Alessandro Sallusti: “Selvaggia Lucarelli esperta in zoc*olaggine”. E lei lo querela - Perizona Magazine

Alessandro Sallusti: “Selvaggia Lucarelli esperta in zoc*olaggine”. E lei lo querela

Daniela Vitello

Alessandro Sallusti: “Selvaggia Lucarelli esperta in zoc*olaggine”. E lei lo querela

| 21/12/2019

“Donne che odiano donne di successo”. E’ il titolo di un editoriale scritto sulle colonne de “Il Giornale” dal direttore […]

“Donne che odiano donne di successo”. E’ il titolo di un editoriale scritto sulle colonne de “Il Giornale” dal direttore Alessandro Sallusti. Il giornalista prende spunto dalla turbolenta ospitata a “Live – Non è la D’Urso” di Sergio Vessicchio, un ex cronista radiato dall’albo dopo aver pronunciato una frase sessista.

Per noi ometti è una stagione difficile, certo non piace a Sergio Vessicchio, fino a poche settimane fa oscuro giornalista di Agropoli – scrive Sallusti – L’uomo si fa per dire prima ha dato di matto per la presenza di una guardalinee femmina in una partita di calcio locale, cosa che gli è costata la radiazione dell’Ordine dei giornalisti, poi l’altra sera ha sfogato il suo odio contro il gentil sesso dando di fatto e in diretta delle zoc*ole a Barbara D’Urso e alle sue ospiti durante l’ultima puntata di Live Non è la D’Urso su Canale5.

Nella contesa che ne è seguita un’altra donna, Selvaggia Lucarelli, ha preso le parti di Vessicchio: «Sante parole riassumo il suo post a Vessicchio va ridata la tessera da giornalista» – prosegue – Non so se la Lucarelli moralista della lobby del Fatto Quotidiano, quella delle due morali, cioè una per loro e un’altra per noi parli in quanto esperta di zoc*olaggine o di giornalismo, professione a cui è ufficialmente approdata solo lo scorso anno nel sottoelenco dei pubblicisti, nonostante da anni ci inondi di suoi scritti nessuno dei quali gli è valso il Pulitzer”.

“Più probabilmente la Lucarelli, come tante donne, è soltanto accecata dall’invidia per le donne belle e di successo (è invece attratta dagli uomini di successo) – aggiunge – Ha tentato con la Tv (Isola dei famosi, La Fattoria, varie trasmissioni di gossip più o meno trash e fallite), ma non è diventata né la D’Urso né la Parietti e si deve accontentare di fare la giurata a Ballando con le Stelle; ha provato con i social, ma non è diventata la Ferragni; le comparsate teatrali non l’hanno fatta diventare una novella Ottavia Piccolo; nel giornalismo la sua direzione di Rolling Stone è durata solo tre mesi e, a proposito di etica, è famosa per avere messo in circolo un video hot privato di una giovane Belen”.

“Eppure e tralasciamo le vicende giudiziarie – pontifica manco fosse la Fallaci e chissà perché trova sempre, non dico grandi palchi, ma qualche soppalco disponibile a ospitarla per sfogare il suo odio – conclude – Lei si tenga pure stretto Vessicchio, che noi ci teniamo volentieri la D’Urso, una delle poche donne di successo che, come quasi tutti noi uomini, non odia le donne, né quelle di successo né quelle chiacchierate”.

Immediata la replica di Selvaggia Lucarelli che, dalle pagine de “Il Fatto Quotidiano”, fa sapere di avere intenzione di querelare Sallusti.

“Ieri, il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti ha dedicato un intero editoriale alla sottoscritta, di quelli che seguono il nobile filone “Nilde Iotti era brava a letto” (che però era il capolavoro di un giornalista di Libero) – scrive la Lucarelli – In questo caso, Sallusti è andato addirittura oltre, chiedendosi, testuale, se io “sia più esperta di giornalismo o di zo*colaggine”. Sì, ha scritto proprio così, zo*colaggine. E l’aggravante è che non si tratta neppure di giocoso dileggio, è serio. Serissimo. Sallusti ritiene che io odi le donne.

Ed in effetti, la commovente genuinità del suo improvviso slancio femminista, è testimoniata dalla foto di ieri in prima pagina su Il Giornale accanto all’editoriale a me dedicato, e cioè una gigantografia della ragazzina di 19 anni che ha fatto il dito medio a Salvini. Così, tanto per proteggere una giovane donna che ha commesso una innocua scemenza dagli insulti dei leghisti, quegli insulti che notoriamente spiccano per delicatezza e attenzione al mondo femminile.

