“Il nome Totò me l’ha dato la tifoseria del Messina. All’inizio non mi piaceva. Salvatore era troppo lungo. Mia madre mi […]
“Il nome Totò me l’ha dato la tifoseria del Messina. All’inizio non mi piaceva. Salvatore era troppo lungo. Mia madre mi chiama Salvo, mio padre Totò. Ma ormai tutti mi chiamano Totò”.
A parlare così è Totò Schillaci, ospite di Paola Perego a “Non Disturbare”. L’ex calciatore palermitano racconta alcuni aneddoti della sua carriera.
“La cosa più strana che mi è successa in una camera d’albergo? Ero in ritiro con Baggio – svela – Mentre dormivo, sono stato svegliato da lamenti provenienti dal bagno. Mi sono un po’ preoccupato. Ho aperto la porta ed era lui che stava pregando. Lui era buddista e io non lo sapevo”.
“Si parla di rissa con Baggio…”, ricorda la conduttrice. L’ex campione conferma l’episodio. “Non è successo in camera, ma negli spogliatoi – precisa – Ero un po’ nervoso e lui mi provocava. L’ho pregato di smetterla e poi gli ho mollato una testata. Però poi abbiamo fatto pace. E’ una delle cose che rinnego”.
Schillaci torna indietro con la memoria a quando lasciò Palermo per la prima volta. “La prima valigia l’ho fatta a 17 anni – ricorda – Dovevo prendere il treno. Ero stato acquistato dal Messina. Avevo un po’ di paura ma io sono uno molto testardo e le sfide mi piacciono. Per me era un’occasione importante e dovevo sfruttarla al massimo”.
La più grande occasione resta la Juventus anche se al suo arrivo a Torino, i tifosi lo definirono ‘terrone’. “Penso che se le persone ti insultano è perché ti temono”, spiega.
L’ex calciatore siculo confessa di non amare i social. “Credo che nella vita bisogna avere un po’ di privacy”, confida.
Il tuo rimpianto? “Non avere studiato”. Tra le cose di cui non si pentirai mai, invece, figura il trapianto di capelli. “Ho sempre tenuto ai miei capelli e ho fatto di tutto per riaverli dopo che li avevo persi – racconta – Sono contento di aver fatto il trapianto. Anche se la prima volta che mi sono guardato allo specchio, mi ha fatto molta impressione”.