Ettore Bassi, l’ex moglie: "Io disperata e senza soldi. Sono ostaggio del mio ex marito" - Perizona Magazine

Ettore Bassi, l’ex moglie: “Io disperata e senza soldi. Sono ostaggio del mio ex marito”

Daniela Vitello

Ettore Bassi, l’ex moglie: “Io disperata e senza soldi. Sono ostaggio del mio ex marito”

| 16/11/2019

“Non ho una vita, non ho un soldo, sono ostaggio di mio marito e di cavilli burocratici. Ho deciso di […]

Non ho una vita, non ho un soldo, sono ostaggio di mio marito e di cavilli burocratici. Ho deciso di parlare perché sono disperata”. A parlare così in un’intervista al settimanale “Oggi” è Angelica Riboni, ex moglie dell’attore Ettore Bassi. I due si erano conosciuti nel 2000. Nel 2009 erano arrivati i fiori d’arancio. Dalla loro lunga unione sono nate tre figlie: Caterina, 17 anni, Olivia, 15, e Amelia, 5.

“Io ed Ettore ci siamo lasciati nel 2016, su mia decisione: ha fatto cose che non ho potuto davvero perdonare – racconta la Riboni a “Oggi” – All’inizio la separazione è stata civile, quasi armoniosa, per il bene delle nostre figlie. Ma poi non abbiamo trovato un accordo sulla separazione. La sua proposta era questa: 1500 euro per le figlie e niente per me ‘perché hai sempre fatto la mantenuta e hai il tuo trullo da cui trarre sostentamento’”.

“A settembre si è fatto vedere dalle nostre tre figlie solo una volta e nel tentativo di accordo di separazione garantiva la sua presenza solo due giorni al mese – prosegue – Se lui ‘stanzia’ solo due giorni al mese, come faccio a lavorare? Chi si occupa delle ragazze, della loro scuola, della terapia di Amelia (la bambina necessita di cure speciali, ndr.)? Io dico: o paghi, o ci sei stabilmente un paio di settimane al mese, così mi cerco un lavoro che comunque dovrà per forza essere flessibile e part-time”.

“Il processo è un delirio – confessa – Il giudice ha anche fissato un calendario di massima, lui dovrebbe stare con le ragazze un weekend sì e uno no. Fino a sette giorni prima, però, può modificare a piacimento le date. Non ha mai rispettato i weekend alterni e cambia idea all’ultimo. A settembre si è fatto vedere dalle nostre tre figlie solo una volta”.

“Sta cercando di spostare il processo a Bari – conclude – Ora è pure ricorso in Cassazione, per riuscirci. Non so perché lo faccia, mi viene da pensare male, forse si sente più sicuro giù, dove ha molte conoscenze. Oppure vuole solo perdere tempo (…) Ettore, lascia perdere la Cassazione, andiamo davanti a un giudice, stabiliamo di chi è la colpa della separazione e chiudiamo questa manfrina, per il bene di tutti”.

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