Fedez sgancia la bomba in tv: "Ecco perchè è finita con J-Ax e Rovazzi. Mi hanno ferito e mentito" - Perizona Magazine

Fedez sgancia la bomba in tv: “Ecco perchè è finita con J-Ax e Rovazzi. Mi hanno ferito e mentito”

Daniela Vitello

Fedez sgancia la bomba in tv: “Ecco perchè è finita con J-Ax e Rovazzi. Mi hanno ferito e mentito”

| 06/12/2019

Nel 2013 Federico Leonardo Lucia in arte Fedez fonda con Alessandro Aleotti, meglio noto come J-Ax, l’etichetta discografica Newtopia. Nell’agosto […]

Nel 2013 Federico Leonardo Lucia in arte Fedez fonda con Alessandro Aleotti, meglio noto come J-Ax, l’etichetta discografica Newtopia. Nell’agosto 2018 i due rapper annunciano la separazione. A finire non è solo il sodalizio artistico ma anche la loro amicizia. Poco prima, Fedez aveva rotto anche con un altro amico storico, Fabio Rovazzi. Sulle motivazioni che si celano dietro entrambi gli addii c’è sempre stato il massimo riserbo.

Fino a ieri, quando Fedez ha rotto il silenzio raccontando la sua verità a Peter Gomez nella prima puntata del nuovo ciclo de “La Confessione” in onda sul canale Nove. Come fosse sul lettino di uno psicanalista, il rapper si è tolto un macigno dallo stomaco. La sua rivelazione, ha spiegato, è frutto di un lungo percorso in cui è stato aiutato dalla sua famiglia ma anche da alcuni specialisti. Più volte, durante l’intervista rilasciata al direttore del fattoquotidiano.it, Fedez si è interrotto con tanto di nodo in gola.

“LA SEPARAZIONE DA J-AX E’ STATA UNA GRANDE FERITA”
“La separazione con J-Ax è avvenuta un anno e mezzo fa. Per me è stata una grande ferita – ha esordito -La motivazione più facile da dare era che dietro ci fossero questioni economiche, di denaro. Sarebbe stato molto più semplice. Io ho le mie motivazioni, non conosco appieno le sue. Se adesso dopo un anno e mezzo riesco a parlarne è perché c’è stato un percorso. Io non ho perso un socio di lavoro. Io ho perso, con lui e con Fabio Rovazzi, un pezzo della mia famiglia acquisita. Io e J-Ax avevamo una società insieme ma tutto nasceva da un rapporto umano molto forte. Io e Alessandro avevamo lo stesso manager. Dopo due anni, inizio ad appassionarmi del mondo del management. Ci separiamo entrambi da questo manager. Decidiamo di fondare un’etichetta. L’atmosfera che si creò in quel periodo di cui ho solo bei ricordi era incredibile. Si era creato un clima che ha dato un grande slancio alla nostra creatività. Io, che ero in ascesa, feci un disco che andò molto bene e Alessandro, che veniva da un periodo difficile perché si era separato dalla sua band, ritornò a fare un disco di grandissimo successo. Poi arriva Fabio. Iniziamo a macinare grandi successi e il pubblico ma anche gli addetti ai lavori hanno sempre individuato in noi dei grandi strateghi. Quando è esploso Rovazzi, tutti hanno pensato che fosse un esperimento da laboratorio creato da noi, un po’ alla Cecchetto. La verità è un’altra. Fabio era il mio migliore amico, stavamo insieme 24 ore su 24. Siccome in quel momento ci occupavamo di discografia, per scherzo ha provato a fare una canzone, noi l’abbiamo lanciata e quella canzone ‘Andiamo a comandare’ ci esplose in mano. Tutto quello che è stato fatto in quel periodo è stato fatto in un clima di vera amicizia. Ovviamente, quando le cose iniziano a farsi grandi il peso delle aspettative e della gestione diventa importante. Però non c’è mai stato nulla che potesse andare ad inficiare il nostro rapporto e a ledere quello che avevamo costruito”.

