Morgan dopo lo sfratto: "Vivo in uno sgabuzzino a Chinatown con un sacco di insetti" - Perizona Magazine

Morgan dopo lo sfratto: “Vivo in uno sgabuzzino a Chinatown con un sacco di insetti”

Daniela Vitello

Morgan dopo lo sfratto: “Vivo in uno sgabuzzino a Chinatown con un sacco di insetti”

| 10/09/2019

In un’intervista rilasciata al programma radiofonico “I Lunatici” in onda su Rai Radio2, Morgan paragona lo sfratto subito due mesi […]

In un’intervista rilasciata al programma radiofonico “I Lunatici” in onda su Rai Radio2, Morgan paragona lo sfratto subito due mesi fa ad uno stupro. Com’è noto, il cantautore ha dovuto lasciare la sua abitazione di Monza pignorata per debiti e venduta all’asta.

“Sto molto male, non sono più lo stesso – svela – Uno non ci pensa, ma quello che mi è successo equivale a uno stupro. È identico. La casa è importante, è la più importante cosa che hai. Quando non sai ripararti dal freddo vai a casa e sopravvivi. Questo vale per tutti. Per una persona come me, che fa di quello che ha attorno un oggetto d’arte, lo è ancora di più. La mia casa era un’installazione. La mia casa è stata svenduta a 200mila euro quando ha come valore di mercato 700mila euro. È stata comprata da un maniaco che ha voluto la mia casa perché è un mitomane. Mi hanno portato fuori dalla mia casa con le armi. Io piango, ho tutto lì, tutti i miei progetti. Io stavo sempre in casa a studiare, non sono uno come J-Ax o Fedez. Ora sono in uno sgabuzzino a Chinatown a Milano con un sacco di insetti. Non sto più lavorando, prima facevo un sacco di cose, ora non faccio più niente”.

“C’è un giudice che è il paladino degli sfratti – aggiunge – Peggio del giudice della canzone di De Andrè, che diventa giudice solo per poter mandare al patibolo la gente. I giudici dovrebbero giudicare, lo dice la parola stessa. Prendi una questione, ne valuti gli aspetti, pesi e capisci cosa pesa di più. Non fai a priori tutto. Il giudice che ho incontrato io non è un giudice, è uno che non si sa perché è lì, è uno sbruffone. Dovrebbe sfruttare l’occasione per fare veramente il suo lavoro e pensare, ma evidentemente non ce la fa. Ora manderà tutto al macero”.

Infine, Morgan si lamenta dei selfie che i fan gli chiedono quando lo incontrano appellandosi al diritto alla privacy. “Vogliono tutti una fotografia, ti chiamano dall’altra parte della strada, rischiano di essere investiti – dichiara – C’è l’esigenza primaria della foto. Su questo voglio aprire un dibattito: è grave questa cosa, per due motivi. Non solo perché mi rompo pesantemente i coglioni, ma perché innanzitutto non voglio essere localizzato sempre e invece appena ti fanno la foto poi la postano. L’irrintracciabilità è un diritto che io voglio avere. La seconda cosa, ancora più importante, è che io lavoro con l’immagine. È il mio bene, è la cosa su cui firmo i contratti. Mi pagano, il mio lavoro consiste in questo. La Siae dovrebbe far valere il diritto all’immagine che è un nostro bene. Tu puoi farmi una foto, ma non la dovresti pubblicare. La gente non si rende conto che questo per me è un lavoro. Stiamo esagerando. Se lo dici si fanno una risata. Io vi dico che se avessi avuto un centesimo da tutte le foto che ho fatto negli ultimi tre anni non solo non sarei stato sfrattato ma avrei comperato la Sony”.

CLICCA QUI E SEGUICI SU INSTAGRAM

Copyright © 2024

Editore: Livesicilia.it Srl - Via della Libertà, 56 – 90143 Palermo Tel: 0916119635 P.IVA: 05808650823
Livesicilia.it Srl è iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) con il numero 19965