La confessione intima di Pippo Baudo: "La morte? Spero che arrivi quando ancora sono pensante" - Perizona Magazine

La confessione intima di Pippo Baudo: “La morte? Spero che arrivi quando ancora sono pensante”

Daniela Vitello

La confessione intima di Pippo Baudo: “La morte? Spero che arrivi quando ancora sono pensante”

| 06/06/2019

In un’intervista rilasciata a Walter Veltroni per il “Corriere della Sera” alla vigilia dei festeggiamenti per il suo 83esimo compleanno […]

In un’intervista rilasciata a Walter Veltroni per il “Corriere della Sera” alla vigilia dei festeggiamenti per il suo 83esimo compleanno e i suoi 60 anni di carriera, Pippo ripercorre la sua vita professionale ricca di ricordi e aneddoti e racconta il “sogno di un ragazzo di Militello che sognava di andare in televisione”.

“Quando sono arrivato da Catania a via Teulada mi sembrò un carcere – spiega – come è anche oggi, con quella specie di staccionata di ferro. Io sono entrato e ho detto: ‘Voglio fare un provino’. Me lo hanno fatto fare ma tutto il fascino di via Teulada mi è crollato”.

Tra i programmi che rimpiange di aver fatto c’è “Partita doppia”. Anche se proprio grazie a quella trasmissione ebbe l’opportunità di intervistare Moana Pozzi. “Non me la posso scordare, era di una bellezza clamorosa – svela – Già malata, però non si vedeva niente, stava benissimo. Mi ha meravigliato il modo, la classe, con cui ha risposto alle domande. Ad un certo momento dissi: ‘Lei accetta che il pubblico faccia qualche domanda?’. E allora una del pubblico: ‘Lei vorrebbe avere un figlio?’. Moana, con il sorriso sulle labbra: ‘No, un figlio no, perché direbbero tutti che è un figlio di put*ana’. La sera presi l’aereo per tornare a Milano e lei era con tutte le amiche del suo giro. Ha fatto finta di non conoscermi, per non mettermi in imbarazzo con loro. Donna di grande classe”.

Tra gli errori fatti nella sua carriera c’è il passaggio a Mediaset. “Devi sapere che Silvio Berlusconi è un grande conquistatore – dichiara – Non solo di donne, anche di uomini. Ha voluto farmi direttore artistico e io gli dicevo di non farlo. C’erano Bongiorno, Corrado, Costanzo. Come facevo con quei calibri a fare il direttore artistico? Infatti tutti si sono scatenati contro, tranne Mike. Andai a trovarlo e gli dissi: ‘Mike, mi hanno nominato direttore artistico’. E lui: ‘Lo so, lo so’. Io: ‘Non penserai che io faccia il tuo direttore artistico? Tu puoi fare tutto quello che vuoi’. ‘No mio caro, sei stato nominato direttore artistico e devi essere il mio direttore artistico’. Così era Mike Bongiorno”.

“Con Sandra e Raimondo era uno spasso – ricorda – Stare con loro era vivere in una commedia tutto il giorno. Casa Vianello è tutta roba vera perché nasceva in casa”.

La televisione di oggi, si scopre, piace poco a Super Pippo. “Non c’è programmazione – rileva – Hanno ammazzato il pomeriggio. È tutta confusa, non c’è un palinsesto, è un’accozzaglia di cose quasi tutte uguali. Pettegolezzi e pettegolezzi. Non c’è più niente. Poi non c’è connotato culturale. La Rai ha perso la sua natura di servizio pubblico, questa è la verità”.

Tra i giovani apprezza Alessandro Cattelan. “E’ il più colto di tutti – dice – È molto intelligente, non ha le phisique … Però è preparato, parla un inglese correttissimo, è informato su tutto, veloce. E un altro che secondo me potrebbe fare grandi cose è Bonolis, ma spesso fa dei programmi non alla sua altezza. Perché? Lui è colto, legge tanto. È molto intelligente e spiritoso”.

E riguardo a Fabio Fazio aggiunge: “E’ una bravissima persona. Io sono spesso ospite suo e devo dire che è di una correttezza, di un rispetto esemplari. Sta subendo una specie di attacco concentrico veramente scorretto, eccessivo”.

Il conduttore catanese dice la sua sui social: “Aveva ragione Eco: ‘Abbiamo dato con i social l’opportunità a qualunque cretino di esprimere quello che vuole e di imbastardire questo Paese’. L’apertura dei social, sì tecnologicamente è una cosa bella, tu puoi parlare, puoi dire quello che vuoi, ma devi saper dire delle cose. Ormai abbiamo il bar sport di tutto: dall’economia ai problemi istituzionali”.

E’ auspicabile un suo ritorno in tv? “Se mi offrono una cosa interessante sì. Che non sia molto stancante però. Perché, onestamente, il fisico ha le sue esigenze. Tornerei, volentieri. Per raccontare, la cosa che so fare meglio”.

La morte, da lui ribattezzata “la sorella nera”, non lo spaventa. “Speriamo arrivi quando ancora sono pensante, perché ho sofferto molto la morte di mia madre – fa sapere – Mamma è morta di Alzheimer e sono stati tre anni tremendi, distruttivi per lei e per tutta la nostra famiglia. Quando uno deve andare via è meglio che se ne vada via un’ora prima”.

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