Aldo Grasso stronca "La casa di carta": "Non ha molto da aggiungere, si trascina come una soap" - Perizona Magazine

Aldo Grasso stronca “La casa di carta”: “Non ha molto da aggiungere, si trascina come una soap”

Daniela Vitello

Aldo Grasso stronca “La casa di carta”: “Non ha molto da aggiungere, si trascina come una soap”

| 07/04/2020

Nella sua consueta rubrica sul “Corriere della Sera”, Aldo Grasso stronca il quarto atto de “La casa di carta”, disponibile […]

Nella sua consueta rubrica sul “Corriere della Sera”, Aldo Grasso stronca il quarto atto de “La casa di carta”, disponibile su Netflix a pochi mesi di distanza dall’ultima stagione.

“Anche questa rapidità nell’aggiornare l’evoluzione del racconto è indicatore di come la serie spagnola firmata da Alex Pina rappresenti uno dei titoli di punta del catalogo, quello di cui tutti parlano – scrive il critico tv – Però, la frenesia si accompagna spesso all’improvvisazione, e così questa stagione mostra crepe che si aprono in più di un’occasione. Non basta aver ormai familiarizzato con i personaggi (l’inattesa fragilità del Professore, la vulcanica Nairobi, l’instabile Tokyo, il violento Denver) per nascondere i difetti di un impianto narrativo che tende a esagerare e a ripetersi. Il Professore (Álvaro Morte) è convinto che l’amata Lisbona-ex ispettore Murillo (Itziar Ituno) sia stata uccisa, ingannato dal rumore di uno sparo sul finire della terza stagione. Stretto tra ‘amore e morte che si erano uniti nel suo cuore’, è deciso a conoscere la verità e tornare al Banco di Spagna dove si trovano asserragliati gli uomini e le donne della banda”.

“L’impressione è che ‘La casa di carta’ non abbia poi molto da aggiungere – prosegue Grasso – Si trascina come una soap, abbandonando l’azione per una scelta di introspezione psicologica dei personaggi e delle loro relazioni, senza però avere l’ attitudine per questo genere di affondi. Peraltro, il personaggio migliore e più adatto in questo senso (Berlino, interpretato da Pedro Alonso) è morto due stagioni fa e costringe a un ricorso continuo al flashback. Eppure, la serie resta un classico esempio di guilty pleasure, di quel piacere un po’ perverso che ci tiene incollati a una storia anche se ne riconosciamo i limiti. Nella serie anche un’inconsueta e un po’ stiracchiata strizzatina d’occhio alla cultura popolare italiana: un gruppo di frati intona ‘Ti amo’ di Umberto Tozzi e ‘Centro di gravità permanente’ di Battiato”.

CLICCA QUI E SEGUICI SU INSTAGRAM

BERLINO CANTA “TI AMO” DI UMBERTO TOZZI (VIDEO)

Copyright © 2024

Editore: Livesicilia.it Srl - Via della Libertà, 56 – 90143 Palermo Tel: 0916119635 P.IVA: 05808650823
Livesicilia.it Srl è iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) con il numero 19965