Maradona, l'ex moglie Claudia Villafañe: "Se vedi dove è morto Diego, muori anche tu" - Perizona Magazine

Maradona, l’ex moglie Claudia Villafañe: “Se vedi dove è morto Diego, muori anche tu”

Daniela Vitello

Maradona, l’ex moglie Claudia Villafañe: “Se vedi dove è morto Diego, muori anche tu”

| 02/12/2020

“Se vedi dove è morto Diego, muori anche tu”. Oscar Ruggeri, amico ed ex compagno di nazionale di Maradona menziona, […]

“Se vedi dove è morto Diego, muori anche tu”. Oscar Ruggeri, amico ed ex compagno di nazionale di Maradona menziona, durante una trasmissione televisiva, quanto riferitogli da Claudia Villafañe, ex moglie del Pibe de Oro. L’esternazione della Villafañe si inserisce nel solco dell’inchiesta che ipotizza il reato di omicidio colposo aperta per far luce sulla morte del campione argentino stroncato a 60 anni da un arresto cardio-respiratorio. Nelle scorse ore è stata sentita in Procura per cinque ore Veronica Ojeda, ex compagna del Diez e madre del suo figlio più piccolo, Dieguito Fernando, per il quale Maradona ha registrato uno straziante messaggio a poche ore dalla sua morte (LEGGI QUI).

“Se fosse stato in un ospedale o in una clinica si sarebbe salvato”

Mario Baudry, compagno e legale della Ojeda, ha svelato alcuni retroscena al quotidiano argentino “El Clarin”. Secondo quanto riportato dall’uomo, il re del pallone “non è stato assistito bene” e “la sua morte a nostro avviso era evitabile”. “La sua abitazione era molto semplice, senza bagno – ha confidato – C’era un wc chimico accanto al letto. Se fosse stato in un ospedale o in una clinica si sarebbe salvato”.

Il neurochirurgo in lacrime: “Diego era ingestibile, io mi sono preso cura di lui”

Nel frattempo Leopoldo Luque, il medico personale di Maradona indagato dalla giustizia argentina, si difende e descrive l’ex calciatore come un paziente “ingestibile”. “Volete sapere di cosa sono responsabile? – ha detto in lacrime durante una conferenza stampa – Di averlo amato, di essermi preso cura di lui, di avergli allungato la vita, di averla migliorata fino in fondo. Sarebbe dovuto andare in un centro di riabilitazione. Non voleva. Sono un neurochirurgo. Sono la persona che si è presa cura di lui. Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto. Non ho nulla da nascondere. Sono a disposizione della giustizia”.

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