In un’intervista a IlFattoQuotidiano.it, Leo Gullotta svela di essere stato discriminato sul lavoro dopo il coming out avvenuto nel 1995. […]
In un’intervista a IlFattoQuotidiano.it, Leo Gullotta svela di essere stato discriminato sul lavoro dopo il coming out avvenuto nel 1995. All’attore catanese – che ha 54 anni di carriera alle spalle – fu addirittura tolto un ruolo.
“Dovevo interpretare Don Puglisi in un progetto importante, stavamo per iniziare a lavorarci quando il regista mi chiamò: pensavo che si trattasse dei soliti ritardi, invece mi disse che il mio nome era saltato – confida – A qualche funzionato della Rai suonò il campanello d’allarme per la propria carriera: ‘Chissà cosa dirà il Vaticano se scegliamo un omosessuale dichiarato per interpretare Padre Puglisi’. Fu uno schiaffo tremendo, ma non mi arresi”.
Gullotta racconta così il suo coming out: “Dopo la conferenza stampa di “Uomini Uomini Uomini”, il film di Christian De Sica che raccontava la vita di quattro borghesi omosessuali, mi chiesero se fossi gay e risposi: ‘Sì, perché?. Ho sempre vissuto serenamente la mia vita e combattuto senza paura per i miei diritti. Al World Gay Pride del 2000 dissi: ‘Sono l’unico omosessuale nello spettacolo, in Italia’. Qualche passo in avanti per fortuna si è fatto ma il nostro è un paese ipocrita: ancora oggi c’è chi tace e soccombe per la paura di perdere il lavoro”.
Lo scorso anno l’attore ha sposato il suo compagno dopo 42 anni d’amore. “Si è fatto tanto per i diritti civili, ancora molto bisogna fare, ma appena è arrivata la «timbratura di legalità» con le unioni civili, ne abbiamo approfittato – spiega – Non ho messo i manifesti e non ho chiamato i fotografi perché non m’interessano le briciole di pubblicità. ‘Aspetti, per lei prepariamo al volo la sala grande’, mi ha proposto un funzionario del Comune quando mi ha riconosciuto. ‘Va benissimo questa piccolina’, ho risposto”.
