Tony Sperandeo, il volto privato dell'attore palermitano - Foto - Perizona Magazine

Tony Sperandeo, il volto privato dell’attore palermitano – Foto

Daniela Vitello

Tony Sperandeo, il volto privato dell’attore palermitano – Foto

| 22/10/2019

“E’ possibile che la gente si ricorda di me soltanto per il cattivo?”. A chiederselo è Tony Sperandeo durante un […]

“E’ possibile che la gente si ricorda di me soltanto per il cattivo?”. A chiederselo è Tony Sperandeo durante un suo intervento nella trasmissione radiofonica “I Lunatici” in onda su Rai Radio2. L’attore palermitano ha prestato il volto a tanti “buoni”. Eppure il suo nome e il suo volto vengono associati a personaggi che con la legalità hanno poco a che fare.

“Io per la Rai, ne ‘La Squadra’, ho lavorato 7 anni facendo il sovraintendente Salvatore Sciacca, un poliziotto e non se lo ricorda nessuno. Ho fatto ‘La Scorta”’ dove facevo il carabiniere e non se lo ricorda nessuno – dichiara – Da quando ho vinto il David di Donatello facendo Gaetano Badalamenti de ‘I cento passi’ quello è diventato il cattivo per eccellenza. Questo mi dispiace, perché mi piacerebbe rappresentare cose diverse, però quello che ho rappresentato dalla parte della legalità è molto bello. Poi parliamoci chiaro, io faccio l’attore quello che mi vogliono fare faccio”.

“A proposito di Badalamenti e di mamma, quando stavo preparando il personaggio sono andato a trovare la madre di Peppino Impastato che mi conosceva per il cabaret, allora facevo diverse serate – prosegue raccontando un aneddoto – Quando Giovanni Impastato disse a sua madre che avrei interpretato Tano Badalamenti, ci mancava poco che mi buttava fuori di casa. La mamma è sempre la mamma e aveva perfettamente ragione. Quando ce ne siamo usciti, siamo stati fermati da dei loschi individui che mi hanno abbracciato dicendomi ‘Sperandeo facciamolo bene lo zio Tano, perché lo zio Tano è una persona che merita’. E io me la sono fatta sotto”.

“L’importante è quello che sei nella vita – aggiunge – io sono orgoglioso di aver scritto un monologo sui due magistrati Falcone e Borsellino che porto nel cuore, perché sia loro che la Morvillo che i ragazzi della scorta, in tutti e due gli attentati, hanno dato la vita”.

Sperandeo spiega come, a suo dire, “il cinema non sia più quello di una volta”. “Adesso è facile diventare sceneggiatori, registi – sentenzia – Io con la mia esperienza ho fatto più di 100 film, 250 puntate de ‘La Squadra’ ma li ho lasciati scrivere agli altri, perché il cinema una volta era cinema. Adesso chiunque arriva come comparsa e al secondo film fa il regista, quindi non è più credibile come prima. Se io devo fare qualcosa di serio devo essere sicuro di avere un’ottima sceneggiatura e una buona distribuzione, allora si che faccio tutto altrimenti cado nel ridicolo come tutte le altre cose. Una volta nel cinema noi superavamo l’industria americana, loro ci hanno copiati. Loro però sono rimasti una grande industria, noi no ed è un peccato perché il grande cinema l’ho abbiamo avuto noi. Questo cambiamento è dovuto al fatto che si muore e non ci sono gli eredi, non ci sono più i mattatori di una volta. Però ad esempio ci sono quelli come il mio conterraneo Giuseppe Tornatore, lui è cresciuto dietro la macchina da presa, ha fatto di tutto e di più quindi conosce bene il cinema. Roberto Benigni è un grande ma ne fa uno ogni tanto. Ci sono degli ottimi talenti però”.

Nell’intervista l’attore siciliano parla anche dei suoi affetti: “Con la mia compagna, Barbara (Bacci, ndr.), a causa del lavoro ci vediamo e non ci vediamo, i miei figli sono a Milano. Fortunatamente ho mia madre di 94 anni ancora in vita, ma lei vive a Palermo e io vivo a Roma. Le cose per me più importanti sono mia mamma, il mio lavoro, la cagnolina (la barboncina Ninetta, ndr.) e poi tutto il resto”.

Sperandeo ha conosciuto la compagna-attrice sul set del film “Il ragazzo della Giudecca”. “Io in teoria ero fidanzata. Per tutte le riprese ci siamo studiati, fissati – svelò lei in un’intervista a “Diva e Donna” – L’ultimo giorno, poco prima che partissi, lui è venuto nel camper dove ero io, e tac! Mi ha dato un bacio ‘a stampo’, labbra a labbra, e se ne è andato. Per un mesetto tra di noi, che eravamo lontani, ci sono stati solo messaggi, qualche parola. Poi sono tornata, siamo partiti insieme per un progetto teatrale in Calabria, era la primavera del 2015, ed è stata la nostra luna di miele. Non ci siamo più lasciati”.

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