Ornella Vanoni fa 85 anni e si racconta: le paure, la droga, il sesso, la depressione e gli amori - Perizona Magazine

Ornella Vanoni fa 85 anni e si racconta: le paure, la droga, il sesso, la depressione e gli amori

Daniela Vitello

Ornella Vanoni fa 85 anni e si racconta: le paure, la droga, il sesso, la depressione e gli amori

| 12/09/2019

In un’intervista rilasciata a Malcom Pagani per “Vanity Fair”, Ornella Vanoni si racconta – come sempre – senza filtri. Tra […]

In un’intervista rilasciata a Malcom Pagani per “Vanity Fair”, Ornella Vanoni si racconta – come sempre – senza filtri. Tra qualche giorno la cantante spegnerà 85 candeline. Oggi parla con amore del suo barboncino nero (“la mia bambina che quando vede il mare abbaia alle onde perché è felice”) e si augura “un ritorno al romanticismo, a una donna che, come cantava Vecchioni, non sia per forza stron*a come un uomo”.

“Le femministe non ci sono più – sentenzia – Esistono le donne che ce l’hanno fatta e sono molte, anche se non si può certo dire che in assoluto la donna viva un gran momento. Chiede all’uomo cose inutili: ‘Quanto guadagni?’ o ‘Che lavoro fai?’, e intanto avanza un esercito di pseudo modelle magre se non anoressiche, sempre arrabbiate perché non mangiano, davanti al quale il maschio fugge sollevato: ‘Sei questa? Allora tu stai a casa tua che io sto a casa mia’. Poi ci stupiamo che siano diventati tutti fr*ci. Io dico che è normale, donne così farebbero fuggire chiunque”.

In questo clima di isterismo collettivo, come lo definisce lei, la Vanoni cosa fa? “Cerco di vivere in maniera meno ansiosa e provo a non inca*zarmi più – spiega – Da ragazza mi infiammavo per una sciocchezza. Oggi non ne ho più voglia, vivo molto meglio e voglio ridere (…) In un tempo triste e nevrotico, ci salverà solo la risata. In questo mondo di mer*a ridere è il bene più prezioso che ci resti”.

“Tra neanche una settimana compio 85 anni – continua – Cantare, viaggiare, esibirsi. È stata una vita devastante. A forza di alberghi e caselli, facendo centinaia di chilometri al giorno, qualche acciacco mi è venuto. È vero che mi sento benissimo, ma è anche vero che per andare avanti ti devi curare, che se ti lasci andare sei bello che finito e che non mi resta un orizzonte sconfinato”.

Ornella, si scopre, “non vuole campare quanto Franca Valeri” che di anni ne ha 99. “Ho paura di non vedere, di non muovermi, di star male – svela – Che due co*lioni, ma se lo immagina?”. La cantante ha un’idea piuttosta chiara di cosa accadrà alla sua morte. “In Francia, quando è morto Johnny Hallyday, sembrava fosse andato in cielo De Gaulle – dice – I francesi hanno il senso del mito, noi molto meno. Venderanno due dischi, scriveranno due cag*te su di me e poi puff, sparisci, finisce tutto”.

La Vanoni pensa alla morte ma non la teme. “Non me la immagino – spiega – e non voglio neanche saper quanti natali festeggerò ancora. Ricorda Blade Runner? Lui chiede a lei quando sia la sua scadenza e l’altra risponde: ‘Non dirmela’. Una scadenza l’abbiamo tutti, ma non sappiamo qual è e soprattutto non possiamo saperla”.

Eppure lei, sin da giovanissima, ha dovuto lottare contro mille paure. Una delle tante? “Quella del denaro”. “Ho lavorato tantissimo e oggi dovrei essere ricca – rivela – Invece di soldi non mi sono mai occupata, non ho mai controllato i conti, ho dato carta bianca a una banca che mi ha fregato 4 miliardi di lire e ho dissipato tutto quel che ho guadagnato. Sono stata una cretina e mi si è rivelata una verità: quando hai paura di qualcosa la perdi”.

