Catena Fiorello, sorella di Rosario e Giuseppe, si confessa in una lunga intervista al “Corriere della Sera”. Scrittrice di successo, […]
Catena Fiorello, sorella di Rosario e Giuseppe, si confessa in una lunga intervista al “Corriere della Sera”. Scrittrice di successo, è autrice di “Picciridda”, il romanzo d’esordio che è diventato anche un film di cui ha curato la sceneggiatura e che approderà nelle sale il prossimo 5 marzo.
“Ci ho messo otto anni a fare questo film”
Catena, che si chiama così perché porta il nome della nonna paterna, non ha fatto mai niente per fare tv perché “avrebbero detto che sono raccomandata dai due fratelli famosi”.
“Rosario mi consigliò di usare lo pseudonimo – svela – gli risposi: il nostro cognome ce l’ha dato papà. I libri mica me li scrive Fiorello, né lo porto alle presentazioni. In Italia si vive sulle raccomandazioni, non si può credere che uno possa andare per la sua strada. Ci ho messo otto anni a fare questo film, perché è cinema d’autore e non una commedia ridanciana. Oliver Stone al Festival di Taormina mi disse: mi porterò dietro l’intensità dello sguardo della Picciridda”.
“Sono stata l’assistente di Rosario”
Eppure gli inizi di Catena sono legati proprio a Rosario. “Vent’anni insieme – ricorda – Si creò un vuoto, lui ‘lasciò’ Cecchetto, mi chiese di dargli una mano come assistente. Andavo in banca per lui, gli facevo la spesa e da avvocato… Eravamo come una ditta. Mi sono divertita, ho imparato tutto da mio fratello. Ero specializzata nei ‘no’. Mike Bongiorno voleva fare un programma negli Stati Uniti con Rosario, che ha la fobia degli aerei, non sapevo come dirglielo. Mike fu comprensivo”.
Catena Fiorello dice la sua sul Festival
La scrittrice dice la sua sulla partecipazione di Rosario al 70esimo “Festival di Sanremo”: “Ha partecipato a una festa per celebrare il suo amico Amadeus. Poi, la vera modernità sarà quando noi donne non saremo costrette a fare i monologhi per dire: guardate che ci siamo anche noi. Se Rula Jebreal deve raccontare quella bella storia drammatica per attirare l’attenzione, tutta questa parità non c’è. E se Diletta Leotta dice che la bellezza è un dono, non aggiunge qualcosa alla buona causa delle donne. Quanto al Festival, ci ricorderemo del look di Achille Lauro e amo il vincitore Diodato, ma le canzoni eterne sono quelle di De André e di Mina”.
Una critica ai critici
Catena confessa poi di non essere competitiva: “Non ce l’ho ‘sta cosa, lascio tutto al destino. Una cosa rimprovero a tanti critici: se i miei fratelli gli stanno antipatici, senza nemmeno sapere cosa c’è scritto stroncano i miei libri. Si fanno le recensioni tra di loro, si autocelebrano, non accettano che in famiglia tre persone facciano lavori diversi nello spettacolo. E allora i figli di Ugo Tognazzi? Io sono felice di essere una outsider”.
I quattro fratelli Fiorello
Oltre a Catena, Rosario e Giuseppe, c’è un’”altra”Fiorello. Si chiama Anna e ha un negozio di ceramiche siciliane a Roma. “E’ una artista a suo modo”, dice di lei sua sorella Catena.
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