"Voglio sposare mio figlio, cambiate la legge" - Perizona Magazine

“Voglio sposare mio figlio, cambiate la legge”

Daniela Vitello

“Voglio sposare mio figlio, cambiate la legge”

| 15/04/2021
“Voglio sposare mio figlio, cambiate la legge”

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Ha tutto il sapore di una battaglia già persa in partenza quella avviata, negli Stati Uniti, da un newyorkese (non si sa se uomo e donna) che ha presentato un bizzarro ricorso alla corte federale di Manhattan. A raccontare la vicenda è il “Daily Mail” che cita “The New York Post”.  Il ricorrente, che ha chiesto di restare anonimo, domanda che vengano dichiarate “incostituzionali” le leggi che vietano l’incesto. Questo perché vorrebbe sposare il proprio figlio biologico, ormai adulto.

“Siamo una coppia PAACNP”

Il genitore è consapevole che la sua richiesta possa essere giudicata “moralmente, socialmente e biologicamente ripugnante” da gran parte della società. Tuttavia, pensa che il matrimonio – per una coppia “PAACNP” (che tradotto vuol dire “genitore e figlio adulto che non possono procreare”) come la loro – possa rappresentare un’occasione per raggiungere un “livello più elevato di espressione, intimità e spiritualità”.   

“Le coppie di genitori e figli adulti per le quali la procreazione è virtualmente o letteralmente impossibile possono aspirare a scopi diversi del matrimonio e cercare la realizzazione nel suo significato più alto”, si legge nel ricorso. Il genitore attende che la corte federale si pronunci prima di fare la proposta di matrimonio al figlio.

A New York l’incesto è un reato di terzo grado

A New York, infatti, chi si unisce in matrimonio o ha rapporti incestuosi con un antenato, discendente, fratello o sorella, commette un reato di terzo grado punibile fino a quattro anni di detenzione. I matrimoni contratti tra persone imparentate non hanno alcun valore legale e chi li contrae rischia fino a sei mesi di carcere e una multa.

Il precedente di un matrimonio tra zio e nipote

Sette anni fa, la corte d’appello di New York si era pronunciata a favore di uno zio e una nipote che avevano contratto matrimonio. I due erano sposati da 14 anni, non avevano figli e condividevano solo un ottavo dello stesso DNA. Il loro avvocato aveva battuto sul fatto che unioni di questo tipo fossero legali a New York fino al 1893. Nel 2014, il giudice Robert Smith della Corte d’Appello determinò che non vi fossero “forti obiezioni ai matrimoni zio-nipote”. Allo stesso tempo, però, ne approfittò per ricordare che i matrimoni genitore-figlio e fratello-fratello fossero “radicati nell’orrore quasi universale”.

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Pubblicato il 15/04/2021 15:35

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