Angela da Mondello, Selvaggia Lucarelli si scaglia contro la D'Urso: "I danni di certa tv li paghiamo noi" - Perizona Magazine

Angela da Mondello, Selvaggia Lucarelli si scaglia contro la D’Urso: “I danni di certa tv li paghiamo noi”

Daniela Vitello

Angela da Mondello, Selvaggia Lucarelli si scaglia contro la D’Urso: “I danni di certa tv li paghiamo noi”

| 09/11/2020

“Non ce n’è pudore”. Selvaggia Lucarelli torna a scagliarsi contro Barbara D’Urso, artefice del successo mediatico pompato dai social di […]

“Non ce n’è pudore”. Selvaggia Lucarelli torna a scagliarsi contro Barbara D’Urso, artefice del successo mediatico pompato dai social di Angela Chianello, meglio nota come Angela da Mondello. Nelle scorse ore la casalinga palermitana, diventata famosa per il tormentone “Non ce n’è Coviddi”, è stata convocata in commissariato e sanzionata insieme al suo agente per aver girato un videoclip in barba alle norme anti-Covid che vietano gli assembramenti e stabiliscono l’uso della mascherina. I due sono stati anche denunciati per aver organizzato uno spettacolo senza autorizzazioni. “Un giorno bisognerà scrivere un libro sui danni che una certa televisione ha fatto negli anni e che erediteranno le generazioni successive, danni i cui residui di ignoranza elevata a mito sopravviveranno in un osceno substrato culturale e sociale per lungo tempo – scrive Selvaggia Lucarelli in un lungo articolo su “Tpi” – Angela Chianello, la signora “Non ce n’è Coviddi”, è un brillante esempio di come ciò che andrebbe guardato al massimo come un monito viene trasformato in fenomeno di colore dalla lavatrice al contrario della televisione dursiana (quella che centrifuga tutto nell’acqua grigia delle cose sbagliate)”.

“L’importante è attribuirsi il merito di aver creato ‘il mostro'”

Per la giornalista, la vicenda di Angela Chianello (che definisce una “signora con evidenti limiti culturali”) avrebbe dovuto chiudersi lì, “con i meme, un paio di jingle scemi, hashtag e un tormentone di qualche giorno”. E invece la signora “Non ce n’è Coviddi” è sbarcata in tv. “L’importante – sottolinea la Lucarelli – è attribuirsi il merito di aver creato ‘il mostro’. La signora Coviddi l’abbiamo inventata noi un po’ come Baudo con la Cuccarini (…) Insomma, tutto un ribadire la paternità di questo successo, come se ci fosse qualcosa di cui vantarsi. Come se quella viralità fosse frutto di un talento, di un messaggio educativo, di un buon esempio. E siccome questa tv è particolarmente abile nel passare il messaggio che gente come Angela vada mostrata perché ‘è il popolo’, ‘perché noi facciamo la tv che somiglia alla gente’, mentre il reale intento è sfruttare l’ingenua ignoranza di questa gente per sfotterla assieme ai creatori di meme (‘Hashtag #nonèladurso!’ ricorda più volte la conduttrice mentre la intervista), alla fine la sensazione è quella di vedere la scimmietta sulla spalla della conduttrice. ‘Angela, come dici tu, suvenier?’ (intendendo dire ‘souvenir’). ‘Sì Babbara, suvenier!’. Grasse risate”.

“Il disastro culturale conseguenza di queste operazioni lo paghiamo noi”

“Certo, l’ombra del negazionismo è antipatica e bisogna lavarsi la coscienza – prosegue – ‘Angela, voglio che tu dica che il Covid esiste però eh!’, la rimbrotta Babbara. ‘Certo, io quel giorno… eravamo a mare, ci stavamo divertendo, ho detto così perché a Palermo non avevamo casi, ma in quel momento. Mi dispiace per le persone morte per il Covid!’. Le dispiace per le persone morte, capito? E il piccolo imbarazzo dell’aver dato spazio, luce, popolarità a uno di quei personaggi che negano l’esistenza del Covid per ignoranza, si risolve così. Del resto, come dice la conduttrice divertita, Angela ora è un’influencer! Senza considerare che proprio qui sta il problema. È una che con la tv e i suoi 180.000 follower può influenzare. Poi la svolta. Grazie a Babbara e alla popolarità che le ha regalato, Angela Chianello oltre a vendere ‘suvenier’ quali portachiavi e magliette con la scritta “Non ce n’è coviddi”, ieri ha potuto girare un bel video musicale. Un video in cui la signora canta ‘Non ce n’è non ce n’è!’ mentre in Italia muoiono 400 persone al giorno di Covid. E balla con decine di persone, urla ‘Libertà’, tutti appiccicati, tutti senza mascherina, con la bandiera dell’Italia che sventola e il tag Lele Mora. Insomma, torna da dove tutto era cominciato: ‘Non ce n’è Coviddi’. Migliaia di like, commenti, complimenti, insulti, insomma, ‘influenza’. Un’influenza che è responsabilità di qualcuno. Perché, se crei il mostro, poi può capitare che il mostro scappi dalla gabbia. E, come al solito, la signora della tv passerà al prossimo fenomeno da circo, mentre il disastro culturale conseguenza di queste operazioni lo paghiamo noi. Grazie, Babbara. Il Covid c’è. È il rispetto per chi sta morendo, sta curando, sta sopravvivendo, che manca”.

“Questa roba non è trash, è oscena – chiosa – E va ringraziata ancora una volta ‘Babbara’, che ha trasformato un’ignorante pure negazionista in un fenomeno di colore. Pericoloso”.

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