Giovanni Galli e il dramma della morte del figlio: "Non so come siamo riusciti ad andare avanti" - Perizona Magazine

Giovanni Galli e il dramma della morte del figlio: “Non so come siamo riusciti ad andare avanti”

Daniela Vitello

Giovanni Galli e il dramma della morte del figlio: “Non so come siamo riusciti ad andare avanti”

| 20/12/2019

Momenti di estrema commozione a “Vieni da me”. Caterina Balivo ha intervistato Giovanni Galli. L’ex portiere della Nazionale e della […]

Momenti di estrema commozione a “Vieni da me”. Caterina Balivo ha intervistato Giovanni Galli. L’ex portiere della Nazionale e della Fiorentina, ora dirigente sportivo e apprezzato commentatore, ha parlato della scomparsa del suo primogenito Niccolò. Il giovane a cui aveva trasmesso la passione per il calcio è morto a 17 anni in un incidente stradale a Bologna.

“Non mi chiedere come si fa ad andare avanti perché non lo so – ha detto Galli con gli occhi lucidi – Posso dire che ci sono state due cose che ci hanno aiutato in questo percorso. La prima è l’amore che c’è sempre stato nella nostra famiglia. Io ho girato l’Italia da nord a sud e in tutti i trasferimenti che ho fatto loro sono sempre stati con me, condividendo sempre tutto, gioie e dolori. Anche se loro erano piccoli, io volevo che fossero coinvolti nelle scelte della famiglia. L’altra cosa che mi ha aiutato e ci sta aiutando è la fede. Se così non fosse stato, sarebbe stato veramente molto difficile. Io capisco tanti genitori che purtroppo si trovano di fronte a una tragedia di questo genere, che hanno addosso rabbia e disperazione. Credo che la fede in questo ci abbia aiutato molto, soprattutto la consapevolezza che un giorno ci riabbracceremo. Questa è l’unica convinzione che ho in questo momento. Quando parlo di lui sono felice. E’ stata una gioia breve ma intensa. Avremmo voluto averlo di più con noi, però è andata così. Avrò più tempo dopo per starci insieme”.

“Me lo portavo sempre dietro agli allenamenti – ha raccontato – Già a 3 anni lo mettevo dietro la porta e a lui piaceva osservare. Si era appassionato tanto, inizialmente voleva fare il portiere. Poi in una partita prese 7-8 gol, mi restituì i guanti e mi disse ‘non fa per me’. E ha fatto altro”.

Al momento della sua morte, Niccolò era una promessa del calcio e dopo un’esperienza a Londra militava nel Bologna come difensore. Galli e la moglie Anna, legati dal 1972, hanno altre due figlie, Camilla e Carolina. Entrambe, come i genitori, vivono nel ricordo del fratello.

“Adesso siamo rimasti da soli perché le nostre ragazze hanno iniziato a camminare con le loro gambe – ha svelato l’ex portiere – Aspettavamo che cominciassero a essere indipendenti. Un tempo eravamo in cinque”.

Infine, Galli ha raccontato un aneddoto legato alle sue nozze: “Io e Anna vissuto un anno insieme, poi abbiamo deciso di sposarci perché volevamo avere dei bambini. Il matrimonio doveva essere celebrato nell’estate dell’82, però sono stato convocato con la Nazionale che poi è partita per il Mondiale e abbiamo rimandato al 6 settembre di quell’anno, in grande stile. La domenica ho giocato, il lunedì mi sono sposato, il mercoledì ero in campo a giocare contro il Barcellona di Maradona”.

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