Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, Daria Bignardi descrive il rapporto con la madre. “Era malata di ansia ossessiva – confessa – Io sono andata via di casa, non a caso, molto presto. A 20 anni ho cominciato a stare il più lontano possibile da casa, a 23 anni stavo a Milano e vivevo e mi mantenevo da sola. Mia madre comunque mi ha sempre telefonato ogni mattina alle 9, ovunque io fossi. A Sarajevo durante la guerra, alle Fiji in una capanna, quando non esistevano i cellulari. Io e mia sorella dicevamo che la mamma era Tom Ponzi e riusciva a scoprire sempre dove io fossi. Tra l’altro io mi facevo trovare perché ero consapevole del suo dolore”.
“Ho ereditato l’ansia da mia madre”
“L’ansia è una malattia e quindi io ho sempre rispettato quella malattia e l’ho anche subita perché ha veramente condizionato tanto la mia vita – spiega – Sarà successo due volte che non potevo farmi trovare. Bene, credo che una di quelle due volte la mamma abbia chiamato la polizia e l’altra si sia messa in macchina da Ferrara a Milano per venirmi a trovare. Ancora oggi che lei non c’è più io mi sogno la notte di doverla chiamare e non trovare un telefono. Insomma, l’ansia è una malattia e io naturalmente l’ho ereditata perché si trasmette per forza di madre in figlia. Però io ho provato a salvare i miei figli provando a trasformarla in altro. L’ho messa nel lavoro, nella creatività. Ci ho provato intensamente, poi naturalmente uno ci riesce fino a un certo punto”.
“Meglio essere amati male che non essere amati”
“Io adoravo mia madre e quando è mancata è stato un tale vuoto che ho scritto ‘Non vi lascerò orfani’ – racconta – L’ho fatto per riempire quel vuoto. Mio padre era mancato molti anni prima. A quel punto ero orfana e nel libro ho messo il nostro lessico familiare. È stato un libro tanto amato dai lettori che hanno sentito la sincerità, l’autenticità. Tante persone che hanno perso i genitori mi hanno detto che li ha aiutati. Certamente i primi tempi sono tempi di grande vuoto quando hai amato tanto qualcuno. Però una cosa che scrivo in ‘Non vi lascerò orfani’ è che è meglio essere amati male che non essere amati. Quando perdi qualcuno, come nel caso mio con mia madre, con cui hai litigato tutta la vita, è un vuoto incolmabile. Però poi ti rendi conto che quello che rimane è l’amore, è un grande pieno”.
“Ancora oggi ho a che fare con quell’ombra, nel mio modo di amare”
“Oggi, pensando a mia madre e a mio padre, ho solo dei sentimenti belli, di pienezza, di gratitudine per essere stata amata così tanto, anche se male – confida – Perché, ripeto, mia madre era veramente un personaggio molto complicato con cui avere a che fare. Ancora oggi io ho a che fare con quell’ombra, nel mio modo di amare. Se uno viene amato così tanto e in un modo così assoluto e assolutista, fa molta fatica ad imparare ad amare e anche a gestire i suoi personali rapporti d’amore. Quindi è una storia infinita”.
“Il ‘Grande Fratello’? Non l’ho più rivisto”
Il 14 settembre 2000, come una pioniera, Daria Bignardi condusse la prima edizione del “Grande Fratello”. A Silvia Toffanin, la giornalista, scrittrice e conduttrice confessa di non aver più guardato il reality.
“Purtroppo negli anni non ho più rivisto il ‘Grande Fratello’ – ammette – anche se ultimamente mia figlia Emilia sta seguendo appassionatamente il ‘Grande Fratello Vip’ e se piace a lei che è tremenda e molto esigente vuol dire che è divertente. Quindi lo vorrei vedere anch’io. Ho lavorato a Mediaset per 10 anni e ho molti bei ricordi qui. Mi ricordo che mentre conducevo un programma dal titolo ‘Corto Circuito’ ero incinta di mio figlio Ludovico”.
