Caprarica rompe con la Rai:| "Sono stato perseguitato" - Perizona Magazine

Caprarica rompe con la Rai:| “Sono stato perseguitato”

Daniela Vitello

Caprarica rompe con la Rai:| “Sono stato perseguitato”

| 18/12/2013
Caprarica rompe con la Rai:| “Sono stato perseguitato”

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Antonio Caprarica, storico corrispondente Rai da Londra, sbatte la porta dell’azienda di viale Mazzini dopo anni di onorato servizio. L’inviato, che minaccia azioni legali, denuncia una vera e propria persecuzione nei propri confronti alla base della quale vi sarebbe un pensionamento forzato. Caprarica si confessa all’Ansa senza usare mezzi termini e parla di “crescenti pressioni esercitate dai vertici aziendali con metodi inammissibili e offensivi”.

Avevo ancora due anni e mezzo di lavoro davanti a me – racconta – ed ho per questo rifiutato la proposta di andare via con incentivo. Prima la Rai mi ha mandato un auditing, che non ha trovato e non poteva trovare niente. Poi mi ha inviato in data 7 ottobre una lettera di contestazioni di violazioni di regole burocratiche interne, come ad esempio la mancanza di una procura negoziale per potere assumere collaboratori…Poi mi hanno contestato la mancanza di una gara europea per la scelta dei collaboratori. A Londra non abbiamo dipendenti fissi ma solo collaboratori esterni, che lavorano lì da 30 anni e ho già trovato quando sono arrivato. Eppure la Rai di Gubitosi contesta a me di non aver fatto la gara”.

“Senza nemmeno aspettare una mia risposta – continua il giornalista – mi ha convocato il direttore generale dicendomi che se fossi andato via il procedimento disciplinare sarebbe decaduto. Io ho risposto che dalla Rai sarei uscito solo a testa alta e, a quanto mi risultava, l’azienda aveva già contattato un collega a cui aveva offerto la sede di Londra, cosa che il dg non ha potuto negare”.

“Il consiglio di amministrazione – conclude Caprarica – ha preferito voltarsi dall’altra parte piuttosto che chiedere spiegazioni al direttore generale. Con buona pace per il codice etico della Rai“. Da qui la decisione di sbattere la porta della sede di viale Mazzini e bussare a quella del tribunale per chiedere ai giudici di tutelare diritti ed onorabilità.


Pubblicato il 18/12/2013 23:06

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