Massimo Giletti sotto scorta dopo le minacce della mafia: "Sono stato lasciato solo" - Perizona Magazine

Massimo Giletti sotto scorta dopo le minacce della mafia: “Sono stato lasciato solo”

Daniela Vitello

Massimo Giletti sotto scorta dopo le minacce della mafia: “Sono stato lasciato solo”

| 20/08/2020

Il settimanale “Oggi” esce in edicola con un’intervista esclusiva a Massimo Giletti finito sotto scorta dopo le minacce ricevute dal […]

Il settimanale “Oggi” esce in edicola con un’intervista esclusiva a Massimo Giletti finito sotto scorta dopo le minacce ricevute dal boss Filippo Graviano. Il provvedimento, che stabilisce che il conduttore torinese venga guardato a vista dai carabinieri, è stato firmato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Lo scorso maggio, Giletti aveva dedicato una puntata di “Non è l’Arena” al provvedimento che aveva consentito la scarcerazione di oltre 300 boss mafiosi a causa dell’emergenza coronavirus.

Il giornalista lamenta di aver saputo di essere stato minacciato dalla mafia attraverso un giornale e non dagli organi competenti. “Un corto circuito comunicativo – dice – Oppure qualcuno che ha voluto guardare dall’altra parte”. “Vivere sotto scorta vuol dire avvertire di cosa farai, di dove andrai a cena, di dove dormirai. E non ogni tanto, ma ogni singolo giorno… Temo sarà una cosa lunga”, aggiunge.

“Sapevo che la trasmissione aveva colpito nel segno… – prosegue – Se all’improvviso mandi a casa mafiosi al 41 bis e detenuti in regime di Alta sicurezza vuol dire che c’è qualcosa che non torna. L’emergenza Covid è solo una scusa… A marzo ci sono state rivolte violentissime in più di 20 carceri… Non mi stupirebbe se di fronte alle sommosse qualcuno abbia detto: ‘State calmi e vi facciamo uscire’… Fino a quando non ce ne siamo occupati noi erano usciti 500 criminali, poi si è bloccato tutto. Tanto che Benedetto Capizzi, pezzo grosso della mafia siciliana, si è lamentato: ‘Se non fosse stato per Giletti a quest’ora ero a casa’”.

Il conduttore si dice amareggiato per “essere stato lasciato solo”. “Se altri colleghi avessero fatto la stessa mia battaglia non sarei diventato un obiettivo”, dichiara.

Riguardo al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede aggiunge: “Sto ancora aspettando una sua presa di posizione pubblica chiara su quello che è successo, ho sentito solo silenzio. L’ho invitato alla prima puntata de Non l’è l’Arena, il 27 settembre, vedremo… In un Paese straniero si sarebbe già dimesso… un ministro non ha solo la responsabilità politica delle leggi che fa approvare, ma anche delle persone che sceglie”.

“Chi non ha paura è un incosciente ma vado avanti per tutto il tempo che serve”, chiosa.

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