“Chi più chi meno, siamo furbi, ci aggiustiamo a seconda di chi abbiamo di fronte; io no: reagisco di pancia, sbrocco”. A parlare così in un’intervista a “Vanity Fair” è Ultimo, secondo classificato (con polemica) alla 69esima edizione del “Festival di Sanremo”.
Il prossimo 5 aprile uscirà il nuovo album “Colpa dalle favole” ma il cantante di San Basilio torna indietro con la memoria all’acceso scontro con i giornalisti della sala stampa a margine del Festival della canzone italiana. “Mi hanno dato del coatto, fascista, omofobo, ma la verità è che non sono niente di tutto questo”. Ultimo non ci sta nemmeno a passare per il rappresentante del popolo che si scontra l’élite.
“Io di politica non ne so, e le generalizzazioni, come le strumentalizzazioni, mi amareggiano – spiega -Ho agito d’istinto, ed esprimersi d’istinto è pericoloso. Ma è il mio carattere: schietto, incontrollabile. Sto lavorando per migliorare”. Nessun problema con Mahmood incoronato vincitore del Festival. “Con lui è tutto a posto”, assicura.
Quindi il cantautore romano svela l’origine del suo nome d’arte: “Successe in un bar di San Basilio, la borgata romana da cui vengo. Con un gruppo di amici ci eravamo chiamati Les Misérables, dal romanzo di Victor Hugo. Al singolare suonava brutto, ‘miserabile’, così è venuto da sé Ultimo: che ce l’ha con tutti, ma non ce l’ha con nessuno, perché in fondo ce l’ha solo con sé stesso. Per essere nato con la predisposizione a sentirmi colpito, un bersaglio incompreso”.
La scuola e gli insegnanti che dicevano alla madre “suo figlio è marcio dentro, farebbe meglio a trovargli qualcosa” non lo hanno aiutato affatto contribuendo ad accrescere il bisogno di un riscatto che si porta ancora dentro.
“Avrò avuto una decina d’anni, ricordo facevo cose in effetti un po’ irrequiete, tipo lanciare le mele in classe, quando mi mandarono da una, nella speranza mi curasse questa ‘inadeguatezza’. Solita predica, solito dito puntato. Ma davvero c’è un modo giusto per vivere?”, si chiede.
Di sicuro, Ultimo vive e convive con l’ipocondria e con l’ansia. Per placare quest’ultima ricorre a “fiori di Bach e ginseng” e sta cercando di smettere di fumare. “Stavo preparando l’esame di ammissione a Scienze umane dopo essere stato bocciato a Ragioneria. Caffettiera sul fuoco, bevo e ripeto, bevo e ripeto, dal niente una tachicardia. Mi fa provare la de-personalizzazione, che intorno tutto è un cartonato finto, che mi manca la terra sotto ai piedi”, ricorda.