Mauro Corona: "Dipendo dall’alcol e ho pensato più volte di impiccarmi" - Perizona Magazine

Mauro Corona: “Dipendo dall’alcol e ho pensato più volte di impiccarmi”

Daniela Vitello

Mauro Corona: “Dipendo dall’alcol e ho pensato più volte di impiccarmi”

| 19/08/2020

Mauro Corona compie 70 anni e annuncia l’addio a “Cartabianca”. “Ho capito di poter fare a meno anche della televisione […]

Mauro Corona compie 70 anni e annuncia l’addio a “Cartabianca”. “Ho capito di poter fare a meno anche della televisione – spiega in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” – Quella che comincia l’8 settembre sarà la mia ultima stagione in video. Ho firmato un contratto, 500 euro a puntata, devo rispettarlo per necessità famigliari. So che Repubblica rispetterà il mio terribile segreto. Ma l’istinto mi dice che ormai sono già visto e che non posso più fare la foglia di fico stesa sopra il vuoto. Appena libero, tornerò a riempire la mia fontana, rimasta secca”.

“La prima domanda oggi la faccio io: se non fossi finito a fare il pagliaccio in tivù, Repubblica sarebbe qui a intervistarmi? – aggiunge – La risposta è no. Il problema, nella vita privata e in quella pubblica, è questo: tutti siamo schiavi della notorietà perché il resto non ha più un valore riconosciuto. Soldi e successo sono proporzionali alla fama e da questa droga non si salva nessuno”.

Lo scultore, alpinista e scrittore svela poi di essere dipendente dall’alcol e di aver pensato al suicidio: “Io sono un cattivo esempio, figlio di pessimi esempi. Dipendo dall’alcol, per questo mi accompagna la tentazione del suicidio. Finito questo colloquio vado al bar a bere. È orrendo: distruggo me e le persone che mi restano vicino. Non dico che smetterò: mi terrorizza sapere di non volerlo fare. Il punto è che non si può diventare i bambini che non si è stati. Agli altri chiedo solo di essere diversi da me”.

“Negli ultimi anni ho pensato più volte di impiccarmi – conclude – Non l’ho fatto per salvare la dignità di chi mi è rimasto vicino. Prima sentivo un vuoto. Ci sono voluti anni per capire che quel vuoto era il bisogno di essere riconosciuto, ammirato, persino invidiato e fermato per strada. Lo ammetto: ho voluto diventare famoso per cattiveria e in parte per vendetta”.

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