Il capo mondiale degli esorcisti contro Achille Lauro: "Spaccia per opera d'arte un'offesa alla religione" - Perizona Magazine

Il capo mondiale degli esorcisti contro Achille Lauro: “Spaccia per opera d’arte un’offesa alla religione”

Daniela Vitello

Il capo mondiale degli esorcisti contro Achille Lauro: “Spaccia per opera d’arte un’offesa alla religione”

| 06/03/2020

Padre Francesco Bamonte, capo mondiale degli esorcisti, si scaglia contro Achille Lauro per l’uso che il cantante fa delle figure […]

Padre Francesco Bamonte, capo mondiale degli esorcisti, si scaglia contro Achille Lauro per l’uso che il cantante fa delle figure e dei simboli religiosi nel videoclip del suo brano sanremese dal titolo “Me ne frego”. Il presidente dell’Associazione Internazionale Esorcisti è autore di un lungo articolo pubblicato sul portale “Interris”.

“In un momento critico per la nostra collettività è fondamentale poter contare su radici e valori granitici – scrive l’esorcista – Mentre la salute pubblica è messa a repentaglio da un virus ancora sconosciuto e quindi temibile, addolora dover registrare una grave legittimazione di condotte blasfeme e distruttive per l’identità religiosa e la dignità culturale di una bimillenaria civiltà cristiana come l’Italia”.

Padre Bamonte se la prende anche con alcuni uomini di fede che hanno elogiato il video choc di Achille Lauro: “C’è chi si permette malignamente di raffigurare in un video musicale la Vergine Maria come un’invasata discinta che sembra presiedere a condotte orgiastiche in un mucchio di corpi nudi e allucinati come in una messa nera (…) Il problema non è un improvvisato imitatore di rockstar sataniste e neppure il successo commerciale che incontra, bensì l’incredibile e scandaloso avallo ottenuto a sorpresa da chi istituzionalmente è tenuto a difendere e tramandare il ‘depositum fidei’. Indossare il sacro abito (oggi persino deriso da chi dovrebbe farne la propria carta d’identità) comporta responsabilità sostanziali ma anche formali. Gesù condanna senza mezze misure chi suscita scandalo ai semplici, perciò non si riesce a capire come possa essere spacciata per ‘opera d’arte’ una blasfema, volgare e gratuita offesa alla religione. Un vilipendio innanzitutto alla vera cultura e poi al senso religioso della vita che soprattutto in un momento collettivo così difficile rappresenta il collante morale della società. Non si adduca a pretesto la libertà di espressione artistica proprio nell’istante in cui si rade al suolo il significato più umano e personale della coscienza individuale e condivisa”.

“Viene da chiedersi – conclude l’esorcista – quale sia la finalità di un’azione di sistematico elogio e di strumentale protezione nei confronti di un’operazione di marketing che ridicolizza, sporca e banalizza la caratura salvifica del sacrificio di un Figlio pianto da una Madre che da sola è rimasta ai piedi della Croce quando tutti gli altri erano scappati per viltà e ignavia. Ecco il punto: l’artista non è chi sfregia il sacro ma chi sa farlo emergere da un blocco di marmo fino a farne il proprio testamento spirituale divenuto l’emblema di un’umanità debitrice a Cristo del sacrificio da cui tutto è scaturito. Il vero problema non sono i corpi nudi ( ce ne sono ovunque nell’arte più sublime) bensì l’uso satanico di simboli religiosi per farsi notare, persino con l’ipocrisia di richiamare, fuori da ogni contesto plausibile, esempi altissimi di santità come quella del Poverello di Assisi. E non si venga a dire che giustificare ambiguamente, quando si è consacrata la propria vita al Signore, spudorate campagne autopromozionali, serva a redimere o ad avvicinare i giovani e i lontani. Perché mai dovrebbe essere credibile chi svende quelli che dovrebbero essere i propri valori di riferimento? Un ex baby detenuto al quale è stato chiesto il motivo dei propri crimini giovanili ha risposto: lo facevo per mancanza di adulti meritevoli di essere ascoltati. Per questo nobilitare l’ignominia significa uccidere il sacro che è dentro ognuno di noi”.

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