“SONO STATO FERITO NEL MOMENTO IN CUI ERO PIU’ FRAGILE”
“Poi è finito tutto ma ho bisogno del mio tempo per parlarne perché, ripeto, è figlio di un percorso che ho dovuto fare per capire io stesso dove ho sbagliato – ha aggiunto con la voce tremante – Se oggi riesco a parlarne con questa tranquillità è perché sono stato aiutato dalla mia famiglia e da professionisti. Non so se la motivazione della separazione può essere imputata al mio carattere molto impulsivo. Ho un grande problema che sto cercando di migliorare: devo sbatterti quello che penso, che non sempre è la verità, in faccia nella maniera più brutta possibile. Questo può essere un motivo. L’altro motivo può essere che probabilmente non servivo più e ti spiego perché. Parto per Los Angeles insieme a mia moglie che era incinta, avevamo deciso di stare 4-5 mesi per affrontare la gravidanza lì. Era il momento di fragilità più grande di tutta la mia vita. Diventare padre mi ha comportato non sentirmi all’altezza, non sapere se fossi realmente di supporto a mia moglie che aveva una gravidanza difficile. Ero molto fragile, poco lucido e per la prima volta stavo lontano dal mio lavoro, dal mio mondo e dalla mia famiglia per parecchi mesi. Quello che racconto l’ho scoperto dopo. Una terza persona, un collaboratore che aveva un ruolo molto importante dentro la nostra struttura e che era parte di questa famiglia, era il nostro legale, ha aperto una società speculare alla mia e io questo ovviamente l’ho scoperto dopo. Non me l’ha detto e l’ha fatto nel momento in cui avevo bisogno di avere vicino le persone a me care. Iniziano a scoppiare delle problematiche lavorative importanti, tra cui problemi nei conti economici, che io da Los Angeles non riesco ad avere sotto controllo. In particolare, questa persona individuava una problematica in mia madre che ha sempre lavorato con noi dal giorno zero. Mi fidavo talmente di questa persona che sono arrivato a mettere in discussione mia madre. Ho perso di vista le priorità cercando di arginare questi problemi. Non sono stato accanto a mia moglie durante la gravidanza. Quando ho messo da parte mia madre e ho capito che stavo sbagliando, ho intuito che lui probabilmente stava cercando di diventare il mio manager”.

“L’AMICIZIA CON FABIO ROVAZZI E’ FINITA A DISTANZA”
“Quando ho percepito questa cosa, mi sono subito allontanato da lui e di conseguenza lui ha cercato di portare a casa la restante parte del gruppo – ha svelato – Fabio decide di andare con lui ed è stata una separazione rapida, a distanza. La domanda che continuo a farmi oggi è ‘Perché tutte queste vicende non si potevano affrontare dopo? Perché si dovevano affrontare in un momento così delicato per me?’. Io dovevo godermi un momento che non vivrò più perché il primo figlio è il primo figlio. Ho avuto la sensazione che questa persona, non so se anche loro, sfruttassero un mio momento di debolezza. La cosa che mi è spiaciuta è che, nonostante le divergenze e i litigi dopo la separazione con Fabio che è avvenuta a distanza dopo anni di amicizia, quando nasce mio figlio non mi arriva neanche un messaggio da parte sua. Da Ax sì. Rovazzi non ha mandato un messaggio neanche quando ha saputo che mio figlio non aveva passato il test dell’udito appena nato e le successive tre visite. Per i primi sei mesi di vita di Leone, noi non abbiamo potuto sapere se fosse sordo a livello neurologico. Non aver ricevuto quel messaggio da parte di una persona che, indipendentemente dal lavoro, reputavo un amico fu una bella botta sia di rabbia che a livello emotivo. Poi lui disse a Radio Deejay che mi aveva fatto gli auguri per la nascita di Leone. Lì ho visto una persona che non conoscevo. Al posto suo avrei cercato in ogni modo di non rispondere alla domanda, invece di dire sì. Nell’arco di un anno e mezzo, io avrò scritto 6 canzoni su questo argomento. Non sono mai riuscito a far vedere la luce a queste canzoni perché si sarebbero prestate troppo ad una mala interpretazione. Avrebbero pensato che io lucrassi su questa cosa. Scrivere una canzone e non farle vedere la luce equivale a un parto a metà. Se io ne parlo oggi qui, è perché ho chiuso un cerchio e voglio guardare avanti. E’ come se me lo avesse prescritto il dottore. Le scuse di Fabio poi sono arrivate, ma troppo poco e troppo tardi”.

