Aldo Grasso sui 40 anni di Canale 5: "Una volta si guardava al futuro, oggi è tutto Barbara D'Urso" - Perizona Magazine

Aldo Grasso sui 40 anni di Canale 5: “Una volta si guardava al futuro, oggi è tutto Barbara D’Urso”

Daniela Vitello

Aldo Grasso sui 40 anni di Canale 5: “Una volta si guardava al futuro, oggi è tutto Barbara D’Urso”

| 15/11/2020

Quarant’anni fa debuttava a livello nazionale Canale 5, rete ammiraglia Mediaset. Il Biscione ha scelto di non celebrare la ricorrenza. […]

Quarant’anni fa debuttava a livello nazionale Canale 5, rete ammiraglia Mediaset. Il Biscione ha scelto di non celebrare la ricorrenza. A passare in rassegna i primi 40 anni di Canale 5 è Aldo Grasso nella sua consueta rubrica sul “Corriere della Sera”.

“Undici novembre 1980 – scrive il critico televisivo – Telemilano, tv a diffusione regionale, si collega con altre 23 emittenti per presentare su scala nazionale la seconda edizione dei «Sogni nel cassetto», l’eterno quiz condotto da Mike Bongiorno: è la nascita ufficiale di Canale 5. Ma già dal 30 settembre, la vecchia Telemilano 58, già Telemilano e prima ancora Telemilano Cavo, aveva assunto il nome di Canale 5. Undici novembre 2020: Canale 5 ignora la festa dei 40 anni e trasmette un modesto programma musicale. Col ribaltamento delle finalità del broadcasting – non più «servizio pubblico» venato di intenti didascalici, ma impresa tesa al profitto, alla massimizzazione degli ascolti e alla raccolta di pubblicità – cambia radicalmente il ruolo della programmazione”.

“Quando si parla di «americanizzazione» della tv italiana negli anni 80 bisogna precisare che essa riguarda molto più la logica che informa il rapporto produzione/programmazione di quanto non tocchi la natura stessa dei prodotti – aggiunge – Su Canale 5, vanno in onda telefilm (si chiamavano così) d’importazione, accanto però a una produzione autonoma, nel solco della più consolidata tradizione nazional-popolare. La rete inaugura i suoi programmi con l’emblema stesso della tv italiana, Mike, come accadrà, qualche anno più tardi, con altri «divi» della tv pubblica”.

“L’offerta filmica alterna Hollywood con film pop italiani anni 60 e 70. Se le modalità di trasmissione, l’acquisto dei diritti e i modelli di produzione si modificano con la tv commerciale, è però un altro fattore ad affrontare una vera rivoluzione: si tratta del palinsesto, che acquista via via un posto chiave nell’industria, e diventa lo scacchiere per valorizzare al meglio i titoli acquistati sul mercato internazionale, per definire le identità delle reti, per adattare il flusso di programmi ai gusti e alle abitudini del pubblico, per entrare in concorrenza. Si guardava al futuro. Oggi è tutto Barbara D’Urso”, conclude.

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