Dalla tv a Gesù, il passato doloroso di Daniela Rosati: "Mi diede un calcio in pancia e persi il bambino" - Perizona Magazine

Dalla tv a Gesù, il passato doloroso di Daniela Rosati: “Mi diede un calcio in pancia e persi il bambino”

Daniela Vitello

Dalla tv a Gesù, il passato doloroso di Daniela Rosati: “Mi diede un calcio in pancia e persi il bambino”

| 01/12/2020

Che fine ha fatto Daniela Rosati? Dell’ex conduttrice di programmi di salute ed ex moglie di Adriano Galliani si sono […]

Che fine ha fatto Daniela Rosati? Dell’ex conduttrice di programmi di salute ed ex moglie di Adriano Galliani si sono perse le tracce da un po’. È diventata un’oblata, ovvero consacrata all’ordine di Santa Brigida, e si è trasferita in Svezia dove la Santa fondò il suo Ordine.

La conversione è arrivata nel 2005. Da allora la giornalista e conduttrice televisiva, nota per essere stata al timone di programma quali “Medicine a confronto” e “Naturalmente bella”, dedica la sua vita alla religione, alla preghiera e alla scrittura, vivendo in castità e lontana dalla tv. Si dedica alla preghiera e alla scrittura.

Ospite di “Domenica Live”, Daniela Rosati racconta le violenze fisiche subite da giovane dal suo compagno dell’epoca. I fatti risalgono ai primi anni ’80 e la giornalista non lo ha mai denunciato per proteggere i figli di lui ai quali è affezionatissima.

“Mi diede un calcio nella pancia e persi il bambino che aspettavo”

“Avevo ventidue anni, il mio fidanzato aveva già dei bambini suoi – racconta a Barbara D’Urso – Era un uomo simpaticissimo, brillante. Un giorno voleva andare in barca con degli amici. Io ero incinta, non mi sentivo bene, avevo le nausee e non volevo uscire in barca. Forse aveva bevuto, non so cosa sia successo. Ho scoperto solo dopo che aveva un problema, beveva di nascosto, io lo avevo visto bere sempre solo acqua. In quel momento è come se fosse impazzito. Mi ha spinta per terra e mi ha dato un calcio in pancia. Sono svenuta, mi sono ripresa all’imbrunire. Mi sono trovata in un lago di sangue e ho perso il bambino. Lui intanto era andato in barca. Io ho pulito tutto, non volevo che la signora che veniva a fare le pulizie vedesse tutto quel sangue, avrei dovuto dire cosa era successo. Poi non ricordo più niente, ero scioccata. A lui non ho detto nulla e lui non ha detto nulla a me. Non mi ha mai chiesto scusa, neanche oggi. Però io prego tanto per questa persona e per tutte quelle che mi hanno fatto del male, perché il male non è solo quello fisico”.

 

“Mi colpì in faccia e il labbro si aprì completamente”

 

Successivamente, il suo compagno dell’epoca le spaccò il labbro. Per ricucirlo servirono 12 punti. “Una volta mi ha dato una spinta, aveva degli stivali da texano, quelli a punta – ricorda – Lui voleva darmi un calcio, non voleva colpirmi in faccia. Io sono caduta male e lui mi ha colpito in faccia. Quella volta si è messo a piangere perché il labbro era completamente aperto, si vedevano i denti dietro. Lui singhiozzava dicendo: ‘Ti ho rovinata’. Io sono andata in bagno, mi sono disinfettata, poi gli ho detto: ‘Invece di piangere, portami in ospedale’. Lì, due medici del pronto soccorso mi hanno ricucita, li ringrazio sempre, potevo rimanere sfregiata per sempre. Uno cuciva e l’altro mi chiedeva se volevo denunciare. Io non ho voluto, continuavo a dire che ero caduta, sempre per proteggere i suoi figli, non erano i miei, ma non volevo sapessero che il padre era capace di questo”.

 

“Dopo le botte in un locale, non tornai più a casa con lui”

“Un’altra volta mi ha rotto un dito – prosegue la Rosati – L’ultima volta, eravamo in un locale alla moda, lui aveva bevuto tanto, sono andata in bagno, lui mi ha seguita e mi ha riempito di pugni sulla pancia. Sono stata aiutata da una persona, sono andata via dal locale e non sono mai più tornata a casa da lui. Ormai avevo capito che era patologico. Non avrei mai più potuto sopportare nulla di simile. Nessuna donna merita una cosa del genere, qualunque cosa abbia fatto. Suo figlio, l’ultimo, che oggi è un uomo adulto, è un po’ come se fosse la mia famiglia. Ha scelto di venire a vivere con me quando aveva sedici anni ed è rimasto con me fino ai 36 anni quando è diventato papà. Sua figlia mi chiama ‘nonna’. Ero triste non perché non ero mamma ma perché nessuno mi avrebbe mai chiamata ‘nonna’ e la bambina pochi giorni dopo mi ha chiesto se poteva farlo”.

 

“Oggi ci vediamo, credo si sia pentito”

 

Infine, la giornalista svela in che rapporti è oggi con l’uomo che le ha usato violenza. “Io lo vedo – confessa – è stato l’unico a preoccuparsi di come stessi quando ero bloccata in Svezia ed è arrivato il Covid. È uscito dal problema dell’alcol, c’è un’amicizia affettuosa tra noi. Non dirò mai chi è, però credo che lui si sia pentito. Io non voglio che nessuno chieda perdono a me ma che si chieda perdono a Dio. A questi uomini dicono: confessate e chiedete perdono”.

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