L'annus horribilis di Montalbano, il cordoglio per la morte del regista che scelse Zingaretti - Perizona Magazine

L’annus horribilis di Montalbano, il cordoglio per la morte del regista che scelse Zingaretti

Daniela Vitello

L’annus horribilis di Montalbano, il cordoglio per la morte del regista che scelse Zingaretti

| 05/08/2019

A due settimane dalla morte di Andrea Camilleri, un altro grave lutto colpisce la grande famiglia del commissario Montalbano. All’età […]

A due settimane dalla morte di Andrea Camilleri, un altro grave lutto colpisce la grande famiglia del commissario Montalbano. All’età di 79 anni se ne è andato oggi Alberto Sironi, storico regista della fortunata serie tv nata dalla penna dello scrittore siciliano. Sironi era sposato con Lucia Fiumi, organizzatrice di eventi umbra.

Al regista lombardo innamorato della Sicilia si deve la scelta di Luca Zingaretti per il ruolo di Montalbano. “Provinai tre attori per quel ruolo, ma degli altri due non dirò mai il nome – raccontò in un’intervista rilasciata a “Spy” lo scorso febbraio – Uno, molto bravo, non poté venire perché la moglie il giorno prima, litigando, gli aveva fatto un occhio nero. L’altro fece un provino davvero interessante. Ma Luca fu eccezionale, una roba speciale. Non si poteva dire di no. Non ho avuto dubbi anche se fisicamente era molto diverso dal Montalbano dei romanzi, che era più anziano, pieno di capelli ricci e con la barba. Tanto che Camilleri quando seppe che avevo scelto Zingaretti, mi disse: ‘Ma perché proprio pelato l’hai preso?’”.

Sironi ha diretto per 20 anni quella che si è poi rivelata la fiction di maggior successo nella storia della tv italiana, ancora oggi in grado di fare ascolti record. “E pensare che dopo il debutto, avvenuto su Raidue – svelò a “Spy” – alcuni funzionari Rai mi dissero che era un prodotto interessante, ma un po’ ‘difficile’, ‘di nicchia’. Io ero sicuro invece di aver fatto un prodotto nazionalpopolare, nel senso profondo, come ‘I promessi sposi’. Ero sicuro sarebbe andato bene. Non immaginavo così tanto”.

Lo scorso febbraio, nell’episodio intitolato “Un diario del ’43”, il cast aveva reso omaggio a Marcello Perracchio, l’attore che prestava il volto al dottor Pasquano, scomparso a 79 anni a Ragusa il 28 luglio 2017 dopo una lunga malattia. In quell’occasione, Sironi apparve per la prima e unica volta in scena per portare in commissariato un vassoio di quei cannoli di cui il medico legale che non voleva “rotti i cabassisi” andava ghiotto (LEGGI QUI).

IL CORDOGLIO

“Quante volte ci siamo mandati a quel paese, quante volte hai cucinato per noi, quante battaglie abbiamo condiviso, quante scene abbiamo riscritto, quante volte ci siamo detti ok, quante volte mi hai compreso, mi hai appoggiato, mi hai confortato – recita il lungo post condiviso da Luca Zingaretti – Quante volte hai minimizzato dove gli altri avrebbero ingigantito. Sei stato l’unico regista che quando davi motore cominciavi a raccontare le barzellette. Gli altri chiedevano il silenzio, tu raccontavi di Alberto Sordi. Quanti bicchieri di vino, quante chiacchierate, quante confidenze. Quante volte abbiamo fatto fronte comune. E che sapienza! Tanta parte del successo tv dei nostri film è tuo. E non lo dico adesso che non ci sei più, l’ho sempre urlato. Non te lo hanno detto abbastanza, non te lo hanno riconosciuto abbastanza. Ma lo sapevano tutti. Che sapienza, che cultura, che simpatia, che leggerezza, che signorilità, che gentiluomo eri. Quante volte, se riconoscevi che avevo ragione, hai detto “ok, la tua idea è migliore facciamo come dici tu” senza sentirti minimamente sminuito, perché avevi un animo grande. Perchè ci stimavamo e ci volevamo bene. In poco tempo è la seconda volta che piango un complice di questa avventura che ci accomuna da tanto tempo. È penoso, è duro, è proprio un anno di mer*a! Addio amico mio!”.

“Le stagioni della vita sono tante. In due di esse ho conosciuto bene, da amico e compagno di vacanze Alberto Sironi, il regista di Montalbano che se ne è andato oggi, pochi giorni dopo Andrea Camilleri – scrive in sua memoria Enrico Mentana – In poche altre persone ho trovato un simile intreccio di dolcezza e baldoria, da lombardo allegro ma anche un po’ melanconico, alla Jannacci o alla Pozzetto. Voleva fare il regista, e solo da grande ha trovato la consacrazione del successo televisivo, straripante, del commissario siciliano. L’inevitabile retorica degli addi parlerà di un altro pezzo fondamentale dell’impresa Montalbano che viene a mancare. Ma Alberto, come sempre tutti, era anche tanto altro”.

“Apprendo con dolore della scomparsa del caro Alberto #Sironi, caro amico di gioventù e bravo regista, da Coppi a #Montalbano un abbraccio ai familiari, RIP Alberto”, è il ricordo di Gianni Riotta.

Sgomenti i fan della serie tv: “Oggi noi, come #Montalbano, ci sentiamo un po’ più soli”, “Al Maestro Camilleri lassù devono averlo messo a lavorare a pane e acqua: ha già finito la nuova sceneggiatura e ha bisogno del suo regista”, “Non ci credo, non è possibile”, “Un lombardo autenticamente innamorato della #Sicilia di cui aveva saputo cogliere l’essenza, come ha dimostrato il suo splendido lavoro alla regia”.

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