Dario Argento a cuore aperto: il tentato suicidio, la droga, l'arresto

Dario Argento a cuore aperto: il tentato suicidio, la droga, l’arresto

Daniela Vitello

Dario Argento a cuore aperto: il tentato suicidio, la droga, l’arresto

| 09/02/2021
Dario Argento a cuore aperto: il tentato suicidio, la droga, l’arresto

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L’amore, il cinema, il rapporto con la paura, la depressione, il tentato suicidio, la droga e l’arresto. A 80 anni Dario Argento apre il cassetto dei ricordi insieme al giornalista Malcom Pagani che l’ha intervistato per “GQ Italia”.

L’amore

Il re dell’horror confessa di aver amato molto in vita sua anche se la sua “grande compagna di vita è rimasta la solitudine. Ho avuto molti amori, è vero, ma erano passioni che andavano e venivano proprio come le tante donne che ho avuto vicino”.  “Può anche darsi che il colpevole fossi io perché starmi accanto non era facile – ammette – Ero capriccioso, esigente, incostante e quasi sicuramente anche geloso”.

Dario e Asia Argento (Foto Instagram)

Il rapporto con la paura

Il primo incontro di Dario Argento con la paura risale alla sua infanzia. “Mi ha fatto scoprire mondi sconosciuti di cui i miei amici e i miei fratelli non avevano neanche la più lontana idea – spiega – Io invece, grazie alla lettura e alla fantasia, li frequentavo con entusiasmo. Scoprivo abissi della mente, derive a cui ancorarmi, racconti dell’orrore, opere liriche e tragedie che in seguito, nel mio lavoro, si sarebbero dimostrati fondamentali. Avere consapevolezza del fatto che c’era una parte di me capace di pensieri orribili e immaginazioni spaventose. La mia metà oscura. L’ho coccolata, abbracciata, accudita. Mi ha fatto compagnia e continua a farmela. Mi fa commettere atti crudeli e bruttissimi: è vero. Ma ci dialogo da sempre e non ho mai avuto la tentazione di mediare. Forse per opportunismo: molti di quei pensieri infatti sono nei miei film”.

Di cosa ha avuto più paura il re dell’horror? “Essere aggredito, soffrire fisicamente, incontrare il male – replica – A volte erano paure inconsulte, assolutamente irrazionali. Da ragazzo non dividevo il letto né concedevo l’intimità della notte a nessuno. Temevo che nel sonno, dando le spalle all’amante, potessi essere ucciso (…)  Una notte, persuaso che l’assassino che stavo descrivendo sulla pagina fosse davvero in casa con me, pronto a uccidermi, mi precipitai sulle scale e svegliai il portiere. Era sorpreso. Parlammo a lungo, almeno fino a quando le mie ansie si placarono”.

Dario Argento (Foto da video)

Il cinema

Per Dario Argento, il set è “un luogo in cui non mi diverto mai. Non ho mai provato una grande felicità nel realizzare i miei film. Era un lavoro che facevo con metodo e applicazione quasi impiegatizia. Un lavoro che non di rado mi lasciava totalmente svuotato e che affrontavo senza questa specie di falsa euforia che sembra essere il corollario indispensabile per potersi definire regista”.

“Sul set non accetto interferenze – rivela – Se un attore arriva con delle idee per migliorare la scena è sempre il benvenuto, se arriva per rompere proditoriamente i coglioni, invece, vuol dire che desidera sabotare il lavoro e io il lavoro non me lo faccio sabotare da nessuno. Il cinema è un meccanismo delicato, un gioco di squadra. Se qualcuno rema contro, arrivare a destinazione è molto faticoso”.

