Coronavirus a Bergamo, lo strazio di Roby Facchinetti: "Su uno di quei carri c'era un mio parente" - Perizona Magazine

Coronavirus a Bergamo, lo strazio di Roby Facchinetti: “Su uno di quei carri c’era un mio parente”

Daniela Vitello

Coronavirus a Bergamo, lo strazio di Roby Facchinetti: “Su uno di quei carri c’era un mio parente”

| 30/03/2020

“Come sto? Beh, qui non si sta bene. Troppo dolore, troppo pianto, troppo di tutto”. Roby Facchinetti appare visibilmente provato […]

“Come sto? Beh, qui non si sta bene. Troppo dolore, troppo pianto, troppo di tutto”. Roby Facchinetti appare visibilmente provato durante il collegamento con “Domenica In”. L’ex Pooh è in pena per la sua città, Bergamo, martoriata dal coronavirus. Per aiutare i suoi concittadini, Facchinetti ha realizzato un brano dal titolo “Rinascerò, rinascerai” insieme all’ex compagno d’avventure Stefano D’Orazio. I proventi della canzone, disponibile su tutte le piattaforme digitali saranno interamente devoluti all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per l’acquisto di attrezzature mediche.

“Viviamo su un terreno minato, ci spaventa tutto, siamo terrorizzati – spiega Roby Facchinetti a Mara Venier con la voce rotta dall’emozione – Abbiamo perso parenti, amici. Stamattina leggevo il nostro giornale, l’Eco di Bergamo, e ho scoperto di amici e conoscenti che se ne sono andati. Famiglie intere che hanno perso il papà, la mamma, che rimangono sole in casa. Veramente più di una guerra! Questo terribile virus prende tutti, non guarda in faccia nessuno. Questa cosa ci spaventa molto”.

“Sto chiuso in casa da quasi un mese – racconta – Non possiamo fare altro. Faccio il collaboratore domestico, aiuto mia moglie a fare i mestieri. Ho scoperto che è bello pulire, spostare i mobili, cambiare l’arredamento. Collaboro anche in cucina e ho anche scoperto un piatto fantastico, le orecchiette con i friarielli. La musica, poi, mi ha sempre salvato e mi sta salvando anche in questo caso”.

“Sono molto provato – dice trattenendo a stento le lacrime – Ogni volta che squilla il telefono è un colpo al cuore. Ho perso dei parenti, ho passato queste giornate a consolare i nipoti di questi parenti. La maggior parte dei malati che partono dalle loro case in ambulanza, i familiari sanno che il più delle volte quello è l’ultimo saluto. Chi immaginava di vedere quella fila interminabile di carri. Ha sconvolto tutti. Sono passati a 50 metri da casa mia. Lì sopra c’erano i miei amici, uno dei miei parenti, i miei conoscenti, la mia gente. Il mio primo pensiero al mattino è rivolto ai miei figli e ai nipoti”.

“Adesso è terrore, più che paura – conclude – Non capisco come facciano alcuni a non avere la consapevolezza della gravità di questo virus. Non aspettiamo che qualcuno della nostra famiglia se ne vada per capire la gravità. Rimaniamo in casa. Se non c’è contatto, non ci può essere contagio. Uscendo, ci sono migliaia di contatti anche imprevedibili. Non si sa quando finirà. Ci vorrà del tempo per elaborare tutto quello che stiamo vivendo. Sarà una strada molto lunga. Sono convinto, però, che ci rifaremo con gli interessi. Si tratta solo di tirare fuori le nostre capacità perché non abbiamo scelta. In questo terribile viaggio, siamo tutti uguali, siamo sullo stesso barcone col mare in tempesta. ‘Chissà se ci rivedremo’ è una frase che sento sempre di più negli ultimi giorni. Guai mollare”. “Dobbiamo pensare che ci rivedremo tutti”, lo incoraggia la conduttrice.

ROBY FACCHINETTI, IL MESSAGGIO DEL FIGLIO

Qualche giorno fa, Francesco Facchinetti ha dedicato uno struggente post al padre. “In questi giorni ti ho sentito giù – ha scritto – Per la prima volta mi sono detto: ‘Mio padre ha paura’. Non mi era mai successo prima e mi ha spezzato il cuore. Abbiamo pianto tanto al telefono per tutti gli amici che stai perdendo, che stiamo perdendo. La cosa che più mi ha fatto soffrire è stato quando mi hai scritto: ‘Francio, non so cosa fare. Perché tutto questo? Io cosa posso fare? Mi sento impotente’. Avrei voluto abbracciarti come facevi tu quando ero piccolo. Mi ricordo che mi coccolavi e tutto il mondo fuori si fermava. Ora avrei dovuto farlo io con te, ma non si può”.

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