale di Giletti sta anche nel non saper rispondere nel merito (la spettacolarizzazione della guerra), ma di fare la battuta dal retrogusto maschilista della serie ‘occupati di cose frivole’. Che non racconta nulla di me, ma molto di lui, ancora una volta”. Nessuno dei due, a quanto pare, intende deporre l’ascia di guerra. L’ultimo attacco sferrato da Selvaggia Lucarelli con l’arma dell’ironia arriva dalle pagine di “Domani”.

Selvaggia Lucarelli (Foto Instagram)

“In Giletti c’è una balcanizzazione mai risolta tra trash e sensazionalismo”

“Per chi si fosse distratto, questa settimana Massimo Giletti è tornato in Ucraina, a Odessa, per documentare sul fronte la Zeta dell’esercito di Putin con la Acca delle Hogan ai suoi piedi – esordisce la giornalista – Roba che uno si chiede cosa abbia fatto il popolo ucraino di male per subire l’invasione di Giletti dopo quello dei russi. Il prossimo sarà Godzilla dal Mar Nero, di questo passo. Quando si parla di conflitti irrisolti andrebbe analizzato quello di Giletti col giornalismo di guerra perché c’è una balcanizzazione mai risolta dentro di lui tra trash e sensazionalismo di cui l’Unione europea o la Nato o un bravo specialista prima o poi si dovranno occupare”.

Massimo Giletti in collegamento da Odessa, in Ucraina (Foto da video)

“Questa cosa che i soldati russi mangino lo ha sconvolto parecchio”

“Le immagini girate all’alba sono impressionanti. Sto parlando delle occhiaie di Giletti alle sei del mattino – continua – Poi arriva l’ospite d’eccezione, Walter Veltroni, il cui ruolo pattuito col conduttore è stato chiaro fin dall’inizio: ‘Massimo, io ti dico quanto sei figo a stare lì sotto le bombe, anzi, tra i botti, se tu mi dici quanto è figo il mio libro’. ‘Ok, andata Walter’ (…) Non so bene chi abbia convinto Gilet che fare il reporter di guerra sia mostrare quello che trova per terra con la musica horror in sottofondo, fatto sta che ci mostra, nell’ordine: un foglio di giornale russo (ma tu guarda, pensavo che i russi leggessero DiPiù), una scarpa che butta subito per terra perché ha appena scoperto che questi pezzenti di russi non combattono con le Hogan, dei ‘pezzi tagliati di erba’ che non si sa cosa voglia dire. Soprattutto, molto stupito, continua a mostrare avanzi di cibo. Questa cosa che i soldati mangino lo ha sconvolto parecchio, forse pensava che i russi si ricaricassero alle colonnine della Tesla”.

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Selvaggia Lucarelli (Foto Instagram)

“La deriva è iniziata quando ha cominciato a litigare con personaggi immaginari”

“Da una certa ora in poi, la confusione si trasforma in delirio – conclude la Lucarelli – Gilet inizia a innervosirsi per i botti, dice lui, e quindi litiga a caso con gente in studio, toglie la parola a ospiti inermi, maltrattati gratuitamente, ripete che per lui è complicato e devono capirlo, poi ‘veniteci voi qui sotto le bombe!’ perché Massimo Gilet deve ricordarci ogni tre per due quanto è pericoloso stare lì con le sole Hogan a fargli da scudo. Infine, la deriva più esilarante: da metà puntata in poi comincia a litigare con personaggi immaginari, che noi non vediamo mai e che nella sua testa forse sono quelli della sicurezza ucraina, una cosa tipo tipo ‘Beautiful mind’, e quindi ‘tuenti minuts end ai stop!!!’, ‘tuentifaiv second!’, ‘Iz ok!’, ma soprattutto ‘Don’t worry, be happy’. Giuro, l’ha detto. Ha detto ‘dont uorri bi eppi’ a un soldato o a un soldato immaginario, non lo sapremo mai. Così come non sapremo mai dove sono andati quei botti che verso la fine lui commenta così: ‘Si sentono dei botti, speriamo che vadano da un’altra parte!’. Insomma, speriamo che cadano in testa a qualcun altro. E da Massimo Gilet è tutto”.

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Massimo Giletti a Mykolaiv (Foto da video)

Rita Dalla Chiesa: “Meglio leggere le agenzie in studio, vero'”

Nelle scorse settimane, tra quanti si sono schierati dalla parte di Massimo Giletti figurava anche Rita Dalla Chiesa. “Giletti che va letteralmente a curiosare tra quei poveri corpi martoriati per fare audience, mi fa venire il voltastomaco. Questo non è giornalismo, questo è un’altra cosa che evito di dire”, aveva scritto un internauta. “Meglio leggere le agenzie in studio, vero? – aveva replicato l’ex conduttrice di “Forum” – Ma pochi hanno le pa*le di andare dove si sta combattendo una guerra odiosa, inaccettabile. E di far ‘vedere’ la morte che questa guerra produce. Vicina a TUTTI gli inviati che rischiano la loro vita sotto le bombe”.

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Rita Dalla Chiesa (Foto Facebook)

Corrado Formigli: “Trovo poco interessante l’idea di andare lì per dire di esserci”

Un differente punto di vista arriva da Corrado Formigli, conduttore di “Piazzapulita”, programma nel quale Selvaggia Lucarelli è ospite fissa. “Io credo che il collegamento in esterna debba portare un valore aggiunto e oggi quel valore aggiunto è il reportage dai luoghi che non riusciamo a raggiungere e conoscere, risvolti della guerra che non sono stati ancora mostrati – ha dichiarato Formigli a “Fanpage.it” – Penso che oggi il ruolo di un conduttore sia quello di stare in studio e far lavorare i propri inviati da lì. Trovo meno interessante l’idea di andare lì per dire di esserci. Qualora dovessi andarci, mi piacerebbe fare qualcosa che gli inviati non sono stati in grado di fare, prendermi anche dei rischi che non mi sentirei di far correre ai miei inviati. È il motivo per cui non mi è venuto in mente di partire, ma è la mia linea sulla guerra, fermo restando che ognuno ha la propria sensibilità e lo rispetto profondamente”.

Pubblicato il 04/04/2022 19:43

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