Raffaele Sollecito: "Invidiano me e Amanda perchè siamo giovani, belli e di buona famiglia" - Perizona Magazine

Raffaele Sollecito: “Invidiano me e Amanda perchè siamo giovani, belli e di buona famiglia”

Daniela Vitello

Raffaele Sollecito: “Invidiano me e Amanda perchè siamo giovani, belli e di buona famiglia”

| 20/06/2019

Il nome di Raffaele Sollecito, come quello di Amanda Knox, è ancora associato all’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese […]

Il nome di Raffaele Sollecito, come quello di Amanda Knox, è ancora associato all’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese trovata senza vita nella sua casa di Perugia nel 2007. E questo nonostante sia lui che Amanda siano stati definitivamente assolti.

In un’intervista rilasciata al programma radiofonico “I Lunatici” in onda su Rai Radio2, Sollecito ha parlato del ritorno in Italia di Amanda Knox invitata come relatrice ad un convegno organizzato nell’ambito del Festival della giustizia penale di Modena: “Mi è dispiaciuto molto vederla sofferente dopo il suo intervento. Come era in tribunale, 12 anni fa. Dopo il convegno l’ho chiamata, prima no. Io non sono stato invitato, quindi all’inizio mi sono disinteressato. Non so perché non mi abbiano invitato, non ne ho idea. In un’occasione del genere, in cui si parla di quel caso, mi aspettavo che invitassero tutti i protagonisti, anche me. E’ andata così, amen. Con Amanda non ci sentivamo da un mesetto, mi aveva già annunciato che sarebbe venuta in Italia. Quando ci siamo sentiti dopo il convegno le ho detto che mi è dispiaciuta vederla così sofferente. Ha detto delle cose giuste, sacrosante. L’ho seguita, mi è dispiaciuto non aver partecipato”.

“Io e Amanda siamo stati assolti, siamo innocenti, ma secondo me la gente non l’ha ancora capito – aggiunge – Dipende da come i media hanno descritto sin dall’inizio la situazione. Io sono stato sempre descritto come il lacchè di Amanda. E soprattutto perché tutto quello che c’è stato dopo l’assoluzione non è stato altro che un clamore mediatico dove anche gli inquirenti non hanno mai chiesto scusa, anzi hanno detto che abbiamo avuto fortuna, quando loro hanno commesso un errore clamoroso, sbattendo in carcere per quattro anni due persone innocenti e rovinandogli la vita.

Gli inquirenti e i pubblici ministeri non hanno mai chiesto scusa, non hanno mai detto di aver sbagliato, continuano a dire di avere sospetti, ma secondo me si dovrebbero vergognare. Quando chi dice che siamo colpevoli fa parte delle istituzioni, si investe di una certa autorità, di cui mediamente l’italiano si fida. Il popolo si è fidato delle autorità. E poi c’è anche secondo me un pizzico di invidia ingiustificabile, dovuta al fatto che magari invidiano che siamo giovani, belli, con una buona famiglia alle spalle. Io da ingegnere per fortuna delle opportunità professionali le ho.

Solo che dopo quello che mi è successo, se ci sono 100 possibilità, per me diventano 40 o anche meno. Ci sono aziende che mi hanno fatto domanda d’assunzione, mi hanno chiesto di trasferirmi e poi mi hanno rifiutato perché mi hanno detto espressamente che non volevano trovarsi ad affrontare la mediaticità che mi porto dietro”.

Il giovane ha parlato anche del suo rapporto con le donne: “L’amore? Per me è l’ultimo dei problemi. Quello che più mi fa rabbia e più mi pesa è legato a questioni professionali. In ambito sociale, ci sono ragazze che mi vedono un po’ come il Ted Bundy della situazione. Alcune credono che io sia un personaggio oscuro e sono più attratte da me per questo. Ma alcune, per fortuna. Non tutte”.

“Amanda ha detto di aver pensato al suicidio? Io ho affrontato più volte periodi di depressione molto forte – ha svelato – In uno degli ultimi periodi ci ho pensato. Quando mi trovo ad affrontare delle situazioni drammatiche vado in depressione e può capitare che pensi basta, non ce la faccio più. Io oggi sto discretamente, ho sempre le persone che mi conoscono davvero accanto. Mi sostengono. Solo che certe volte devo affrontare delle situazioni drammatiche, come quando mi sono trasferito per un nuovo lavoro e poi mi hanno chiuso la porta in faccia, facendomi perdere un sacco di soldi. Anche perché in Italia a me è stato negato un risarcimento. Quello che è successo a me può capitare a tutti”.

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