"Realiti", il magistrato Sabella 'assolve' Lucci: "Non sei stato debole col neomelodico" - Perizona Magazine

“Realiti”, il magistrato Sabella ‘assolve’ Lucci: “Non sei stato debole col neomelodico”

Daniela Vitello

“Realiti”, il magistrato Sabella ‘assolve’ Lucci: “Non sei stato debole col neomelodico”

| 13/06/2019

In apertura della seconda puntata di “Realiti”, Enrico Lucci si scusa per le frasi offensive pronunciate nel corso della prima […]

In apertura della seconda puntata di “Realiti”, Enrico Lucci si scusa per le frasi offensive pronunciate nel corso della prima puntata all’indirizzo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dal cantante neomelodico siciliano Leonardo Zappalà. Scandendo le parole, il conduttore restituisce al mittente le critiche di coloro che lo accusano di essere stato troppo morbido nei confronti del suo ospite.

“Buonasera e benvenuti a ‘Realiti – Siamo tutti protagonisti’ – esordisce Lucci – Il programma, come prima cosa, si scusa in modo fermo e senza se e senza ma per la orribile frase che è stata pronunciata in diretta la scorsa settimana da un cantante neomelodico alla quale abbiamo immediatamente e tempestivamente risposto e che non riproponiamo per non dargli ulteriore visibilità. Ma probabilmente non tutti hanno visto quello che prima è stato detto da noi in modo netto e chiaro sulla mafia come potete vedere in questo riassunto”.

Dopo aver mandato in onda un videoriassunto, in studio fa il suo ingresso il magistrato Alfonso Sabella (è stato sostituto procuratore del pool antimafia di Palermo, ndr.) che con le sue parole riabilita il programma e il conduttore. “Devo fare outing: ero venuto con un’idea e l’ho cambiata dopo aver visto il filmato – dichiara – Ero venuto qua per dirti che eri stato debole di fronte a una frase gravissima che abbiamo sentito tutti e che abbiamo visto tutti sul web e sui vari video che circolano adesso in rete. Però in riferimento alla storia era ampiamente sufficiente, visto tutto quello che avevi detto prima a questo ragazzo”.

“Oggi l’emulazione del male è una cosa molto diffusa – spiega – Non mi stupisce più niente da quando ho visto nell’aula bunker di Mestre l’uomo che aveva ammazzato il piccolo Di Matteo. Da pubblico ministero gli ho fatto una domanda. Gli ho chiesto ‘Ma come ti sei sentito dopo che hai tirato la corda al collo di un ragazzino di 13 anni?’. Lui mi ha risposto ‘E’ stato il giorno più bello della mia vita’ lasciandoci tutti basiti. In quella subcultura il fatto di aver ammazzato un ragazzino che era figlio di un pentito lo aveva fatto salire di grado sociale. In carcere poi arrivavano lettere di donne innamorate di Riina e Bagarella. Non erano di certo Tom Cruise o Antonio Banderas ma c’erano delle donne innamorato di loro. Il problema è proprio il fascino che il male esercita specie sugli adolescenti e sulle persona con disagio sociale. Non credo che girare le spalle e mettere la testa sotto la sabbia sia una buona soluzione. Per fare un paragone, quanto male ha fatto alla lotta alla mafia il negare l’esistenza della mafia? A Roma per tanti anni si è girata la testa dall’altra parte mentre le mafie attecchivano e ingrassavano a spese dei cittadini e della collettività. Poi ce ne siamo resi conto all’improvviso con il funerale un po’ kitsch dei Casamonica. Averlo negato non ha fatto certamente bene a questa città”.

Infine, il magistrato si rivolge agli adolescenti che seguono personaggi diseducativi sul web: “Questi signori cercano di esaltare questo pseudo coraggio che hanno, si credono uomini veri ma in realtà sono dei grandissimi vigliacchi. Faccio un esempio: per ammazzare Falcone e Borsellino, queste persone non hanno avuto il coraggio di andare ad affrontare la scorta armata, si sono nascosti dietro al pulsante di un telecomando. Quando vanno ad ammazzare uno, ci vanno in dieci armati kalashnikov contro uno che nemmeno se lo aspetta. Sono dei vigliacchi. Agli adolescenti dico di non imitarli perché il coraggio è un’altra cosa. Il coraggio è quello di Falcone e Borsellino, è quello di tutti i carabinieri e i poliziotti che sono morti dando la vita per questo Paese. Il coraggio è quello dei magistrati che fanno il proprio dovere consapevoli del rischio che corrono per il bene del Paese”.

Nel frattempo su Instagram, dopo una serie di tentativi maldestri che nelle scorse ore non hanno fatto che peggiorare la situazione (LEGGI QUI), il 19enne Leonardo Zappalà si scusa per le sue affermazioni.

“Mi sono espresso male e per questo chiedo scusa a tutti voi, alla Sicilia, ai siciliani e soprattutto a Falcone e Borsellino e a tutta la sua famiglia – scrive – Volevo soltanto dire che, come in ogni lavoro, ma soprattutto nel loro lavoro ci possono essere delle conseguenze. Come appunto purtroppo così è stato. E mi dispiace che abbiano fatto questa fine per colpa della mafia. Mi sono espresso male e richiedo scusa. Ma questo era il mio concetto. Quando in tv ho detto questa frase, mi hanno subito girato il trono e non ho avuto modo di spiegarmi e correggermi li subito in diretta. È da qui è scattata la bufera, tempeste di insulti. Ho 19 anni, non sono andato a scuola come appunto ho già detto, può capitare anche alle persone con un quoziente intellettivo abbastanza alto di sbagliare un concetto. Non possiamo massacrare ogni persona che sbaglia a dire qualcosa. Io sono una persona dove gli insulti molto cattivi gli possono scivolare subito, perché so la persona che sono. Ma se farete lo stesso con un ragazzo o una ragazza più sensibile, potrete causare quello che già è molto frequente nel mondo. State facendo cyberbullismo e non ve ne state accorgendo. Ma non parlo solo nel mio caso, perché se siete così cattivi penso che farete così con tutti. Io appunto ho 19 anni, non posso darvi lezioni di vita, ma sono abbastanza maturo da capire quello che si può e quello che non si può dire ad un ragazzo. Ho trovato commenti indignosi… pensate se questi commenti un giorno potrebbero arrivare ai vostri figli per uno sbaglio che hanno commesso… non penso accetterete tutto”.

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L’INTERVENTO DI ALFONSO SABELLA A “REALITI” (VIDEO)

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