La conduttrice a cuore aperto, dalla maternità a 45 anni alla morte del padre tre giorni dopo le sue nozze - Perizona Magazine

La conduttrice a cuore aperto, dalla maternità a 45 anni alla morte del padre tre giorni dopo le sue nozze

Daniela Vitello

La conduttrice a cuore aperto, dalla maternità a 45 anni alla morte del padre tre giorni dopo le sue nozze

| 02/08/2019

Lorena Bianchetti mostra il suo volto pubblico e privato in un’intervista a cuore aperto rilasciata a “FQMagazine”. Nata e cresciuta […]

Lorena Bianchetti mostra il suo volto pubblico e privato in un’intervista a cuore aperto rilasciata a “FQMagazine”. Nata e cresciuta a Montemario, figlia di pasticceri, la conduttrice di “A sua immagine” ricorda così la sua infanzia: “E’ stata meravigliosa, ho respirato i valori veri. Insegnati non con le parole ma con gli esempi”.

Viso angelico e carattere di ferro, la Bianchetti spiega perché si definisce una “guerriera disarmata”: “Ho sempre combattuto per realizzare i miei sogni ma non con le armi che la società oggi vuole legalizzare, penso alle scorciatoie e agli sgambetti. Ho cercato di costruire tutto mattone dopo mattone con impegno e sacrificio”.

La conduttrice Rai rievoca gli esordi con gli spot pubblicitari. All’epoca aveva 14 anni: “Ero piccola, un agente mi vide a scuola e feci un provino. La prima pubblicità fu quella dei succhi di frutta Jolly Colombani, ero pazza di Madonna e nello spot dovevo ballare con il suo ballerino. Per l’emozione mi venne l’herpes sul labbro, furono costretti a riprendermi solo da un lato”.

La grande occasione in tv arriva quando viene scelta come valletta per “La Corrida”. “Corrado e Marina Donato hanno veramente creduto in me, mi hanno trattata come una figlia – racconta – Lui mi faceva cantare, presentare i concorrenti, facevo i giochi telefonici e nell’ultima puntata mi fece anche ballare. E’ stato generoso, è stato il primo a credere in me. Un uomo straordinario, gli devo tanto”.

Da oltre 10 anni la Bianchetti conduce “A sua immagine”, programma in cui si parla di religione. “All’inizio non è stato semplice, oggi per fortuna le cose sono un po’ cambiate – svela – Nei primi anni sentivo maggiormente il pregiudizio nei miei confronti. Il nostro è chiaramente un programma di ispirazione cattolica ma è aperto a tutti. Non vogliamo fare proseliti ma solo essere al servizio della gente. E’ un programma molto libero, abbiamo invitato ospiti molto diversi tra loro, ebrei, musulmani, persone non credenti”.

Quando la chiamano Suor Lorena, si scopre, non si arrabbia ma sorride. “Il pregiudizio strisciante persiste, sembra che sei hai fede devi per forza essere bigotto, oscurantista, triste”, dichiara. “A chi conduce un programma religioso dicono che è raccomandato dal Vaticano”, rileva il giornalista. “Si questo mi è stato detto più volte – conferma – Spero di condurre A Sua Immagine per la qualità del mio lavoro e per i risultati ottenuti”.

Quindi la conversazione si sposta sul privato, dalla gioia della maternità a 45 anni al dolore per la perdita del padre tre giorni dopo le sue nozze.

Della figlia dice: “Estelle mi ha restituito attraverso i suoi occhi l’innocenza dello sguardo. Con lei il tempo si ferma ed è bellissimo. Adesso che è arrivata vivo una interezza che non avrei mai immaginato (…) Tre giorni dopo il mio matrimonio è scomparso mio padre, il progetto di un figlio in quel momento non era più al primo posto. Abbiamo poi con Bernardo cominciato a cercarla ma non arrivava. Abbiamo fatto dei controlli ed era tutto ok, la mia ginecologa mi ha consigliato di staccare il cervello e non pensarci. Ho provato a farlo concentrandomi sulla scrittura del libro ed è arrivata Estelle. Non fosse arrivata mi sarebbe dispiaciuto ma si può essere madri in tanti modi, nelle amicizie, nell’ambiente di lavoro, con gli amici, con l’adozione”.

La Bianchetti spiega la scelta di andare in onda nel giorno della morte del padre: “Dovevo partire dopo la diretta pomeridiana per il viaggio di nozze, al mattino mi sveglio di colpo accendo il cellulare e trovo molte telefonate di mia madre. Corro in ospedale, dopo un malore improvviso mio padre non c’era più. Avviso il segretario della Cei Don Nunzio Galantino che non sarei andata in onda. ‘Tuo padre cosa avrebbe voluto?’, mi chiese e lì è scattato qualcosa dentro. Lui avrebbe voluto che io andassi in onda ed era l’unica cosa che potevo fare per mio padre. Mi sono assunta le mie responsabilità fino in fondo, rispettando l’educazione che mi aveva dato”.

“Ho lavorato fino al nono mese e sono tornata al lavoro dopo poche settimane – chiosa – Vorrei passasse il messaggio che la gravidanza non è una malattia, diciamo anche che non andavo a zappare la terra ma andavo a lavorare in un posto in cui stavo seduta e parlavo con delle persone”.

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