Nathaly Caldonazzo e il calvario con Andrea Ippoliti: "Era un amore tossico, un film dell'orrore" - Perizona Magazine

Nathaly Caldonazzo e il calvario con Andrea Ippoliti: “Era un amore tossico, un film dell’orrore”

Daniela Vitello

Nathaly Caldonazzo e il calvario con Andrea Ippoliti: “Era un amore tossico, un film dell’orrore”

| 05/12/2019

Tra Nathaly Caldonazzo e Andrea Ippoliti è finita malissimo. I due avevano intrapreso il cosiddetto “viaggio nei sentimenti” a “Temptation […]

Tra Nathaly Caldonazzo e Andrea Ippoliti è finita malissimo. I due avevano intrapreso il cosiddetto “viaggio nei sentimenti” a “Temptation Island Vip” mettendo alla prova la loro fedeltà. Il loro rapporto, già minato da problemi pregressi, si è incrinato del tutto e la coppia è definitivamente scoppiata.

A far scappare a gambe levate Nathaly dal falò di confronto richiesto anticipatamente è stata soprattutto la mancanza di rispetto di Ippoliti. Quest’ultimo, durante la sua permanenza all’Is Morus Relais, ha imbastito quella che la Caldonazzo non ha esitato a definire una “soap opera di quarta categoria” con la single Zoe Mallucci, più giovane di lui di diversi anni.

A distanza di qualche mese, la Caldonazzo non si è affatto pentita di aver lasciato Ippoliti. A svelarlo è lei stessa a “Vieni da me”. “Era un amore tossico – sentenzia – E’ stata forse la delusione più grande di tutta la mia vita. Non avrei mai pensato di provare una sensazione quasi da film horror. Sono stata malissimo per quello che ho visto, per quello che ho sopportato e per quello che ho subito per tre anni e mezzo. Era una storia alla quale credevo tantissimo. Ho rinunciato al 90% di me stessa per farla andare bene, per non farlo arrabbiare e poi mi sono ritrovata in una realtà assolutamente scioccante e inaspettata. Mi sono anche vergognata di essere andata a ‘Temptation Island’ con un compagno del genere che non si sa comportare. Un amore può anche finire, però lo fai a telecamere spente. Non lo fai urlandomi addosso. La cosa che mi ha ferito di più è stata sapere che dopo il programma ha continuato a vedersi con la tentatrice. La storia è durata, quindi non era una ripicca. E’ stato un tradimento. Quando stavamo insieme, ho sempre sospettato che il finale sarebbe stato orribile. Me lo sentivo. E’ come se dentro di me avessi sempre saputo che sarebbe successo qualcosa di terribile alla fine, da parte sua. Sarò una strega! Non mi interessa più. Quando una persona muore dentro di me, muore. Ti puoi riproporre in tutte le salse ma è finita. Qui c’è stata proprio una mancanza di stile totale. Quindi non posso accompagnarmi ad una persona del genere. Penso di meritare di più come tutte le donne. Nessuna merita un trattamento del genere. Chiuderei qui tutto il capitolo”.

L’ex star del Bagaglino ha commentato le dichiarazioni rilasciate a “Grand Hotel” da Stefano Veneruso, nipote di Massimo Troisi. L’uomo ha detto di non aver mai visto la Caldonazzo al fianco dello zio nell’ultimo periodo della sua vita. Nathaly e Troisi si conobbero nel 1992 e la loro relazione si interruppe due anni dopo con la morte dell’attore napoletano.

“Non posso credere che questa persona abbia detto questa cosa. Io sono stata due anni con Troisi, ho vissuto a casa con lui. Mi fa ridere – ha dichiarato la Caldonazzo a “Vieni da me” – Affermare che lui e la sua famiglia erano vicini a Massimo dalla mattina alla sera quando io l’ho fatto riavvicinare alle sorelle perché non erano più in buoni rapporti…Soprattutto quando io e Massimo abbiamo vissuto un’esperienza bruttissima, cioè un mese e mezzo chiusi in un ospedale a Houston dove lui era sotto i ferri e ha passato un momento terribile, più vicino alla morte che altro. Eravamo lì per fare una visita di controllo ma l’hanno operato subito. Aveva il cuore di un 70enne. Io chiamavo queste sorelle chiedendo che almeno uno di loro venisse a darmi un sostegno. Chi non aveva il passaporto, chi aveva paura dell’aereo….dove stavate? Non voglio fare polemica ma se vengo attaccata su questo, allora non va bene. Quindi sorrido. Che devo fare? Lo sappiamo io e Massimo. Abbiamo vissuto insieme, ci sono i testimoni. Questo nipote me lo ricordo vagamente, era un ragazzetto. So che era il nipote ma l’avrò visto io due volte a casa, non di più”.

L’operazione andò male. Tornati in Italia, volle fare a tutti i costi “Il Postino”. “Forse se non l’avesse fatto sarebbe ancora vivo perché avrebbe dovuto subire un trapianto prima di fare questo film – ha svelato –  Però lui diceva che lo voleva fare con il suo cuore e cambiò anche il finale della sceneggiatura. Nel libro originale Mario non muore. Lui cambiò il finale e fece morire il protagonista”.

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