Lapo Elkann: "Ho un debole per Palermo, ho mangiato il miglior pesce della mia vita" - Perizona Magazine

Lapo Elkann: “Ho un debole per Palermo, ho mangiato il miglior pesce della mia vita”

Daniela Vitello

Lapo Elkann: “Ho un debole per Palermo, ho mangiato il miglior pesce della mia vita”

| 27/08/2020

Lapo Elkann si confessa a cuore aperto in un’intervista rilasciata a Candida Morvillo per il “Corriere della Sera” in occasione […]

Lapo Elkann si confessa a cuore aperto in un’intervista rilasciata a Candida Morvillo per il “Corriere della Sera” in occasione dell’uscita del suo libro dal titolo “W L’Italia insieme a Lapo” edito dalla Nave di Teseo, il cui ricavato andrà alla Fondazione Laps da lui creata per aiutare i giovani fragili o in difficoltà.

L’imprenditore parla del paese che più ama, ovvero l’Italia. “L’unica nota positiva del Covid è che abbiamo riscoperto le vacanze italiane – dichiara – Io ho fatto vacanze lavorando, ma al 99 per cento italiane. Sono stato ovunque, amo ogni nostro angolo, mi sento italiano anche se sono nato in America e sono mezzo francese, mezzo cattolico e mezzo ebreo. Però, a 18 anni, ho disdetto la cittadinanza americana e le mie aziende pagano le tasse qui”.

Il rampollo di casa Agnelli passa in rassegna i suoi luoghi del cuore: “Prima città Torino, perché c’è mio fratello, per mille ragioni. Poi amo Napoli con tutto il cuore, mia nonna Marella era napoletana, ci vado spesso. E ho un debole per Palermo. In un ristorante all’aperto che, a vederlo, non gli dai un euro ho fatto una cena meravigliosa proprio con John: per strada, su sedie di plastica, ho mangiato il miglior pesce della vita. L’autenticità dell’Italia si sente tantissimo nel cibo. Io, se penso all’Emilia, penso ai tortellini, penso al ristorante Montana vicino alla Ferrari, penso a moltissime cose che mi fanno felice”.

E Milano? “Se dicessi che la amo, sarei ipocrita – confida – è efficiente per lavorare, ma non mi trasmette allegria. Sto riflettendo se trasferirmi altrove. Ora, poi, ci sono appena stato tre giorni e sembrava il deserto dei tartari”.

Lapo Elkann: “Ecco come mi sono rialzato”

Il giovane Elkann parla della sua rinascita dopo overdosi, incidenti, scandali: “Ho imparato ad accettare i miei punti deboli e a chiedere aiuto. Ho capito che non si vince mai da soli. Tutti hanno fragilità, tutti soffrono, tutti hanno cadute e la chiave è non vergognarsi. Io ne ho avute tante di cui si è parlato ovunque. Mi fa piacere? Certamente no e mi ha fatto soffrire, ma ora ho l’enorme vantaggio di non avere niente da nascondere. Non mi vergogno più di quello che sono, non devo ingannare me stesso e non devo far finta di essere chi non sono”.

Oggi Lapo è “uno che lotta ogni giorno perché ogni giorno ci sono complessità, tristezze, criticità, amici che muoiono. Sono uno che, come tutti, ha buchi emotivi, ma che ha smesso di credere al mito del superuomo: io sono stato pessimo a chiedere aiuto e ad accettare la mia fragilità, perché nella mia cultura, italiana e familiare, l’uomo non deve piangere né essere debole. Ora, sono uno che ha pochi amici molto buoni a cui so chiedere aiuto. Perché, se non sai chiederlo, ti fai male. Poi, sul lavoro, devo la creatività alla mia sensibilità, che è una manna, ma che nel quotidiano è un inferno perché senti tutto, risenti di tutto. Sono uno che prova ogni giorno a fare la differenza con gentilezza e determinazione e che aborre l’arroganza e detesta i capetti che abusano del potere”.

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