“J-AX MI HA MENTITO E POI E’ SPARITO”
“In tutta questa vicenda pensavo che J-Ax fosse estraneo – ha confessato – Dopo la separazione da questa persona e da Fabio, torno a Milano solo per fare San Siro, per quello che era il nostro concerto d’addio a livello artistico. Poi avremmo continuato a essere amici e soci in tutto. Durante le prove di San Siro, mi arrivano delle voci che Ax sapeva tutto. In un momento in cui mi erano state tenute nascoste parecchie cose, lui sapeva tante cose che non mi ha detto. Addirittura che era d’accordo con questa persona. Eravamo a fare le prove a Vigevano, eravamo soli in camerino e gli ho detto ‘Alessandro, io ho bisogno di sapere se sto facendo San Siro con un amico oppure no. Guardami in faccia e giurami su tuo figlio che tu in questa cosa non c’entri niente’. Lui mi giurò che non era al corrente di nulla. Arriviamo a San Siro, facciamo il concerto, ci abbracciamo, piangiamo, ci mandiamo messaggi fino alle 4 del mattino e lì riesco a tamponare la ferita di una perdita importante come l’amicizia con Fabio. Il giorno dopo, Alessandro sarebbe dovuto venire a vedere per la prima volta mio figlio. Mi chiama e mi dice ‘Non vengo. Io sapevo tutto, ero d’accordo con loro e l’ho fatto perché professionalmente so che tu non saresti mai salito sul palco con me se lo avessi saputo prima’. Mi spiace che lui non mi abbia dato la possibilità di scegliere. Tutto quello che ho detto e fatto su quel palco, tutti gli abbracci e le cose che ci siamo detti anche dopo il concerto per me erano vere, sincere. Per lui no. Non mi ha dato la possibilità di scegliere se condividere un momento così importante della mia carriera e della mia vita con lui sapendo quello che era successo. Era un sogno talmente grande che neanche lo avevo messo nel cassetto. Io non l’avrei fatto San Siro. Avrei annullato il concerto, mi sarei fatto carico di tutti gli oneri, economici e pubblici. Per me oggi quel San Siro non vale. Dopo la separazione fu tutto tremendo, ma non ci sono stati strascichi legali con Alessandro. C’è forse una cosa con Fabio, ma la cosa più grande, la causa con l’ex legale, ho deciso volutamente di chiuderla. Mi rendo conto che probabilmente Alessandro aveva accumulato il peso del mio carattere. Umanamente non abbiamo mai avuto contrasti. A livello lavorativo, ho sempre preso le redini in mano nel bene e nel male. Sono stato duro con lui, ma io non avrei mai fatto una cosa così. Dopo che mi ha detto questa cosa lui è sparito, non solo con me. Avevamo una società con 15 dipendenti che sono 15 persone adulte, professionisti che hanno scelto di venire a lavorare in una realtà piccola piuttosto che andare a lavorare in una multinazionale. Avevamo degli artisti. Lui è sparito senza dare una spiegazione a nessuno e questo mi fa pensare che la nostra società fosse accessoria. Per me era ed è una cosa importante sotto ogni punto di vista. Facendo così mi ha fatto pensare che per lui fosse una cosa utile per quel momento lì. Magari non è così o magari ci sono motivazioni più profonde ma io non lo so”.

“MI SONO SENTITO PIU’ VOLTE SULL’ORLO DEL BARATRO”
“Sono cosciente di quello che sto facendo in questo momento – ha precisato – So benissimo che quello che sto dicendo finirà su qualsiasi testata online e che probabilmente non ne trarrò nulla di positivo. L’unica cosa positiva che ne traggo è un po’ più di serenità da parte mia. E’ la prima volta che io uso voi e voi non usate me. Questo è quello che è successo e io in un modo o nell’altro dovevo tirarlo fuori. In questo anno e mezzo mi sono sentito tante volte sull’orlo del baratro. Prima soffrivo di attacchi di panico ma ora ho trovato uno specialista che mi ha aiutato senza dover mai prendere farmaci. Mi sono sempre imposto di non prendere nulla perché ho bisogno di stare lucido. Ho curato i miei attacchi di panico leggendo libri e capendo come affrontare l’attacco in sé quando arriva”.

