Lacrime e commozione a “Vieni da me” durante l’intervista a Patrizio Oliva. L’ex pugile napoletano si è commosso sino alla […]
Lacrime e commozione a “Vieni da me” durante l’intervista a Patrizio Oliva. L’ex pugile napoletano si è commosso sino alla lacrime quando una canzone mandata in onda dalla conduttrice Caterina Balivo lo ha riportato indietro nel tempo a 50 anni fa. Oliva custodisce nel cuore il dolore per la morte del fratello Ciro, stroncato da un tumore a soli 16 anni quando era già una promessa del calcio.
“Aveva un tumore alle ossa, gli fu amputata una gamba, gli uscì una cisti sul volto. Non si riconosceva più – racconta – Era un fenomeno a calcio, la gente veniva da altri quartieri per vederlo giocare. Quando aveva lui il pallone, nessuno riusciva a fermarlo. Giocava dalla mattina alla sera per strada. Mio padre lo vide zoppicare, ma lui non diceva niente. Da alcuni esami scoprimmo il tumore. Gli fu amputata la gamba perché si era ramificato. Dopo undici mesi ha smesso di lottare. A 16 anni morì e per più di 20 anni ci fu il buio totale nella mia famiglia. Mio padre sparì da casa, per due anni non l’abbiamo visto più. Mia madre andava tutti i giorni al cimitero, stava lì dalla mattina al tardo pomeriggio. Noi capivamo, ma non accettavamo questa reazione perché c’erano altri sei figli che dovevano essere seguiti. Oggi lo capisco perché sono padre. Perdere un figlio è la cosa più terribile che possa accadere. La mia prima candelina su una torta l’ho spenta a 23 anni quando ho conosciuto mia moglie. E’ una vita che trattengo le lacrime. Però trattenere queste lacrime mi ha permesso di sapere lottare nella vita”.
