Matteo Cambi, dal successo alla droga e al carcere: "Giravo in elicottero per evitare il traffico" - Perizona Magazine

Matteo Cambi, dal successo alla droga e al carcere: “Giravo in elicottero per evitare il traffico”

Daniela Vitello

Matteo Cambi, dal successo alla droga e al carcere: “Giravo in elicottero per evitare il traffico”

| 28/02/2020

La storia di Matteo Cambi, inventore del marchio Guru, sbarca a “Vieni da me”. L’imprenditore 43enne inizia col parlare del […]

La storia di Matteo Cambi, inventore del marchio Guru, sbarca a “Vieni da me”. L’imprenditore 43enne inizia col parlare del padre morto in un incidente stradale quando lui aveva soltanto 6 anni.

“Mi ricordo quella mattina perché è arrivata una telefonata a casa – racconta a Caterina Balivo – Era sabato, ho visto mia madre molto agitata che ha risposto a questa telefonata e non capiva neanche lei cosa stava succedendo. Poi sono stato portato da mia nonna e penso che mio padre sia poi morto in ospedale nel pomeriggio. La verità l’ho saputa dopo qualche mese. Prima sapevo che era partito per un viaggio, che era molto occupato col lavoro, che sarebbe stato via per un po’ e io non l’avrei potuto vedere. Poi piano piano mi hanno detto tutto quanto”.

Quando diventa maggiorenne accade qualcosa che gli cambia la vita. “A 18 anni entro in possesso di quello che mi aveva lasciato mio padre e divento indipendente – svela – Parliamo di 700-800 milioni delle vecchie lire che erano tanti soldi. Fino a quel momento, non ne sapevo nulla. Mia madre non me l’aveva mai detto. Comincio a spendere questi soldi, prenoto viaggi, faccio una vita che mi porta a conoscere tante persone dello spettacolo, della televisione e dello sport. Poi decido di fare un paio di anni nel maglificio di mia madre ma non mi sentivo realizzato come volevo. Quindi parto e vado in America. Qui capisco che se il mio brand vuole vendere deve essere indossato e veicolato da personaggi famosi”.

“Torno in Italia e apro il marchio di t-shirt e felpe, all’inizio con un amico – spiega – All’inizio faccio un po’ di fatica a partire, non vendo tanto. Poi per un’intuizione mia e di questo ragazzo viene disegnato un logo molto forte, un fiore, che dopo 6 mesi esplode. In 6 anni il fatturato arriva a quasi 100 milioni di euro. Avevo 25-26 anni, mi sentivo un personaggio, mi piaceva. Molta ricchezza, molta popolarità, a quell’età, può portare a commettere degli errori, a sentirti onnipotente. Facevo una vita di eccessi, sotto ogni aspetto: droga, alcool, sesso, abitudini sbagliate, il vivere molto la notte perdendo il contatto con quella che era stata la mia passione, ovvero andare in ufficio e lavorare. Ti distacchi dal lavoro perché vuoi vivere solo di quelle cose. Quando potevo usavo l’elicottero perché odiavo il traffico. E’ brutto da dire ma è così”.

Dalle stelle alla stalle il passo è breve. “Mi sono trovato in povertà perché l’azienda stava crescendo ma c’erano dei costi molto alti, da multinazionale – confessa – Mia madre cercava di farmi ragionare ma purtroppo ero diventato incontrollabile. Cercavo di evitarla. Sia lei che il suo compagno avevano capito che avevo problemi con la droga. L’azienda si è indebitata sempre di più fino ad arrivare al tracollo con il fallimento nel 2008. Io, mia madre e il suo compagno siamo finiti in carcere. Io ho realizzato cosa mi stava succedendo dopo 2 giorni. Il momento dell’arresto me lo ricordo ancora in maniera forte, è qualcosa che rimarrà come un lutto per la vita. Non sapevo che stavano per arrestarmi. Stavo andando al mare, mi ha chiamato mia madre che c’erano dei militari che mi aspettavano a casa per consegnarmi alcuni documenti. Sono rimasto in carcere quasi tre mesi, gli amici sono spariti tutti. Poi chiedo di fare i domiciliari in una comunità terapeutica e qui resto otto mesi. Tutto quello che è successo non è stata colpa della droga, è stata colpa mia”.

Dopo la comunità, ricade nel tunnel della droga: “Nel 2012 quando ho chiuso il periodo degli arresti, pian piano inizio a realizzare che non ero più quello di due anni prima. Entro in uno stato di depressione che sfocia in una ricaduta importante che poi per fortuna è stata superata. Mi sono rivolto a dei medici e mi sono curato. Anche mia madre ha fatto tanto”.

Cambi paga i conti con la giustizia e salda i debiti vendendo l’azienda ad una multinazionale indiana. Poi la vita gli dà un’altra occasione: “La nuova proprietà di Guru mi richiama e mi fa un contratto di quattro anni. Un dirigente italiano decide di ricreare il gruppo iniziale e dare una continuità a quello che avevo fatto. Per me è una grande rivincita. Poche volte viene richiamato il fondatore o quello che manda in dissesto tutto”. Occasione che gli sfugge dalle mani quando nel 2016 decide di partecipare al reality “L’Isola dei Famosi” da cui si ritira dopo una settimana.

“Oggi sono felice – conclude Cambi – Mi piacciono ancora le cose belle ma mi rendono felice anche le cose semplici. Spero di poter rifare l’imprenditore, di rifare un marchio”.

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