Ospite di “Quarto Grado” per presentare “Non fate i bravi”, secondo libro della figlia Nadia Toffa, la signora Margherita ricorda […]
Ospite di “Quarto Grado” per presentare “Non fate i bravi”, secondo libro della figlia Nadia Toffa, la signora Margherita ricorda la Iena bresciana stroncata da un cancro a 40 anni lo scorso 13 agosto. La donna spiega come e perché ha realizzato uno degli ultimi desideri della figlia: pubblicare le sue ultime memorie.
“Abbiamo creato una fondazione e i soldi che raccoglieremo serviranno per curare le malattie oncologiche e per cercare il modo per curare queste malattie – svela a Gianluigi Nuzzi – Nadia ricercava la verità e voleva aiutare tutti quelli che ne avevano bisogno. Non ho mai avuto paura per lei perché sapevo che aveva la forza di fare queste cose. È sempre stata fortissima, nonostante fosse minutina, piccolina. Era forte dentro. Coraggiosissima. Amava tanto la verità, amava tanto aiutare gli altri. Io e lei eravamo sempre insieme. Nadia mi ha accompagnato per 18 mesi, da quando si è ammalata ho avuto la fortuna di poter stare con lei, sempre insieme, dappertutto, dalla mattina alla sera. Lei mi ha insegnato come fare a portare avanti le sue battaglie. Tutte le mattine mi dice cosa devo fare. Io non ho paura. Mi alzo e so cosa devo fare. Giorno per giorno porterò avanti il suo testimone. La cosa che più mi ha colpito è stato aprire il suo computer e trovare più di 400 testi. Li scriveva di notte, al mattino me li leggeva ma non pensavo che fossero così tanti. Per me erano tutti meravigliosi. Alcuni sono nel libro”.
Anche Don Patriciello, presente in collegamento, ricorda Nadia Toffa. Il prete della Terra dei Fuochi ha celebrato il funerale della Iena. La giornalista lo aveva contattato prima di ammalarsi per realizzare un’inchiesta sulla Terra dei Fuochi. “Era una donna assetata di giustizia – racconta Don Patriciello – Lei non ha mai avuto paura di nulla. Vedevo un video l’altro giorno, una delle sue inchieste, sono morti tutti di cancro. Ed è morta anche lei. Il Signore a volte ha un disegno suo, una strada da seguire. Dovremmo essere più onesti. L’ingordigia di qualcuno pesa sulle vite degli altri”.
“La battaglia a cui teneva di più?”, chiede Nuzzi: “Difendere i più deboli, quelli che non potevano difendersi. Cercava le persone che non potevano parlare e parlava per loro”, replica mamma Margherita.
Per poi aggiungere: “Nadia parlava raramente della sua malattia. Ne parlavamo sì ma raramente perché preferiva non farlo. Lei sapeva che era molto grave quello che aveva, ma diceva: ‘Se il mio destino è morire, avrò sicuramente altro da fare. Se invece il Signore pensa che io possa fare ancora qualcosa qui, mi farà guarire perchè i miracoli esistono’. La feriva essere guardata dalla gente come un’ammalata perché lei non si sentiva ammalata. Affrontava tutte le giornate col sorriso e faceva sempre di più. Sembrava che volesse correre per fare sempre di più. Nadia non voleva diventare mamma perché ha sempre avuto la certezza che l’avrebbe lasciato orfano. Diceva ‘Perché corro così tanto? Perché faccio così tante cose? Perché forse ho poco tempo’. Lei lo sapeva già da prima della malattia, non si è mai vista vecchia. Nadia si sentiva sola. Mi diceva ‘Mamma, che fortuna che ci sei. Se tu non ci fossi non sopravviverei’. Mi ringraziava tutti i giorni. Ora penso che sia felice, serena, che stia riposando. Nadia era guerriera sino in fondo, non mollava mai. Non voleva che si sapesse che tipo di male aveva. Era l’unica cosa che voleva tenere nascosta. Aveva paura che la gente pensasse che con un tumore al cervello lei non ragionasse più come prima. Invece ragionava meglio e più di prima. Sopravvivere senza di lei è devastante. Però tutto quello che mi ha lasciato, quello che mi ha detto, mi riempie così tanto che mi sembra che ogni cellula mia sia sua. Per un anno e mezzo lei mi ha insegnato a vivere”.
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L’INTERVISTA ALLA SIGNORA MARGHERITA, MAMMA DI NADIA TOFFA (VIDEO)
