Lino Banfi: "Presi soldi a strozzo dagli usurai, mi hanno succhiato il sangue" - Perizona Magazine

Lino Banfi: “Presi soldi a strozzo dagli usurai, mi hanno succhiato il sangue”

Daniela Vitello

Lino Banfi: “Presi soldi a strozzo dagli usurai, mi hanno succhiato il sangue”

| 22/07/2019

A 83 anni (appena compiuti) Pasquale Zagaria, meglio noto come Lino Banfi, traccia un bilancio della sua vita ripercorrendone i […]

A 83 anni (appena compiuti) Pasquale Zagaria, meglio noto come Lino Banfi, traccia un bilancio della sua vita ripercorrendone i momenti salienti in un’intervista a “Libero Quotidiano”. L’attore pugliese definisce i suoi “primi” 83 anni “belli pieni”.

“Il momento più bello sono state le nozze d’oro con mia moglie, che adoro, stiamo insieme da sessantasei anni – esordisce – Come attore mi piaccio, come uomo no. Ho questa lotta interna tra Zagaria e Banfi che dura da una vita, un giorno si metteranno d’ accordo. Mi sembrano Di Maio e Salvini”.

Gli inizi sono stati “ultra-super-difficilissimi”. “Oltre alla fame nera avevo preso soldi a strozzo dai famosi ‘cravattari’ romani, gli usurai: ottocentomila lire che divennero oltre due milioni, mi hanno succhiato il sangue – racconta – Ma dagli anni Settanta cominciai a respirare, a lavorare tanto, firmai un’ esclusiva con De Laurentiis. Facevo film ‘cotti e mangiati’, che rifarei tutti, poi anche alcuni più importanti. Ho lavorato con Sergio Martino, Laurenti, Corbucci, ma con Dino Risi e Il Commissario Lo Gatto fu un grande passo avanti”.

E poi c’è il ruolo di nonno Libero nella serie tv “Un medico in famiglia”. “È un personaggio molto bello – svela – che mi ha fatto crescere, mi ha fatto abbracciare la terza generazione e sta arrivando anche la quarta. Peccato che non hanno voluto fare una stagione conclusiva, di addio: abbiamo tentato ma non l’hanno voluta fare”.

Dopo averlo visto recitare in quel ruolo Papa Wojtyla lo definì “il nonno d’Italia”. “Me lo diceva spesso – ricorda – Lo facevo sorridere, quando cominciava a stare male, mi venne in mente che sarebbe stato bello essere il ‘giullare del Papa’, un ruolo che non esiste. Poi ho conosciuto da vicino Ratzinger. E finalmente anche Bergoglio. Tre Papi li ho conosciuti, sto a posto”.

All’attore, si scopre, dispiacerebbe lasciare questo mondo “senza aver ricevuto un premio”. “Non ne volevo di importanti, mi piacerebbe un coniglietto di peluche, un orsacchiotto… magari un premio alla carriera – dice – I film comici non sono mai premiabili, l’attore comico ha dei limiti di utilizzo ma questi film hanno fatto arricchire produttori, distributori e questa è una cosa bella. E quando sono riuscito a fare film drammatici, anzi mescolando comico e drammatico che è più difficile ancora, hanno cominciato ad apprezzarmi di più. Anche questo è un premio”.

Banfi è stato criticato per i suoi “incarichi” istituzionali (è ambasciatore dell’Unicef e dell’ Unesco, ndr.). “Qualche ‘odiatore’ ha detto che tolgo lavoro ai giovani ma questo non è un lavoro, ci rimetti tempo e non ti danno una lira. Ma è un onore”, spiega.

L’attore si esprime su Di Maio e Salvini: “Lo trovo giusto se riescono a resistere e a non litigare, appunto come Banfi e Zagaria: si adorano, poi si odiano, poi si inventano qualcosa per andare d’accordo e vanno avanti così. Vediamo che succede: le buone intenzioni credo ci siano da entrambe le parti, l’importante è che non tirino troppo il filo, che può essere duro quanto ti pare ma poi si rompe”.

Riguardo ai provvedimenti presi dall’attuale Governo aggiunge: “Non li seguo tutti, ma se concordano un po’ di italiani, sto con loro nel concordare, se un giorno discorderanno, discorderò anche io. Io non sono di nessun partito, sono dell’uomo: se un uomo mi sta simpatico può essere anche qualunquista, fascista, comunista, lo amo comunque e lo voto. Questi mi piacciono, sono simpatici, ma non devono litigare. Se è per questo amo anche Gentiloni perché è gentile”.

E Berlusconi? “E’ uno di quelli a cui ho voluto bene, mi fa gli auguri tutti gli anni e l’ho votato per un periodo di tempo. Ma gli amori poi finiscono, si affievoliscono”.

Virginia Raggi, sindaco di Roma, gli aveva promesso le chiavi della città in occasione del suo 80esimo compleanno. Com’è finita? “Sono passati tre anni. Evidentemente, con tutti i problemi che ci sono, non pensa a queste stupidaggini”.

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