Sinisa Mihajlovic torna in ospedale, nuovo ricovero per il tecnico del Bologna - Perizona Magazine

Sinisa Mihajlovic torna in ospedale, nuovo ricovero per il tecnico del Bologna

Daniela Vitello

Sinisa Mihajlovic torna in ospedale, nuovo ricovero per il tecnico del Bologna

| 27/01/2020

  Sinisa Mihajlovic è tornato in ospedale. L’allenatore del Bologna, informa una nota diramata dal Policlinico Sant’Orsola di Bologna, è […]

 

Sinisa Mihajlovic è tornato in ospedale. L’allenatore del Bologna, informa una nota diramata dal Policlinico Sant’Orsola di Bologna, è stato ricoverato questa mattina all’Istituto di Ematologia ‘Seràgnoli’ per essere sottoposto a una terapia antivirale che può rendersi necessaria dopo il trapianto di midollo osseo da donatore. Il personale sanitario ritiene che la durata della degenza ospedaliera dovrebbe essere più breve di quella dei precedenti ricoveri.

Lo scorso luglio l’ex calciatore serbo ha annunciato in una conferenza stampa di essere stato colpito da una forma di leucemia. Dopo diversi cicli di terapie, lo scorso 29 ottobre è stato sottoposto a trapianto di midollo osseo da donatore non familiare. A un mese circa dall’intervento ha incontrato la stampa con i medici per annunciare condizioni di salute buone.

In un’intervista rilasciata a “Verissimo” andata in onda lo scorso 18 gennaio, Mihajlovic ha raccontato il suo calvario. “Sono passati 78 giorni dal trapianto di midollo osseo e i primi 100 giorni sono i più critici – ha dichiarato – Poi dopo è tutto in discesa, bisogna avere pazienza ancora per una ventina di giorni ma superarli sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento, non ci sono state complicazioni gravi e va benissimo così”. “Adesso – prosegue – ho ripreso anche ad allenarmi un pochino per tornare in forze, perché dopo 4 mesi senza fare niente e prendendo 17 pastiglie al giorno mi sono un po’ gonfiato”.

“Ho fatto tredici chemioterapie in cinque giorni, ma già dopo il terzo avevano annientato tutto – ha aggiunto – Il primo ciclo è stato il più pesante, mi sono venuti anche degli attacchi di panico che non avevo mai avuto perché ero chiuso in una stanza con l’aria filtrata: non potevo uscire e stavo impazzendo. Volevo spaccare la finestra con una sedia, poi mia moglie e alcuni infermieri mi hanno fermato, mi hanno fatto una puntura e mi sono calmato”.

“Non penso di essere un eroe, sono un uomo normale con pregi e difetti – ha concluso – Ho solo affrontato questa cosa per come sono io, ma ognuno la deve affrontare come vuole e può. Nessuno deve vergognarsi di essere malato o di piangere. L’importante è non avere rimpianti e non perdere mai la voglia di vivere e di combattere”.

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