Lo chef tv fa coming out: "Ecco come l'ho detto a mia moglie e a nostra figlia" - Perizona Magazine

Lo chef tv fa coming out: “Ecco come l’ho detto a mia moglie e a nostra figlia”

Daniela Vitello

Lo chef tv fa coming out: “Ecco come l’ho detto a mia moglie e a nostra figlia”

| 02/09/2019

In un’intervista rilasciata a Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”, Marco Bianchi – cuoco salutista e conduttore di programmi […]

In un’intervista rilasciata a Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”, Marco Bianchi – cuoco salutista e conduttore di programmi come “La mia cucina delle emozioni” e “Aiuto stiamo ingrassando”, oltre che volto de “La prova del cuoco” – fa coming out e racconta il giorno in cui ha confessato alla moglie di essere gay.

40 anni, una figlia di quattro, sposato dal 2010 con Veruska, una sera lo chef ha capito di non poter più fare finta di nulla: “Mentre la bimba dormiva, le ho detto ‘sono omosessuale, lo sono sempre stato, però solo ora ho capito che sto bene con te ma come amico, perché quello che va oltre, probabilmente, è con un uomo’. Il passaggio successivo è stato sperimentare quello che sentivo. Da lì, è arrivato l’incontro con Luca (il suo attuale compagno, ndr.). Mia moglie mi ha abbracciato forte. Era un sogno di vita che si frantumava. È stato un momento in modalità terremoto, come quando hai costruito per anni e tutto, di colpo, viene raso al suolo ed è in polvere. Io mi sentivo in colpa, ma oggi so di aver fatto la scelta giusta”.

I mesi successivi non sono stati facili. “Non mangiavo, dimagrivo, avevo spasmi allo stomaco e non dormivo la notte – svela – D’accordo con Veruska, ho preso un appartamento dove stare di tanto in tanto. Ho capito che, quando ero a casa, stavo peggio, mi sembrava di far male a qualcuno, di essere una presenza che feriva. Dormire altrove era una prova per capire come respiravo e come stavo, se riuscivo a mangiare e a gestire quella solitudine. Poi, riportavo tutto alla psicologa che mi ha supportato”.

Bianchi racconta anche come ha spiegato la situazione alla sua bambina: “Ci siamo consultati con il pediatra, le maestre, la psicologa… Poi, le ho raccontato la verità. Le ho spiegato: ‘Io voglio tanto bene a mamma e sei nata tu, ma ho scoperto che il mio cuore batte più forte con Luca accanto. Prima, batteva forte, ora batte a mille’. Lei è una bimba straordinaria, solare, e l’ha accettato con naturalezza. Dopo un primo incontro finto-causale con lui, l’ha visto per un gelato, una pizza e, ora, è il ‘suo’ Luca. E, ora, io so che una seconda vita esiste”.

La vera liberazione Marco Bianchi l’ha provata dopo averlo detto ai suoi genitori. “La prima reazione di papà è stata: ‘Troviamo un dottore che ti aiuti’ – dice – Sono scoppiato a ridere. Ho detto: ‘Perfetto, non ci siamo’. E poi: ‘Questa non è una malattia, è una condizione nella quale, senza volerlo, mi avete portato’. Ho ricordato di quando papà inneggiava a un documento contro l’omosessualità della Congregazione per la dottrina della fede, di mamma che dell’amico gay di mia sorella diceva ‘poverino’, della vicina di casa che, vedendomi giocare con le bambole, disse che sarei diventato una femminuccia e di mamma che le rispondeva: ‘Lo fa perché gli piacciono le bambine’. Poi, ai miei ho chiesto: ‘Cosa potevo capire? Potevo solo pensare che essere omosessuale e molto sensibile fosse la cosa più brutta del mondo’. Papà si è ricreduto, a suo modo. Mi ha detto: ‘Bene, l’importante è che non stai seguendo una moda’. Mamma è scoppiata a piangere e ha confessato che certe cose le percepiva, ma non sapeva affrontarle. È successo l’anno scorso, Luca era già nella mia vita. Poi, la prima cosa fatta da papà, quando l’ha conosciuto, è stata abbracciarlo”.

Lo chef racconta così i suoi quasi 20 anni accanto alla stessa donna: “Io ci ho creduto davvero. L’ambiente in cui vivi ti condiziona al punto da convincerti di certe cose e io ho vissuto l’amore con Veruska in piena sincerità. Questo credo sia il motivo che, oggi, ci consente di gestire la situazione e di far crescere una figlia con ideali da 2020. Devo tanto a Veruska: mi è stata vicina e ha capito che la mia idea del vero Marco è emersa dopo che sono arrivate le altre certezze, che la mia era una scelta doverosa verso nostra figlia affinché avesse un papà sereno, in grado di trasferirle quello che significa essere felice”.

“Esiste un cerchio della sicurezza che conquisti quando hai messo insieme tutti i tuoi pezzettini di vita: l’acquisto di casa, un lavoro sicuro, il matrimonio, l’arrivo di un figlio… – conclude – Allora, emerge una forza con la quale puoi buttare giù un muro o, finalmente, ammettere di essere omosessuale. Io ho capito che il Marco Bianchi etero che mi hanno fatto credere di essere non era quello vero”.

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