Andrea Vianello per la prima volta in tv dopo l’ictus: "Non riuscivo più a dire il nome dei miei figli" - Perizona Magazine

Andrea Vianello per la prima volta in tv dopo l’ictus: “Non riuscivo più a dire il nome dei miei figli”

Daniela Vitello

Andrea Vianello per la prima volta in tv dopo l’ictus: “Non riuscivo più a dire il nome dei miei figli”

| 19/01/2020

Andrea Vianello torna per la prima volta in tv dopo l’ictus che lo ha colpito il 2 febbraio dello scorso […]

Andrea Vianello torna per la prima volta in tv dopo l’ictus che lo ha colpito il 2 febbraio dello scorso anno. L’ex direttore di Rai3 e già conduttore di diverse trasmissioni del servizio pubblico, che sulla vicenda ha scritto un libro dal titolo dal titolo “Ogni parola che sapevo”, è stato ospite di Massimo Gramellini a “Le parole della settimana” nella puntata andata in onda sabato 18 gennaio.

“Andrea è un uomo di parole. Le parole sono il suo mestiere – lo ha presentato Gramellini – Lui lavora da una vita davanti a un microfono. Alla radio e alla televisione. Usa le parole anche nel tempo libero per cantare perché ha una bellissima voce. Un sabato mattina si sveglia, saluta la sua famiglia, prende il vassoio della colazione e torna a letto. Nota che la sua mano destra se ne sta lì…abbandonata. Come se non gli appartenesse più. Non riesce a muoverla. Lui resta calmo, afferra la mano destra con la sinistra e prova a rimetterla accanto al vassoio. Ma la mano non obbedisce e torna dov’era. Andrea capisce che sta per succedergli qualcosa di grave. La parte destra del suo corpo inizia a non rispondere più. Fa appena in tempo a chiamare la moglie prima di crollare a terra. Quando si risveglierà, dopo l’operazione, gli spiegheranno che ha avuto un ictus. A spaventarlo non è la parola ictus ma le parole che non riesce più a dire. Lui, l’uomo delle parole, dovrà ricominciare da zero. Un anno dopo per la prima volta torna in tv, sulla sua Rai3, per raccontarci come ha fatto”.

“E’ la prima volta che torno in uno studio e sembra la prima. Anzi, neanche la prima volta ero così emozionato – ha svelato Vianello – Che effetto mi fa tornare in uno studio? Non pensavo potesse succedere, devo dire che non era neanche così importante, perché quando mi sono svegliato e non riuscivo a parlare non è stata la prima cosa a cui ho pensato. Certo il mio lavoro è la mia vita ma anche la mia identità. Non so fare niente a parte questo. Volevo riprendere la mia vita, parlare con i miei figli. Non riuscivo più a dire il loro nome né quello di mia moglie. Per me l’importante era ritornare alla vita. Riuscivo a leggere ma non a parlare. Le parole erano come in una prigione. Non riuscivo più a scrivere e il libro è diventato una terapia. L’ictus sembra un mostro, arriva come una botta, come un fulmine e può fare dei brutti danni. Io sono stato fortunato perché non ho problemi motori. Le persone si vergognano a farsi vedere e anche io mi sono sentito sfigurato. Dentro di me era come se la mia faccia non fosse più quella di prima perchè mancavano le parole. Bisogna parlare di più dell’ictus perché si può combattere e perché non è una colpa. E’ colpa della vita ma siamo gli stessi di prima”.

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