La depressione

Spesso i film di Dario Argento sono stati oggetto di censura. Circostanza che ha fatto molto soffrire il regista. “L’operato della censura è stato spesso orrendo con i miei film, tanto da spingermi a vere acrobazie per salvare alcune copie di lavori che dai tagli erano stati devastati – racconta – Opera, un film che mi era costato tanto come preparazione e impegno, per esempio dai tagli venne massacrato. Fu una botta durissima. E io caddi in depressione. Mi è capitato di soffrire per l’esito di alcuni film e di sentirmi a volte svuotato, spossato, senza la voglia di andare avanti. Ho ottant’anni e per lunghissimi periodi della mia vita ho vissuto in albergo. Mi sono sempre piaciuti, gli alberghi. Sono impersonali, perfetti per concentrarsi, non ti appartengono esattamente come tu non appartieni a loro”.

Asia e Dario Argento (Foto Instagram)

Il tentato suicidio

Nel 1976 mentre soggiornava all’Hotel Flora, a due passi da via Veneto, il re dell’horror pensò di suicidarsi. “Stavo preparando Suspiria e le cose sul lavoro andavano alla grande, ma era con me stesso che da qualche tempo le cose non andavano benissimo – ricorda – Mi era capitato di svegliarmi una notte con il nitido desiderio di lanciarmi dalla finestra e la stessa cosa mi era successa qualche settimana dopo quando mi era addirittura accaduto di immaginare il dopo, il mio corpo che precipitava a terra, lo schianto, il rumore, i titoli dei giornali. Mi ero diretto senza dubbi verso gli scuri, ma i mobili, i tavolini e le suppellettili mi avevano impedito di realizzare il proposito. Mi ero risvegliato la mattina dopo in lacrime, aggrovigliato tra le tende e avevo immediatamente telefonato a un amico medico. Il suicidio è una strada a senso unico, se la imbocchi tornare indietro è impossibile, ma se devii in tempo dal tuo percorso non ti accadrà più di intraprenderlo. Il mio amico mi consigliò di mettere tutti i mobili della stanza davanti alla porta-finestra. Funzionò. Dovetti combattere ma mi rialzai. Mi tirai su e da allora non ci ho mai più pensato”.

La droga

“L’hashish mi ha fatto compagnia per moltissimo tempo – confida – Non mi ricordo neanche chi mi iniziò al vizio, ma se avessi potuto avrei continuato. Ho dovuto smettere, con grande dolore, perché bronchite e tosse non mi davano tregua. Per un breve periodo feci uso anche di cocaina, ma a differenza delle canne, non solo non era una dipendenza forte, ma neanche rimpianta. La cocaina mi dava fastidio. Mi faceva star male. Non mi rilassava. Abbandonarla fu naturale”.

Dario Argento (Foto da video)

L’arresto

Dario Argento racconta così il suo arresto: “Qualcuno che non conoscevo aveva spedito un pacco con delle sostanze proibite a mio nome a Fiumicino. La narcotici l’aveva intercettato ed erano venuti a cercarmi. Feci entrare i finanzieri in casa e candidamente, a precisa domanda, ammisi di essere un fumatore mostrando la modesta quantità di hashish che detenevo. Mi portarono via, a Regina Coeli, ma non volevo che la situazione né i titoli dei giornali suonassero come «il grande regista arrestato per droga», così mentre andavamo via cercai comunque di sdrammatizzare. ‘Ahò, mò non famo che me ne vado e ve fumate la robba mia’, dissi in romanesco e con il sorriso sulla faccia. Gli agenti risero poco, erano imbarazzati”.

“Sono un uomo fortunatissimo”

“Sono un uomo fortunatissimo – conclude il regista – Non avevo mai pensato di fare cinema e invece fare cinema è diventata un’esigenza fortissima che continua a darmi energia. Ho ancora tanti film in testa, tante storie. E le voglio girare perché senza cinema il mondo mi sembra un posto più povero, vuoto e insignificante. Non ho molte certezze, ma una brilla chiarissima. Finché in una sala ci sarà qualcuno da impaurire potrò considerarmi una persona contenta”.

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Dario e Asia Argento (Foto da video)
Pubblicato il 09/02/2021 12:06

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