"Striscia La Notizia", lo sfogo di Mingo: "Io licenziato in diretta tv da un pupazzo di pezza rosso" - Perizona Magazine

“Striscia La Notizia”, lo sfogo di Mingo: “Io licenziato in diretta tv da un pupazzo di pezza rosso”

Daniela Vitello

“Striscia La Notizia”, lo sfogo di Mingo: “Io licenziato in diretta tv da un pupazzo di pezza rosso”

| 07/08/2020

A distanza di cinque anni dal suo allontanamento da “Striscia La Notizia” a causa di alcuni presunti servizi falsi (vicenda […]

A distanza di cinque anni dal suo allontanamento da “Striscia La Notizia” a causa di alcuni presunti servizi falsi (vicenda finita in tribunale, ndr.), Mingo racconta la sua verità in un articolo scritto di suo pugno uscito sulla Gazzetta del Mezzogiorno.

“Se oggi sono così forte è perché mi è successo qualcosa di incredibile che ha cambiato il senso di tutto – esordisce – È probabile che l’improbabile accada. Cose che possono accadere a chiunque. L’importante è essere pronti a reagire perché le cose possono accadere anche ingiustamente, come nel mio caso”.

“Penso che nessuno in Italia, anzi in Europa, o forse nel mondo – prosegue – possa vantare il primato di essere stato licenziato in diretta tv da un pupazzo di pezza rosso simbolo di un varietà televisivo!”. Dopo 19 anni di collaborazione con il tg di Antonio Ricci, Mingo scoprì di essere stato silurato da una collaboratrice che chiamò la moglie per chiedere cosa fosse successo.

“Noi cascammo dalle nuvole – racconta – Non avevamo neanche visto la trasmissione quella sera. Durante la trasmissione il pupazzo rosso aveva sentenziato la mia fine. A pensarci adesso mi vien da sorridere: essere giudicati, processati e sentenziati in diretta televisiva da un pupazzo di pezza. L’Italia è davvero il Paese dei paradossi!”.

Mingo spiega di aver provato a contattare la redazione: “Nessuno ci rispondeva. Nessuno ci dava spiegazioni”. “Mai inventato nulla!!! – assicura – Era tutto così strano! Come vi sentireste se dopo vent’anni circa, i vostri datori di lavoro, diventati dopo anni anche vostri amici, quelli che considerate parte integrante della vostra famiglia, vi voltassero inspiegabilmente le spalle, smettessero di rispondervi al telefono e vi accusassero in diretta tv come se foste il peggiore dei criminali?”.

“In questi anni mi sono imbattuto in articoli stampa scritti con cattiveria – conclude – nelle fake news più assurde, in haters sui social, insomma nel fango mediatico. Non ci crederete mai ma ho ricevuto anche insulti per strada! Dei più beceri! È stata dura! Ma se sono qui a parlarne alla Gazzetta del Mezzogiorno è perché senza quel dolore non sarei la persona che sono! Un uomo libero (…) Per questo mi sento di ringraziare tutti coloro che hanno voluto darmi dolore perché quel dolore mi ha reso forte e migliore! Ecco perché entrando a casa c’è un quadro con questa scritta: «Non è forte chi non cade mai, ma colui che cadendo si rialza»”.

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