“A MIA MOGLIE HO RACCONTATO COSE CHE NON AVEVO MAI DETTO A NESSUNO”
“Io e Chiara ci siamo conosciuti attraverso una canzone, ‘Vorrei ma non posto’. Nella canzone dicevo ‘il cane di Chiara Ferragni ha il papillon di Vuitton’.  Io e lei ci eravamo incontrati una volta in maniera sporadica e all’epoca eravamo entrambi fidanzati. Lei ascolta la canzone, pubblica uno Snapchat e da lì abbiamo iniziato a scriverci. Siamo andati dritti al punto, siamo usciti e abbiamo iniziato a frequentarci. Mia moglie non è un’influencer, lavora nella moda, ha un suo brand con 30 dipendenti e 5-6 negozi nel mondo. Noi abbiamo vissuto la nostra relazione totalmente inconsapevoli della bolla che stavamo creando. Quando feci la proposta di matrimonio a Chiara, avevo chiesto a Rtl di mettere giù le camere della diretta in quel momento perché non mi sembrava carino. Qualcuno, non so chi, ha preso la palla al balzo e giustamente non lo ha fatto. Non ci siamo subito resi conto della portata mediatica di questa cosa. Cosa mi ha fatto innamorare di lei? Non c’è mai una sola cosa. Sarebbe riduttivo. E’ stata la prima persona con cui mi sono potuto confrontare apertamente e a cui ho raccontato cose che non ho mai raccontato a nessuno. Prima di essere marito e moglie, siamo migliori amici. Ci siamo interrogati tanto sul tema della sovraesposizione sui social di nostro figlio. Non possiamo ovviamente fungere da paradigma per tutte le famiglie. Ci rendiamo conto di essere una famiglia atipica. Noi non esponiamo nostro figlio, semplicemente non lo nascondiamo. Il termine ‘esporre’ non mi piace. I giornali ci dipingono come una coppia ossessionata dai social network quando in realtà noi li usiamo come li usano quasi tutti. La differenza è il numero di follower e il fatto che lavoriamo anche sui quei canali ma mai con nostro figlio”.

“RISCHIO LA SCLEROSI MULTIPLA”

“E’ successo un evento importante, difficile, che mi ha fatto capire delle priorità. Durante una risonanza magnetica mi è stata trovata una cosa chiamata demielinizzazione nella testa, che è una piccola cicatrice bianca. Sono dovuto stare sotto controllo perché clinicamente si dice che quello che mi hanno riscontrato è una ‘sindrome radiologicamente verificata’. Ovvero le demielinizzazioni è quello che avviene quando hai la sclerosi multipla. Ti trovano questa cosa e ti dicono che devi stare sotto controllo perché questa cosa può essere, come no, che si può tramutare in sclerosi. Questo è stato il motivo per me di iniziare un percorso per migliorare e soprattutto per scegliere le mie battaglie. In base a dove si accendono queste cicatrici, puoi perdere il dono della parola, l’uso di una gamba. Se dovesse succedermi una di queste cose, io fino a oggi per cosa ho combattuto? Mi sono reso conto che sono stato dietro a un sacco di ca***te e di persone che non si meritavano questo e dall’altro lato avevo trascurato un sacco la mia famiglia. Quindi ho preso una decisione abbastanza estrema… di non lavorare più al disco che avevo in uscita, portare a casa il tour senza aggiungere date e dedicarmi alla mia famiglia. Ad oggi penso di aver trovato una mia serenità. Grazie a mia moglie, a mio figlio e alla mia famiglia ho riscoperto il piacere di scrivere, fare musica e guardare avanti senza dover per forza portare rancore e zavorre dietro la schiena”.

LA DEDICA AL FIGLIO LEONE
“Chissà se guaderai mai questa cosa, probabilmente no. Semmai Lello dovessi vedere questa intervista, sappi che da quando sei nato sto lavorando per far sì che il tuo futuro sia migliore del mio passato. That’s it!”.

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