Il figlio di Massimo Ghini ha contratto il Covid-19 dopo una reunion con gli amici ed è finito in ospedale per una polmonite bilaterale. A raccontare l’accaduto è l’attore romano ai microfoni dell’Adnkronos.
“Dopo l’odissea di mia figlia che non riusciva a tornare da Londra in Italia ora ho anche mio figlio di 25 anni in ospedale con una polmonite bilaterale da Covid – confessa – Tutto è nato da un assembramento. Mio figlio e un gruppo di suoi amici avevano deciso, visto che non ne potevano più, di incontrarsi in una casa e avevano fatto tutti il tampone rapido. Invece non è servito a niente. All’inizio, quando ha scoperto di essere positivo diceva di sentirsi bene, poi dopo aver consultato il nostro medico di fiducia è stato portato di corsa in ospedale dove gli è stata diagnosticata una polmonite bilaterale. Ora sta meglio, è ancora positivo e si trova in un Covid-hotel e sta continuando a farsi la sua quarantena”.
Ghini è abbastanza preoccupato per l’evoluzione della malattia. “Il virus ora non colpisce solo gli anziani ma anche i giovani ed è diventato molto più pericoloso – sottolinea – In una situazione del genere che trovo allucinante penso che la politica si debba occupare prima di tutto di questa emergenza nazionale”.
Quando la figlia Camilla non riusciva a rientrare in Italia da Londra
Lo scorso anno, durante il primo lockdown, Massimo Ghini era in ansia per la figlia Camilla che non riusciva a rientrare in Italia da Londra dove il virus dilagava.
“Ci siamo trovati stranamente depistati, meravigliati, dal comportamento inaspettatamente superficiale di una nazione come la Gran Bretagna rispetto a questa problematica, perché era sotto gli occhi di tutti che continuava a essere tutto aperto, tutto funzionava, e mia figlia, che studia in un’università a Londra, era impanicata, da questo punto di vista, perché non riusciva a capire, vedeva le notizie che arrivava no dall’Italia, vivendo in una nazione completamente al contrario – aveva raccontato l’attore all’epoca – Quando la questione da noi ha cominciato a espandersi per l’Europa, mia figlia ha avuto la coscienza dimettersi in quarantena, seguendo i nostri consigli, con grande fatica siamo riusciti a trovare dei biglietti, ce l’abbiamo fatta e l’abbiamo riportata a casa”.