La Vanoni parla poi di Giorgio Strehler come dell’uomo che forse l’ha amata di più. La loro fu una storia vissuta tra luci e ombre (nella sua biografia la cantante parla di sesso sfrenato e cocaina, ndr.). “Avevo 21 anni, lui 13 in più – racconta – Giorgio aveva molti vizi. Per un po’ li assecondai. Poi, a un tratto, dissi basta. Lo seguii fino a quando mi fu possibile perché se stai con un uomo ci stai fino in fondo, poi arriva un momento in cui questa sensazione di invincibilità che ti porta a fare Milano-Parigi in un giorno lascia spazio alla stanchezza, alla voglia di riprendere in mano la tua vita, al desiderio di realtà. Con Giorgio finì anche perché non ce la facevo più”.

Il suo rapporto con le droghe è legato agli anni con Strehler. “Adesso la sera fumo una canna prima di addormentarmi – dichiara – Mi serve per dormire, per 20 anni l’ho fatto poco e male. Sa cos’è? Le persone come me hanno un cervello simile a una lampadina che non si spegne”.

La cantante rievoca così il suo incontro con Gino Paoli con cui visse una grande e intensa storia d’amore: “Gino l’avevo visto di sfuggita per la prima volta alla Ricordi e notato subito, in mezzo a mille. Chiesi chi fosse e mi risposero: ‘Uno che prova a cantare, un culat*one’. Sa qual è la cosa strana? Che anche lui aveva chiesto di me in giro e gli avevano risposto: ‘È la cantante della Mala, è lesbica’. Decidemmo di frequentarci. Parlavamo, facevamo camminate estenuanti. Io con i tacchi a spillo, lui con il suo montgomery e le tasche vuote. Non aveva una macchina, né un soldo. Un giorno, stravolti dalla fatica, come nella sua canzone, ci sedemmo in un caffè con i camerieri maleducati e finalmente ci baciammo. Gino era sposato. In amore sono stata irrequieta e ho sofferto tantissimo, ma non ho mai lottato per tenere un uomo vicino a me. Gino aveva sua moglie, era combattuto. Un giorno a Forte dei Marmi gli dissi: ‘Accompagnami al treno, me ne vado’. Lui non mi guardò mai negli occhi e così non capì il mio dolore. Gino era un amore impossibile, però mi è rimasto nel cuore”.

Il “sesso secondo Ornella” parte invece dal racconto della sua prima volta: “Fu bello perdere la verginità con un uomo più grande di me, dolcissimo e molto innamorato. Quando andai in Inghilterra feci l’amore con tanti ragazzi. Ma mi chiedevo sempre: ‘Che cos’è l’amore? È davvero questa cosa qui?’. Alla lunga, quel trin trin, tran tran mi parve pura routine. ‘Ma che noia’, mi dicevo. Non fu sempre così però. Con Strehler c’era lo stesso trin trin tran tran, ma non era noioso per niente”.

La Vanoni torna a parlare della sua lotta contro la depressione. “Sono stata chiusa un anno dentro casa senza voler vedere nessuno – svela – Una mia amica, anzi una ex amica che credevo tale e si dimostrò una stron*a, mi diceva: ‘Lo fai per farti notare’. Invece la depressione è tremenda. Dal cancro hai l’illusione di guarire, dalla depressione no. È una malattia vera e sottovalutata. E gli altri pian piano evaporano perché stare vicino a un depresso è tra le cose più difficili che ci siano”.

Oggi Ornella “piange su tutto” (“un cagnolino disperso, un uccellino che muore, i disperati che affogano in mezzo al mare o i loro figli che mi chiedo dove vadano a finire”) perché “quando si invecchia il cuore diventa più fragile”.

A consolarla ci sono i ricordi e la gioia di aver “conosciuto gente straordinaria” tra cui Lucio Dalla, “il più geniale, il migliore”. “Lucio era brutto, aveva dita che somigliavano a piccoli wurstel e se entrava in acqua, per i peli, pareva indossasse la muta, ma se cantava ti spalancava un mondo – racconta – Era sensibile e per amore ha sofferto molto. L’amore è così. Anche se le storie finiscono, se hai amato qualcuno, a meno che non sia una persona orribile, continui ad amarlo”.

E Adriano Celentano? “Non lo vedo da tanto tempo – replica – Adriano non esce da anni, è blindato. Adrian è stato un flop costato decine di milioni di euro, ma io non mi sono stupita. Se perdi il contatto con la realtà, ti fai guidare dalla presunzione e non dall’autocritica e credi di essere il massimo, il minimo che possa accaderti è di finire contro un muro. Lui sulla politica dice tante sciocchezze e non mi interessano”.

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