Il motivo per cui io odierei le donne, secondo la suffragetta Sallusti, è che avrei scritto “sante parole!” commentando le parole di un uomo, ospite in tv dalla D’Urso lunedì sera, che avrebbe dato della “zo*cola” a Barbara D’Urso. Peccato che il direttore, forse ancora stordito dall’essersi fatto cazziare in tv pure dal leader delle sardine, mi attribuisca un fatto che non è mai avvenuto (e lo attribuisce pure a quell’uomo). Nessuno, infatti, lunedì sera ha apostrofato in quel modo la D’Urso.

Non so chi lo abbia riferito a suffragetta Sallusti rifilandogli una polpetta avvelenata. Forse la Santanchè, con la scusa di augurargli Buone Feste. Sallusti racconta poi che quell’uomo, Sergio Vessicchio, era “fino a poche settimane fa l’oscuro giornalista radiato dall’ordine poiché aveva dato di matto contro una guardialinee donna in una partita di calcio”, quindi di sicuro un personaggio pessimo.

E qui sono d’accordo con Sallusti. Un personaggio da isolare, far tacere, a cui non dare né voce né visibilità perché un pessimo esempio ed evidentemente misogino. Peccato che il misogino Vessicchio quella sera fosse ospite proprio di Barbara D’Urso, l’unica ad avergli dato spazio e visibilità. L’unica che ha ritenuto colui che “L’arbitro donna è uno schifo”, degno di essere promosso a interlocutore in prima serata. Del resto si sa che la D’Urso è in prima linea quando si parla di difendere le donne dall’odio e per coerenza invita Vessicchio, così come lo è per il mondo Lgbt e lascia (silente) che Sgarbi dica a Luxuria “Ce l’hai il ca*zo, ce l’hai?”. Così come lo è per la violenza contro le donne e tratta il tema della violenza domestica chiudendo in una stanza Paola Caruso e il compagno che urlano per dieci minuti accusandosi reciprocamente di picchiarsi, parlano di denunce e minori, con la D’Urso che alla fine ci fa sapere chi è stato il più votato dal pubblico tra i due (!).

Fa bene Sallusti a difendere la sua vecchia amica Barbara D’Urso, anche perché la compagna Patrizia è spesso ospite nei suoi salotti tv. La sua malinconica devozione ricorda, teneramente, i comunicati del direttore di Canale 5 Giancarlo Scheri, che quando i programmi della D’Urso sono deboli d’ascolto (spesso, ultimamente), scrive che la D’Urso ha fatto più ascolti dello sbarco sulla Luna.

Ad ogni modo, tornando alla questione che ha scomodato suffragetta Sallusti, il mio unico commento su quel mesto siparietto tv, è stato, su Twitter: “C’è il giornalista radiato dall’ordine dei giornalisti che ha appena detto alla D’Urso, in diretta, che la sua televisione è becera. Ridategli il tesserino da giornalista!”. Insomma, una battuta. Nessun riferimento a inesistenti insulti sessisti alla conduttrice, il mio, ma un tributo all’eroismo di un uomo spregevole che ha avuto un unico guizzo luminoso, uno slancio epico, il coraggio cristallino di esprimere un sentimento condiviso da tanti, in diretta nazionale. In un contesto, per giunta, in cui è stato invitato dalla conduttrice stessa, che infatti poi lo ha liquidato con una battuta sui suoi improbabili capelli.

Dunque Sallusti inventa una notizia e dalla sua notizia inventata deduce che io odi le donne, come se poi le donne- tutte- fossero Barbara D’Urso. Spero nessuno si offenda se dico che ho parecchie amiche che piuttosto che essere identificate con Barbara D’Urso preferirebbero sminare l’Afghanistan. Poi per carità, la D’Urso piace alle donne che stirano (cit.) e ai direttori schiena dritta, a ognuno il suo target. Mi duole infine, dover specificare al direttore che io “non ho messo in circolo il video di Belen” (sarei stata denunciata e condannata) e che mi guardo anche bene dal fare clickbaiting come il sito del suo giornale con articoli dal titolo “video hot di Belen nella vasca da bagno”.

Infine, accolgo invece con serenità i giudizi impietosi di Sallusti sulla mia attività giornalistica. Mi ero preoccupata molto di più quando mi propose di scrivere per il suo giornale nel 2014 o quando mi ha definita “brava” in una sua recente, pubblica missiva a Peter Gomez. Per il resto, ovvero stabilire se mi intenda più di giornalismo o più di zo*colaggine, ci vedremo in un luogo a Sallusti familiare: il tribunale. Col cuore, ovviamente.

p.s. Dimenticavo. Nel suo editoriale, direttore, c’è un errore di ortografia: se parla di me, non può dire “articoli nessuno dei quali GLI è valso il Pulitzer”, ma “Le è valso il Pulitzer”. Suvvia, lo sappiamo perfino noi pubblicisti”.

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